Addio Ugo. I tuoi racconti continueranno a vivere nei nostri cuori.

“Ma certo che può iscriversi” dice il segretario, sedendosi davanti al computer, “nome?”. “Rossi” risponde, “Giacomo Rossi”, “professione?” chiede ancora il segretario. Il signore distinto seduto davanti alla scrivania non risponde, è intento ad osservare le foto che tappezzano l’ufficio, improvvisamente si scuote e dice: “Pensionato”.
L’associazione di astrofili era stata fondata tanti anni prima da un nutrito gruppo di ragazzi, troppi per ricordarli tutti: Andrea ed Elisa, Lella e Marta e Stefano e Mino… Mino sentiva l’associazione quasi una sua creatura. In compagnia degli altri astrofili aveva lottato per la nascita di questo nuovo gruppo. Si sentivano speciali, o forse lo erano.
Questi “soci fondatori” avevano una vitalità ed un entusiasmo che trascinava i nuovi iscritti verso ogni genere di avventure. Nelle numerose serate osservative erano seguiti da decine di appassionati anche nei periodi più freddi. Concorsi fotografici, mostre ed altri appuntamenti lo vedevano sempre in prima fila ad organizzare il gruppo. La divulgazione presso le scuole era il suo pane quotidiano.
Anche Mino, un giorno lontano, dovette scegliere per la vita. Cosa farò da “grande”? Non ebbe alcun dubbio, si iscrisse ad Astronomia.
L’astronomia, che distribuiva settimanalmente nelle sue conferenze, gli avrebbe procurato il pane per vivere. Si sentiva veramente fortunato, poter trasformare il proprio hobby in un lavoro. Poche persone riescono in questa impresa. Gli studi, seguiti nel capoluogo, lo tenevano spesso lontano dalla propria città, ma, per le conferenze del Venerdì, abbandonava tutto e rientrava in associazione. Almeno per i primi tempi…Altri ragazzi del gruppo furono costretti, per studi, lavoro o motivi familiari, a frequentare sempre meno l’associazione.
Un bel giorno la grande ed attesa notizia: Mino si era laureato a pieni voti. Grandi festeggiamenti nella nuova e lussuosa sede dell’associazione. Il gruppo fondatore quasi al completo con una numerosa schiera di “nuovi” iscritti riempiva il pur grande salone delle conferenze. Finalmente a casa pensava… ma rimase poco. Il mese seguente arrivò un’offerta di lavoro che non poteva rifiutare.
Quasi agli antipodi, uno di quei grandi telescopi che nascono sulle alte montagne del sud America, per attività di ricerca. Il sogno della sua vita era ad un passo. “Due anni passano presto” disse, e partì.
Per qualche tempo rimase in contatto con gli amici dell’associazione, cartoline e fotografie con soggetti monotematici, poi col passar del tempo altri pensieri più immediati gli riempirono la vita. Trasferimenti, promozioni, il matrimonio ed i figli, il lavoro sempre più stressante, finanziamenti per le ricerche che arrivano con il contagocce. E poi capì, forse con troppo ritardo, che stava prelevando dati forniti da scienziati ormai scomparsi e li elaborava per gli scienziati del futuro…
È troppo breve la vita di un essere umano per godere delle proprie scoperte in astronomia. Tra i grandi scienziati che hanno rivoluzionato ogni genere di conoscenza di astronomia, pochissimi erano in vita quando le loro teorie sono state completamente accettate dalla comunità scientifica. Questo era lo scopo del suo lavoro. Preparare dati per gli scienziati di domani sperando che riescano a dimostrare ciò che lui aveva previsto.
Solo in questo caso sarebbe diventato un “grande”, altrimenti le sue previsioni potranno essere citate esclusivamente come una “curiosità”. Dopo aver lavorato sodo per decenni, decise che quanto aveva preparato era più che sufficiente. Aveva nostalgia della sua città, del suo mondo abbandonato per troppo tempo…
“Senta signor Rossi” riprende il segretario, “Domani sera andiamo ad osservare. Se vuole unirsi al gruppo ne saremo lieti. Mi raccomando, è necessario coprirsi bene perché a star fermi si prende freddo. Ah dimenticavo, se ha un paio di binocoli, li porti con se, le saranno utili”. Il sig. Rossi lo guarda per un momento con un’espressione assente e, riprendendosi, risponde: “A casa dovrei avere un vecchio 114, porterò quello”.
“Bene, questo significa che in passato si era già avvicinato all’astronomia” commenta il segretario. “Da ragazzo ero molto appassionato, poi, per motivi di lavoro, ho lasciato questo hobby e non mi sono più iscritto”. Il segretario abbandona l’etichetta e chiede: “Scusa, Giacomo, ma sei già stato iscritto qui da noi?”
“Certo, tanti anni fa, e non chiamarmi Giacomo… mi chiamo Mino”.
di Ugo Ercolani – Pubblicato su Coelum N° 56 Ottobre 2002
Complimenti! bellissimo racconto… come tutti gli altri del resto. 🙂
Grazie Rosy. Mi fai arrossire 😳
Spero soltanto che qualcuno, leggendoli, provi lo stesso piacere che io provo quando li scrivo… 😉
CHE BEL RACCONTO, É VERAMENTE PIACEVOLE…COMPLIMENTI:razz:
Grazie Julieth 😉
Gli “spunti” per i miei racconti hanno sempre qualcosa di vero. Qualcosa che fa parte della mia vita. Ed io li “vivo”! 😳