Prepariamoci ad osservare il Sole come nessuno ha mai fatto prima.
Il SOT – strumento a bordo della sonda giapponese Hinode lanciata il 22 settembre scorso – ha aperto le danze con un servizio fotografico spettacolare. L’immagine riportata in basso è la prima in assoluto, scattata il 23 ottobre.
Le chiazze chiare e scure sono granuli solari, masse di gas bollente che fluttuano come acqua in ebollizione. Ogni granulo ha più o meno le dimensioni di un continente terrestre. Il SOT non ha nessun tipo di problema a riprendere dettagli così definiti, che distano da noi circa 150 milioni di Km.

Sopra: La prima immagine del telescopio $SOT$
“Abbiamo confermato che il SOT sta realizzando scatti alla risoluzione spaziale di 0.2 secondi d’arco, un obiettivo primario dello strumento,” afferma la JAXA in una dichiarazione rilasciata il 31 ottobre scorso. Un secondo d’arco è un angolo uguale a 1/3600 di grado, ovvero l’angolo sotto il quale vedremmo un capello umano posto a più di 9 chilometri di distanza!
Hinode (che in giapponese significa alba, già precedentemente conosciuta come Solar-B) è stata lanciata il 22 settembre 2006 dal Centro Spaziale Uchinoura di Kyushu, in Giappone. “Lo scopo della missione è studiare il Sole da vicino come non è mai stato fatto, in particolar modo le macchie solari, che danno vita ai potentissimi brillamenti e alle tempeste solari,” dice John Davis, scienziato NASA e progettista di Solar-B al Marshall Space Flight Center della NASA. Gli astronomi studiano le macchie solari sin dai tempi di Galileo, ma in 400 anni di studio non siamo ancora in grado di prevedere fenomeni come i brillamenti solari. I dati raccolti da Hinode potrebbero risolvere questo mistero.
Come noto i flare sono violente esplosioni sul Sole che rilasciano tanta energia quanto l’esplosione di 10 milioni di bombe all’idrogeno. I flare si generano in concomitanza di fenomeni di rottura e ricongiunzione magnetica le cui esplosioni associate proiettano nello spazio particelle ad elevata energia che arrivano a terra nel giro di poche decine di minuti causando disturbi magnetici e, nei casi più estremi, provocando l’interruzione delle trasmissioni.
A bordo di Hinode sono stati assemblati 3 telescopi spaziali:
Il Solar Optical Telescope (SOT) fornisce immagini cristalline della superficie del sole. Un vettore magnetografico – che gli ingegneri stanno per rendere operativo – agganciato al SOT sarà in grado di tracciare i campi magnetici generati dalle macchie solari, che accumulano energia per le eruzioni.
L’ X-Ray Telescope (XRT) può vedere il gas – della temperatura di milioni di gradi – catturato nella presa magnetica delle macchie solari e, ancora più in alto fluttuante nell’atmosfera solare, la corona. Per ragioni attualmente sconosciute, la corona solare è molto più calda della superficie. Un altro mistero per cui l’aiuto di Hinode potrebbe risultare determinante. Ecco il primo scatto effettuato dal XRT, il 25 ottobre 2006.
L’ Extreme Ultraviolet Imaging Spectrometer (EIS) è uno strumento che può sintonizzare in specifiche linee spettrali emesse dagli ioni nell’atmosfera solare. Osservando lo spostamento di queste linee avanti e indietro (effetto Doppler), gli astronomi possono tenere traccia dei movimenti del materiale solare. Questi movimenti ripresi da EIS forniranno indizi cruciali per risolvere il duplice mistero delle eruzioni solari e del surriscaldamento della corona. La prima immagine della EIS è stata ottenuta il 28 ottobre 2006.
Nei prossimi mesi gli addetti alla missione e gli scienziati “proseguiranno con i test sulle operazioni di base dei telescopi, preparandoli per le missioni scientifiche a tempo pieno”, come da accordi con la JAXA. A dicembre 2006 “intendiamo rilasciare un documento sulle scoperte scientifiche iniziali ottenute dalle immagini di test”, asserisce Davis. Siamo prossimi all’inizio la lunga serie di nuove, fantastiche immagini ravvicinate della nostra stella.
Hinode è una missione congiunta tra la JAXA, il NAOJ, la NASA e il PPARC. Il Marshall Space Flight Center supporta le operazioni scientifiche in Giappone.
Fonte: http://science.nasa.gov/headlines/y2006/02nov_firstlight.htm