L’8 marzo scorso il razzo vettore Atlas V ha preso la via del cielo dalla stazione di Cape Canaveral in Florida, rilasciando in orbita bassa il satellite Orbital Express. Ha così inizio una sessione dimostrativa della durata di 3 mesi in cui verranno testati dei processi automatizzati di accostamento e aggancio tra moduli orbitanti.
Gli assistenti tecnici della NASA ritengono fondamentale il successo della missione, che fornirà una valida alternativa ad alcuni progetti previsti per i prossimi anni e che attualmente non possono fare a meno di equipaggi umani alla guida.
“E’ stato un lancio da manuale,” sostiene James Lee del Marshall Space Flight Center. “Siamo eccitati e fieri di vedere l’Orbital Express finalmente in orbita.”

Sopra: il razzo vettore Atlas V partito da Cape Canaveral l’8 Marzo scorso
L’Orbital Express è composto da due satelliti: l’Autonomous Space Transport Robotic Operations (ASTRO), ed il satellite Next-generation (NextSat). Questa coppia di moduli orbita in tandem (uno dietro l’altro), agganciandosi e sganciandosi per le operazioni di rifornimento e per simulare interventi di riparazione. Inoltre si scambieranno una batteria funzionale e un computer – il primo scambio non assistito nella storia dello spazio.
Queste manovre sono possibili grazie a un sistema di guida automatizzato conosciuto come AVGS (Advanced Video Guidance Sensor) e sviluppato al Marshall Space Flight Center. Lee è il manager progettista di AVGS ed è ben consapevole delle intense sessioni di test che nei prossimi tempi metteranno sotto stress la sua creazione.
“Speriamo di dimostrare il ruolo critico che giocheranno questi incontri spaziali assistiti remotamente, nella prossima generazione di infrastrutture spaziali Americane”.
Fonte: http://science.nasa.gov/headlines/y2007/09mar_orbitalexpress.htm