
Tutte quante le stelle hanno nel loro passato una nube di polveri e gas che, per qualche motivo, comincia a contrarsi. Non è affatto raro, dunque, trovare stelle ancora avvolte in un bozzolo di polveri e gas. Sono le cosiddette stelle di pre-sequenza, astri che sono sul punto di innescare le reazioni termonucleari e che possiamo scorgere grazie all’emissione termica proveniente dalla contrazione gravitazionale che le sta comprimendo fino al valore critico.
Per effetto della rotazione della nube, le polveri e i gas che non sono stati inglobati nella stella formano intorno all’astro una struttura a disco, ambiente destinato a ospitare i meccanismi di costruzione planetaria. E’ su queste strutture a disco che gli astronomi indagano con attenzione perchè ci possono raccontare il passato del nostro Sistema solare.
In un lavoro pubblicato qualche giorno fa su Astrophysical Journal Letters, Catherine Espaillat (University of Michigan) e altri ricercatori presentano la loro scoperta riguardante proprio i dischi individuati intorno a due stelle di pre-sequenza distanti circa 450 anni luce. I dischi di polveri e gas osservati intorno a UX Tau A e LkCa 15, questi i nomi delle due giovani stelle che fanno parte di una regione di formazione stellare nella costellazione del Toro, sono stati studiati nei dettagli utilizzando il telescopio spaziale Spitzer e hanno rivelato un’inattesa morfologia.
Entrambi i dischi, infatti, mostrano la presenza di una regione svuotata di materiale, una sorta di lacuna nella distribuzione delle polveri e dei gas. E’ già successo altre volte che nei dischi protoplanetari si siano individuate regioni svuotate di materiale, ma di solito sono poste a ridosso della stella e la loro presenza può essere spiegata con l’azione distruttiva dell’intensa radiazione stellare (fotoevaporazione). Nel caso di UX Tau A e LkCa 15, però, la lacuna è una sorta di fascia collocata a una certa distanza dalla stella e dunque non si può incolpare della sua presenza la radiazione stellare.
Secondo i ricercatori, la spiegazione più probabile prevede che in quella fascia si possano già essere aggregati oggetti planetari che avrebbero fatto piazza pulita delle polveri e del gas nella regione attraversata dalla loro orbita. Se accettiamo questa spiegazione, ne consegue che quelle due stelle nella costellazione del Toro ospitano due tra i più giovani sistemi planetari mai individuati finora.
Il bello è che quanto ci mostrano potrebbe essere lo stesso scenario che, almeno stando ai modelli correnti, si sarebbe potuto osservare nel nostro Sistema solare a causa della rapida formazione di Giove e Saturno. Qualcosa di famigliare, dunque.
Fonte: Coelum
Affascinante…. magari si può ipotizzare che tra qualche centinaio di milioni d’anni si svilupperanno le prime forme di vita…chissà noi invece a quell’epoca.. 🙁
Magari fosse possibile raggiungerli… 😯 😛
credo che esplorare e vedere nascere nuovi sistemi planetari e una cosa bellissima. sapendo che in questo momento. chi sa se ora quel sistema solare ha un pianeta come il nostro. peccato che non lo sapremo mai. ma le nostre generazioni si. 😛