Passarono i mesi e poi un po’ alla volta si ritornò alla vita normale. Anche Tiuteo cominciò a perdere in popolarità e le TV e gli altri Mass Media gli dettero sempre meno spazio. Ormai tutti sapevano chi era, da dove veniva, come era fatto dentro, come si muoveva, ecc., ecc. Il nostro alieno però mostrò di non accorgersi di questo lento cambiamento e continuò imperterrito a presentarsi dovunque avesse voglia di andare. Nella sua profonda sincerità e ingenuità non poteva nemmeno pensare che chi prima lo cercava così assiduamente, potesse oggi averne avuto abbastanza. E così durante un banchetto ufficiale dell’alta aristocrazia texana, Tiuteo fece il suo ingresso sorridente e si pose sopra il tavolo ovale, appeso al soffitto ed iniziò a mangiare, chiacchierare, chiedere, disegnare, raccontare barzellette e via dicendo. Fu un momento molto imbarazzante, ma l’alieno sembrò non rendersene conto.
Un giorno si presentò direttamente nella sala di riunione del Presidente degli Stati Uniti ed interruppe i lavori segretissimi in corso, iniziando a parlare con tutti e ridendo a crepapelle. A questo punto si doveva fare qualcosa. Si, ma cosa? Vietargli l’entrata nei posti dove non era il benvenuto? E chi se la sarebbe sentita? In fondo era sempre un essere di un altro mondo e non si era certi della sua reazione. Era sicuramente pacifico ed ingenuo, ma una volta che era stato in visita da un emiro arabo in una tenda nel deserto, aveva visto spuntare da sotto un tappeto un’enorme vipera della sabbia. Per la prima volta fu preso da agitazione e con una velocità incredibile formò con un cilindro una specie di pistola che incenerì completamente il serpente. Aveva quindi capacità difensive e offensive ancora tutte da scoprire, ma sicuramente di grandissima efficacia. Non sembrava saggio prenderlo con le cattive. Solo i militari cercarono di spingere in quella direzione, dicendo che in casi disperati sarebbero stati pronti a passarlo per le armi. Anzi, per dimostrare chiaramente la loro capacità, invitarono l’alieno nel poligono segretissimo del Nevada e gli mostrarono l’efficienza di alcune tra le più potenti armi da guerra. Ne sarebbe stato impressionato e avrebbe finalmente capito che non si poteva scherzare con l’esercito americano.
Tiuteo non fece altro che applaudire e sembrò divertirsi un mondo a vedere quella serie di fuochi artificiali. Poi, entusiasta dello spettacolo, formò facilmente una specie di cannone mediante due moduli affiancati e disintegrò senza problemi il monte Wolner che li fronteggiava con i sui 3500 metri di altezza. I militari consigliarono al Presidente di non passare alle maniere forti. Mentre si studiava il da farsi in gran segreto (ma non era facile avere ormai un po’ di privacy) Tiuteo continuava a scorazzare dovunque sia con i mezzi di trasporto terrestri, sia soprattutto con il suo vestito-disco volante che sembrava muoversi alla velocità della luce. Era ormai onnipresente e chiunque poteva vederselo arrivare nella propria casa a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Quando ormai era diventato un vero e proprio incubo per tutta la popolazione terrestre, il Presidente degli Stati Uniti decise di avere un colloquio franco e sincero con lui. Doveva spiegargli la situazione, anche se questo avrebbe potuto causare reazioni non prevedibili. Prese il coraggio a due mani e invitò nel suo studiolo privato Tiuteo. Cercò di affrontare il problema alla lontana e cominciò: ”abbiamo approfittato troppo della sua disponibilità. Siamo sicuri che lei avrebbe piacere di tornare nel suo mondo per rivedere i suoi cari ed i suoi compatrioti. Sono sicuramente molti anni che manca dal suo pianeta. Ci faremo forza e cercheremo di non sentire troppo la sua mancanza. Ma non possiamo più bloccarlo qui, da solo, senza un contatto con la sua gente”. Tutto sudato il Presidente sperò che questo discorso non sembrasse offensivo a Tiuteo, confidando nella sua innata ingenuità.
L’alieno sembrò per la prima volta molto serio e pensieroso. Senza dire niente, estrasse da un modulo il pulsante argenteo che lo collegava alla sua astronave e lo schiacciò. Poi abbracciò con forza il Presidente e sinceramente commosso disse: ”ho capito perfettamente, e vi sono grato per tutto quello che avete fatto per me. Non potrò mai dimenticare la vostra gentilezza”. Si voltò e si diresse verso l’uscita. Il Capo di Stato si sentì molto in colpa per aver ingannato un essere così ingenuo e sincero e cercò di indorargli la pillola: ”Ma non così in fretta, la prego. Daremo una grande festa di addio in suo onore”. Tiuteo si voltò con un grande sorriso: ”non disturbatevi oltre. Avete perfettamente capito la mia solitudine e mi avete già concesso il massimo. Non osavo nemmeno sperarlo! Faremo la festa appena arriveranno i miei duemila compatrioti che ho appena chiamato con il mio trasmettitore tascabile. Siete stati proprio gentili”.
Una storia bellissima.
Sei bravo con la fantascienza.
La forma dell’alieno però non é credibile.
Difficilmente un essere come lui si potrebbe evolvere dagli esseri inferiori su un qualsiasi pianeta. Sembra più una macchina molto flessibile che un essere vivente.
Ovviamente la fantascienza è libera da vincoli di verosimiglianza.
Silvio
Un racconto proprio… simpatico! 😀
Be’ magari non si potrebbe evolvere così, come diceva Silvio, ma nulla vieta ad una tecnologia capace di viaggi interstellari, di andare incontro e superare i limiti biologici. In fondo in piccola parte lo facciamo anche noi.
Invece i cervelli indipendenti, con uno che riposa e gli altri attivi, mi ricorda un po’ quello che accade ai delfini (e ad altri cetacei, suppogno)
…ed anche ai nostri PC “dual-core”, “quad-core”, “octo-core” ecc ecc…
Guarda caso… 😉
Comunque, storiella veramente simpatica!
Mitico Enzo!
Davvero un simpaticissimo racconto.
Complimenti al suo autore 😉
Vito
E se l’alieno non parlasse nessuna delle nostre lingue? ❓
Potremmo noi imparare la sua?
Sarebbe possibile comunicare anche senza conoscere i suoni legati ai significati della lingua dell’altro? Potremmo avere dei pensieri comuni che ci permetterebbero di fare una traduzione? La vita sul suo pianeta potrebbe essere così diversa dalla nostra da non poter trovare corrispondenze tra ciò che ha significato per noi e ciò che ne ha per lui. 😕
Silvio
Non è neanche detto che usi dei suoni per comunicare. Se poi li usa, potrebbero anche essere difficili da riprodurre, per il nostro apparato fonatorio (magari con l’ausilio di qualche tecnologia…) o potremmo non riuscire nemmeno ad udirli. Non c’è neanche bisogno di scomodare gli alieni: succede perfino con creature del nostro pianeta (si pensi ancora ai delfini o ai pipistrelli).
Salve,
in risposta a n.b., era proprio questo che avevo in mente. Se non riusciamo a comunicare con gli esseri viventi sulla terra con cui abbiamo molto in comune come possiamo pensare di poter comunicare con qualcuno con cui non abbiamo in comune nemmeno la terra su cui camminiamo? 🙁
Silvio
tranne che per l’entità perfetta e per la simpatia prodigiosa, più che un alieno a me sembra un politico, che parla con bocche separate e cervelli slegati!! 🙄
sembra che la caratteristica di “aderire” come contenuto al contenitore non sia peculiarità solo extraterrestre, ma l’alieno del tuo racconto è sicuramente moooooooltooo più simpatico dei corrispettivi terrestri
continua a raccontarci la tua visione dell’infinito, vincenzo, sicuramente ce lo renderai più gradevole
un sorriso
daria