I potenti del mondo erano ormai in preda ad un terrore totale quando si fece avanti e aprì bocca la Pestilenza: “E cosa avete fatto per le epidemie?”. Il portavoce, che ormai appariva ancor più vecchio e curvo, si sentì un po’ sollevato e rispose: “moltissimo! Abbiamo eliminato la peste, il vaiolo, la lebbra, la poliomelite e moltissime altre malattie contagiose.” Ed indicò gli ospedali della bellissime città dei paesi ricchi, i centri ed i laboratori di ricerca, le persone sempre più anziane ed i centri di benessere. Ma non poté nascondere le stragi dell’AIDS, dell’ebola, della malaria e della febbre gialla. Nuovamente erano concentrate soprattutto nei paesi più poveri. Anche la pestilenza non aveva un bel volto quando riprese la parola, bloccando il nitrito del suo rosso destriero: “bugiardi! Avete pensato solo a voi stessi, riversando sui più deboli gli scarti delle vostre conquiste scientifiche. Li avete riempiti di agenti inquinanti, li avete costretti a vivere nel sudiciume, gli avete negato i medicinali efficaci. Anche il mio parere è negativo”.
Si era ormai chiaramente assodato che la Fame, la Guerra e la Pestilenza colpivano sempre e comunque gli stessi miliardi di esseri umani. Il silenzio si fece di gelo. Ora toccava alla Morte sul suo cavallo verdastro esprimere la decisione finale. Prima però i quattro cavalieri confabularono in silenzio tra loro. Le facce terree non davano speranze. Poi il lugubre volto dell’ultimo cavaliere, il più potente, guardò l’umanità e sembrò valutare con cura le parole che uscirono lente, cadenzate ed inesorabili: “Abbiamo visto che non siete riusciti a portare equilibrio. Per ogni persona che vive nell’agiatezza, ve ne sono almeno dieci o cento o mille che soffrono le pene più grandi. Ogni conquista ottenuta da pochi ha causato la disperazione, la sofferenza e la morte di migliaia e migliaia di innocenti. Avete sfruttato a piacimento le risorse dei più miserabili per arricchirvi. Avete mascherato con la fede religiosa i vostri interessi economici e avete usato la distruzione di interi popoli solo per accaparrarvi le ultime riserve di energia. Avete portato malattie attraverso il vostro lerciume e non avete fatto niente per sanare gli errori commessi. Siete rimasti una ricca, benestante minoranza contro una massa enorme di derelitti. E non avete fatto niente per estendere il benessere ai più sfortunati, aumentando anzi il loro numero ed escludendoli dalle vostre conquiste. Sulla Terra siete ormai in troppi e non potrete sopravvivere a lungo. Il mio parere è completamente negativo e la mia decisione è assoluta ed inconfutabile. Non ho bisogno di sentire altre parole: che morte sia!!”
Le persone cominciarono a cadere per terra ed a trasformarsi in polvere, senza alcun lamento o gemito. Milioni e milioni scomparvero letteralmente nel nulla. Alla fine ne sopravvissero solo poco più di un miliardo. E ovviamente tutti quelli dei paesi più ricchi. Adesso sì che avrebbero avuto un futuro veramente roseo e senza problemi energetici!
nella sua immensa tristezza e aderenza alla situazione attuale del nostro pianeta, questo piccolo racconto mostra come il nostro sistema semplicemente non funzioni. l’essere umano purtroppo mediamente è poco evoluto. a prevalere è sempre e semplicemente l’egoismo che non è altro quello che ha permesso alla nostra specie di svilupparsi e proliferare nel corso dei secoli. ogni comunità è egoista e pensa al suo benessere. in ogni comunità ci sono caste che pensano a loro, in ogni casta ci sono individui che vogliono il bene della loro famiglia…e così via. ecco perchè noi dei paesi ricchi stiamo meglio degli altri. certo ci sono persone che danno la loro vita per aiutare il prossimo ma purtroppo si tratta di una piccola minoranza. siamo destinati ad andare avanti così per sempre, fino alla fine e sapete perchè? perchè la nostra specie non sta evolvendo, è sempre la stessa da decine di migliaia di anni. la selezione naturale di darwin non ci riguarda…
Racconto stupendo Professore, lo farei leggere in tutte le scuole elementari se non fosse per il finale sarcastico (nei confronti dell’umanità) e, in un certo senso, perfettamente in linea con la storia umana.
Del resto gli uomini sono animali e in quanto tali soggetti alle leggi di natura: le risorse sono tendenzialmente scarse e quindi i più forti (fisicamente, intellettualmente, economicamente, etc.) se ne appropriano a danno degli altri. Certo i più intelligenti e lungimiranti (in teoria dovrebbero essere quelli che scegliamo per governarci …) dovrebbero sapere che è più efficiente e produttivo di ricchezza collaborare e condividere con gli altri che combattersi e dividersi. Certo, l’unione e la cooperazione sono esattamente l’opposto di chi ragiona in un ottica di potere politico: se tutti hanno il necessario per vivere dignitosamente e non vi è un nemico da cui difendersi, che cosa ce ne facciamo della classe politica? gli unici di cui abbiamo veramente bisogno sono scienziati, per l’avanzamento dell’uomo in medicina, ingegneria, ecc.
Ogni giorno, anche nei nostri paesi ricchi, ci scontriamo con gli altri, spesso facciamo un mestiere che non apporta alcun contributo all’umanità ma anzi è distruzione di ricchezza: una società così è basata sull’ingiustizia, dunque instabile … Pensiamo agli abitanti dell’isola di Pasqua, da soli hanno distrutto il loro ambiente esaurendo le sue risorse, a questo punto è scoppiata la guerra civile e la loro civiltà è andata perduta. Ma anche si guardino gli USA, lo stato più potente al mondo, incapaci di reagire adeguatamente all’inondazione di New Orleans e quindi sciacalli in azione e così via …
Cosa succederebbe al nostro bel mondo, se per esempio per un meteorite di certe dimensioni o per un’eruzione vulcanica considerevole (ma come ve ne sono già state in un passato anche relativamente recente) la concentrazione di polveri in cielo impedisse un adeguato irraggiamento della superficie terrestre per un paio d’anni con conseguente carestia globale? Guerre ovunque, anche e soprattutto civili, caos, barbarie, insomma, l’Apocalisse!
però! che esempio di giustizia i “nostri”!
come si dice dalle mie parti: “non li vorrei neanche come compagni di processione”!
dal “fermiamoci un momento”. libro sesto. versetto perplesso
@vincenzo. (castigat ridendo mores).
daria