Addio agli “omini verdi”

Una recente analisi delle rocce marziane, condotta da ricercatori dell’Università di Harvard e di Stony Brook, sembra dare un duro colpo alla speranza di trovare antichi o recenti segni di vita su Marte: l’acqua sarebbe sempre stata troppo salata.

Addio agli “omini verdi”

Non acqua, ma una specie di salamoia: questa sarebbe stata l’acqua presente su Marte fin da almeno 4 miliardi di anni. Lo dicono, in un articolo apparso su Science, N. J. Tosca, A. H. Knoll e S. M. McLannen.

L’acqua è considerata la base essenziale della vita sulla Terra e lo stesso dovrebbe essere vero anche sul pianeta rosso. Tuttavia per essere adatto allo scopo, l’elemento liquido deve avere delle caratteristiche ben definite di temperatura, acidità e salinità. I ricercatori americani hanno analizzato attentamente il residuo salino in rocce marziane risalenti fino a quattro miliardi di anni fa. Purtroppo i risultati non sono stati incoraggianti. In particolare, essi hanno calcolato quella che viene in gergo chiamata “attività acquea”. Questo parametro, legato alla soluzione sciolta, riflette la quantità di liquido che rimane a disposizione per i processi biologici.

L’attività acquea è uguale a 1 per l’acqua pura. Il mare terrestre ha in media un valore di 0.98. Decenni di ricerche, soprattutto da parte delle industrie alimentari, hanno mostrato che qualche organismo può vivere anche sotto 0.9, ma che tutto scompare quasi completamente sotto 0.85. I risultati dei ricercatori americani dicono che l’acqua di Marte aveva al massimo un parametro compreso tra 0.78 e 0.86 e molto probabilmente raggiungeva normalmente valori inferiori a 0,5. Questo ovviamente non vuol dire che la vita non sia mai esistita sul pianeta rosso, ma sicuramente se vi fosse mai stata doveva essere basata su una biochimica diversa dalla nostra.

D’altra parte tutti sanno che, prima dell’avvento dei frigoriferi, si usava salare abbondantemente la carne per renderla meno attaccabile dai microbi. I dati si riferiscono all’area marziana, detta Meridiani Planum, considerata una delle più “umide” e “ospitali” dell’antico Marte.

Se vogliamo quindi trovare dei marziani, sembra che dovremmo cercarli ben diversi da noi. Se la ricerca fosse confermata, temo proprio che bisognerebbe cambiare le motivazioni delle future missioni dirette alla ricerca della vita sul pianeta rosso o quantomeno cambiare completamente i metodi di analisi.

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11 Commenti

  1. Peccato. Se si individuasse una forma di vita extraterrestre sarebbe di enorme interesse scientifico, ancor più se la vita dimostrasse di potersi sviluppare anche a partire da un ambiente diverso rispetto a quelli presenti sulla Terra. Si punta pure alle lune di Giove. Chissà se troveremo mai qualcosa?

  2. Indipendentemente dal tipo di acqua, dolce o salata, che è esistita un tempo o si troverà in futuro su Marte, rimango ovviamente interessatissimo alla ricerca della vita su Marte, ma anche della “non vita”: è comunque una ricerca scientifica!
    Stavo però riflettendo “ingegneristicamente” sugli strani valori dell’attività acquea: ho riletto più volte l’articolo, ma c’è qualcosa che mi convince poco o non quadra… 😯
    Mi sembra che siano valori troppo “schiacciati” verso l’1, cioè troppo vicini all’1: potevano magari assegnare valori legati alla quantità di sali ad esempio in un litro d’acqua.
    Magari potevano assegnare un valore 0 all’acqua pura ed 1 ad un’acqua con una concentrazione elevatissima di sali e potevano dire che la vita può esistere da 0.001 fino a 0.2 o 0.3. Forse su Marte i valori trovati si avvicinano a 0.5…
    Così mi sembrava più sensato…
    Lo so, sono un po’ confuso… vediamo se riesco a spiegarmi meglio…
    I valori 1 per l’acqua pura e 0.98 per l’acqua di mare (notoriamente molto salata, anzi sgradevolmente salata), sono “troppo” vicini !
    Allora l’acqua pura con la densità salina equivalente ad un cucchiaino di sale dentro, che valore avrà? Ad esempio 0.999995??! Strano!
    E con l’equivalente di due cucchiaini quanto vale?? 0.999994??
    Indagherò meglio… 😳

  3. @pierluigi,
    attenzione! Nessuno dice che l’attività acquea distingue solamente la salinità. E’ un parametro che dipensde ANCHE dalla salinità, ma si riferisce ad una serie di fattori legati alla possibilità di contenere forme di vita biologiche come le intendiamo noi. Non per niente è usata soprattutto dalle industrie alimentari … Ripeto, non è solo il sale che fa scendere il parametro. Il sale è uno dei componenti che si riflette sul valore finale. Puoi leggere qualcosa a riguardo anche su wikipedia, ma esistono molte altre fonti … D’accordo poi che anche la NON VITA è interessante, ma andrebbero comunque cambiati certi sensori prestabiliti per il NOSTRO tipo di vita.

  4. ….e l’acqua demineralizzata, tipo quella che bisogna mettere nel ferro da stiro? avrà come valore più di 1 seguengo questa logica? 😕

  5. @tutti,
    forse bisogna fare un po’ di chiarezza sull’Attività Acquea. La definizione esatta dice che il parametro descrive la capacità del liquido di interagire con qualcosa. Maggiore sarà la soluzione presente nell’acqua e minore sarà l’acqua “libera” di interagire. L’acqua pura significa un’acqua completamente libera (H2O e basta). Se sciolgo dei sali o altro, occupo parte dell’acqua che sarà quindi incapace di agire con altro. la stessa superficie in cui è messa l’acqua la costringe a reagire con qualcosa, riducendo la sua attività. Il valore 1 ci dice che tutta l’acqua è disponibile a qualche reazione. Il valore 0 ci dice che vi è una totale assenza di molecole libere. Il sale riduce ovviamente la “libertà”dell’acqua, ma non in maniera molto significativa se si mantiene a livelli marini. D’altra parte nel mare vivono una moltitudine di organismi, che quindi dimostrano benissimo come vi sia ancora una grande capacità di questa di interagire. La soluzione deve aumentare di molto per inibire altri processi. Forse potremmo pensare qualcosa simile a “bad water” della valle della morte. Anche lì c’è acqua, ma è talmente occupata dalle soluzioni che non può sopportare altre reazioni. E’ proprio per questo che il parametro è soprattutto usato nelle industrie alimentari…
    Chi vuole saperne di più può andare al sito: http://www.lsbu.ac.uk/water/activity.html
    OK ? Mi spiace per i marziani (mi erano tanto simpatici), ma ho paura che ci siano poche speranze… D’altra parte non fatemi parlare troppo di Marte (conosco la storia dall’inizio avendo conosciuto molto bene Carl Sagan quand’era giovane e rampante) perchè potrei diventare un po’ troppo polemico… E direi che non è il caso. Godiamoci pure le missioni a ripetizione … ma, mi raccomando, non bevete mai dell’acqua minerale marziana!!!

  6. @enzo
    grazie per le spiegazioni e per il link!
    Quando avrò un po’ di tempo a disposizione leggerò l’articolo: è un argomento che conosco veramente poco, anzi per niente… 😉

  7. In precedenza avevo mandato gli auguri a Phoenix… 😥 Ora però le cose si fanno più interessanti… 🙄

  8. Quindi niente Yll e Ylla nella loro villa porticata nella pianura riarsa dal Sole, lei che sogna -desiderandoli- strani esseri dalla pelle bianca che arivano su un razzo argentato dal terzo pianeta, e lui che risponde -roso dalla gelosia- che non può essere, perché secondo gli scienziati non ci può essere vita sul terzo pianeta, troppo ossigeno nell’aria…

    La prossima volta che ri-leggerò Cronache Marziane credo che mi metterò a piangere… 😥

  9. Non disperare Alex.

    Tutto ciò significa che la vita come c’è sul terzo pianeta diventa improbabile.
    Potrebbe esserci qualcosa di diverso anche se non necessariamente su marte o nel nostro sistema solare. Siamo ancora agli inizi…

    Silvio

  10. Sarebbe davvero fantastico poter trovare delle forme di vita in un pianeta così poco ospitale quale Marte. Ma dobbiamo pensare prima al nostro futuro, la Terra non durerà in eterno! Il sole, seguendo il processo di vita delle altre stelle, si ingrandirà sempre più fino a diventare troppo vicino al nostro pianeta per permettere delle condizioni ottimali di vita. 😯 Marte sarebbe perfetto per ospitare la vita umana, è un pianeta “terrestre” ed ha un’inclinazione che permette l’alternarsi delle stagioni. Quindi dobbiamo puntare su nuove tecnologie in grado, innanzi tutto, di creare un effetto serra ottimale per riscaldare il pianeta, ed in seguito mandare degli organismi in grado di creare ossigeno dalla CO2. La ricerca della vita non deve fermarsi nel frattempo e credo siano molto interessanti i satelliti di saturno a riguardo… 😉

  11. Sarebbe spettacolare, Piero, comunque ci vorrà qualche miliardo di anni prima che il Sole arrivi a quello stadio: per quanto possiamo essere tonti noi esseri umani, credo che abbiamo tutto il tempo per prepararci (se ancora esisteremo)! 😛 Per ora, trovo che Marte sia meraviglioso e unico così com’è, da scoprire e da studiare, affascinante, inclusa la sua rarefattissima atmosfera.

    Concordo che ci sono delle coincidenze sorprendenti fra i due pianeti: oltre ad un inclinazione dell’asse molto simile, anche il tempo di rotazione è quasi uguale. Questo mi incuriosisce, pensando ai dati molto diversi che mostrano invece gli altri pianeti. Oltretutto la Terra, a differenza di Marte, è accompagnata anche da una grossa e straordinaria luna, che ha rallentato parecchio e rallenta tuttora il nostro periodo di rotazione (oltre ad essere stata rallentata essa stessa, ovviamente, tanto da sincronizzarsi e mostrarci sempre la stessa faccia). Coincidenza ancora più curiosa, quindi, pensando al rallentamento terrestre.

    Tuttavia ci sono anche differenze considerevoli: Marte è significativamente più piccolo della Terra ed ha anche una gravità che è solo circa il 40% della nostra: a parte i vantaggi/svantaggi e differenze che questo comporta, spesso si indica proprio la bassa gravità come causa della rarefazione dell’atmosfera, in quanto Marte non riuscirebbe a trattenerla (ricordiamo però che Titano, poco più piccolo di Marte, ma evidentemente parecchio meno denso, avendo una gravità ben più ridotta, ha una un’atmosfera dalla densità superiore a quella terrestre: i fattori in gioco sono più di uno). Marte non ha neanche vulcani attivi che possano immettere gas, né altri meccanismi per auto-sostenerla. Poi la mancanza di magnetosfera o meglio di un significativo campo magnetico (chiaro indizio di un probabile nucleo spento) comporta un’ulteriore assenza di protezione dalle particelle cariche del vento solare (ne arrivano anche dall’esterno del sistema). Insomma oltre ad essere un lavoro ciclopico, questo terraforming rischia di essere anche un progetto insufficiente in partenza. Non mi stupirei se, per lungo tempo, risulterà una soluzione più pratica ed efficiente fare dei banali ambienti artificiali chiusi e protetti (ma chi lo sa cosa consentiranno le tecnologie future?). Scusa se mi dilungo, lo so che tu parli di necessità, di quando la Terra riceverà il rovente abbraccio della sua stella (non dico che finirà inglobata, ci sono vari studi in proposito e questo dettaglio non è certo), ma volevo prenderne spunto per fare altre considerazioni.

    Queste cose fanno riflettere su quanto possa essere difficile trovare qualcosa di vivo, direttamente sull’attuale superficie marziana, completamente esposta a radiazioni, particelle, eccetera (tra l’altro, prima della formazione dell’ozono, pare che fosse difficile per la vita terrestre colonizzare le terre emerse). E in passato? Adesso l’estrema salinità, che viene qui riportata, fa pendere l’ago della bilancia verso l’ipotesi pessimistica. Però magari è prematuro giungere a conclusioni. Anzi, ora mi sorge un dubbio: quanto è salato un bacino idrico che si asciuga (con un processo lungo milioni e milioni di anni)? Sulla Terra esistono laghi prosciugati dei quali restano solo pianure di sale (dallo spessore che supera anche il metro, se non sbaglio) e poco altro, nonostante contenessero presumibilmente acqua dolce in origine. Ecco, sarebbe interessante un confronto fra aree simili, che hanno entrambe ospitato masse d’acqua evaporata, piuttosto che fra queste e laghi/mari/oceani (o è sufficiente così? Non mi è molto chiaro). Forse i dati che riporterà la Phoenix dalle zone polari potranno darci altri indizi in più, in un senso o nell’altro?