Il regalo

Ognuno può regalare qualcosa agli altri. In questo racconto ho cercato di trasmettere più di una morale. Spero di esserci riuscito …


Davanti a lui c’era una roccia altissima, levigata come le sue punte di lancia. Ma meglio, molto meglio. Ed era gigantesca. Quali animali poteva mai uccidere un’arma così mostruosa? Luccicava nella notte e davanti a lei c’era un gruppo di animali a due sole zampe che lo guardavano con interesse. Avevano una pelle strana, di vari colori e la loro testa sembrava nascosta da un buffo copricapo. In mano avevano strumenti a lui sconosciuti. Si bloccò emettendo solo una specie di rantolo. Non erano possenti come lui, ma chissà perché ne ebbe timore e non attaccò. Gli animali lo stavano circondando da ogni lato, muovendosi lentamente ed emettendo quel suono leggero e cadenzato: sembrava che si capissero. Ad un certo punto si sentì circondato come una delle sue prede e si mise in posizione d’attacco. Umabalah stava tornando il capo, il padrone indiscusso del suo territorio. Stava per saltare alla gola dell’essere a lui più vicino, quando questi sollevò lo strano strumento che aveva in mano e con grande fragore bruciò completamente l’albero al suo fianco, riducendolo in carboni ardenti. Anche per Umabalah questo era troppo e si chinò, per la prima volta in vita sua, in segno di sottomissione.

Uno degli animali si avvicinò e gli sollevò la testa senza alcun segno di timore o di rabbia. Poi il suo dito toccò quello di lui. Sentì una scossa violenta, ma non sgradevole. Il suo corpo fu attraversato da un’energia che mai aveva provato. Dai piedi fino al cervello. Proprio lì si era adesso focalizzata la sensazione più viva e violenta. Umabalah si sentì quasi svenire e gli apparvero immagini colorate di cose mai viste, udì suoni armoniosi e struggenti, provò emozioni mai immaginate. Gli sembrava di non essere più lo stesso di prima. Poi tutto finì. Vacillava in preda ad una forte incredulità. Non si rese nemmeno conto che l’animale che l’aveva invaso con quel turbinio di meraviglie, lo stava adesso guardando con stupore e sgomento. L’essere caduto dal cielo si ritirò emettendo un suono diverso, quasi di supplica e di confusione. Fece alcuni segni imperiosi e tutto il gruppo entrò nella punta di lancia gigantesca e lucente. Una grande fiammata illuminò il territorio e poi la luce tornò da dove era arrivata.

Umabalah, con la testa che ancora gli girava, tornò lentamente alla sua caverna e si addormentò subito vicino al fuoco. L’indomani si recò nella foresta, tagliò gli alberi con la sua lancia, sfrondò i rami e si costruì una capanna di legno, davanti agli occhi allibiti dei suoi simili.

La spedizione stava tornando Su Deneb IV in preda ad emozioni non ancora comprese del tutto, ma sempre più vive e gioiose. Il capo aveva trasmesso a tutti gli altri la scarica elettrica che lo aveva posseduto. Ora l’equipaggio “sapeva” finalmente cos’era la ragione ed il sentimento: un regalo del tutto insperato in quel mondo di pura e fredda tecnologia.

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8 Commenti

  1. Bel racconto professore.
    non ho commenti, solo un grazie per l’emozione scaricata. 😮

  2. Complimenti come al solito, molto bello! Non so come mai ma sento che in passato…devo essere stato anch’io qualcosa di simile a Umabalah… 🙂

  3. a volte ironici, altre colmi di malinconie o dolcezze, altre ancora carichi di denuncia sociale o intellettuale, ma sempre, enzo, i tuoi racconti hanno in comune la capacità di far riflettere, di evocare immagini e pensieri in ordine-disordine sparso alla ricerca di una armonia.
    questo mi fa pensare alla creazione al contrario, in cui è l’uomo che crea il “sentire” della vita -compreso, sicuramente, il dolore- nel dio-denebiano (si dirà così?).
    sorriso michelangiolesco
    daria
    ps. aspetto che capitan stefano pubblichi il mio racconto -se lo riterrà opportuno- per dedicartelo…altrimenti ritienitelo dedicato a prescindere :mrgreen:
    sorrisodecurtisprincipe

  4. @tutti,
    grazie a voi per le belle parole e per essere riuscito a trasmettere qualcosa.A daria poi un grazie enorme per avermi dedicato il suo racconto che spero di leggere quanto prima (sarà sicuramente bellissimo…). Starò a casa un paio di giorni e poi ripartirò per la Toscana (una settimana). Anche assente, sarò sempre con voi …

  5. @Alex,
    in realtà si … ma se non sei un calciatore, una velina, un conduttore televisivo, ecc. non è facile. quantomeno ti chiedono soldi. Dato che per me scrivere è un piacere che voi aumentate ancora di più, non ho nessuna intenzione di invogliare qualcuno con qualche regalo … Se piaceranno ad un editore serio, OK…se no pazienza, rimarranno tra noi … e mi sembra già tanto