Un sogno?

Scusate la ripetizione, ma sto sognando di poter assistere a qualcosa di veramente straordinario. So che sarà quasi sicuramente un’illusione, ma penso che mi capirete e mi perdonerete se continuo a sperare … Forza ragazzi !!


La situazione del Congo stava diventando preoccupante. Era troppo tempo che le cose stavano marciando tranquillamente. Pur se a “livello africano”, restava comunque una situazione pericolosamente calma. I rappresentanti delle maggiori potenze mondiali si incontrarono in gran segreto e fecero il punto della situazione. Lo sfruttamento delle risorse locali, sicuramente le più ricche dell’intero pianeta, continuavano a prendere la solita strada ed il costo si manteneva fortunatamente basso. La manodopera indigena (ovviamente gratis) non mancava, ma c’era la crisi finanziaria e si doveva passare ad azioni più drastiche. Bisognava raccogliere di più e spendere di meno. Od almeno fare baratti più remunerativi.

L’Iraq era già stato distrutto e le multinazionali, scelte ben prima dell’inizio della guerra, stavano lavorando a pieno regime per la ricostruzione delle strutture fatte crollare con i bombardamenti. L’Iran poteva essere una buona alternativa, ma era un po’ troppo “selvatico” e presentava rischi non indifferenti. Molto meglio dare una bella stretta di vite in Africa. Il Congo restava la mangiatoia migliore ed ancora troppo poco sfruttata. Si erano fatti conti e proiezioni, e si era visto che le risorse minerarie e agricole potevano ancora essere più che sufficienti per portare la popolazione locale a livelli “altissimi”. Si potevano tranquillamente costruire scuole ed ospedali, far sopravvivere anche il 50% dei bambini, dare lavoro ad almeno il 30% degli uomini e delle donne, assicurare un pranzo al giorno ed una razione d’acqua non solo per bere ma anche per lavarsi. Assurdo! Tutte queste “teoriche” possibilità, mentre il povero vecchio occidente stava subendo una crisi economica devastante. E se la Cina si fosse mossa per prima? No, bisognava tirarsi su le maniche ed inventare subito qualcosa.

La strategia era comunque abbastanza semplice. Bisognava spezzettare nuovamente in tante pesudo-nazioni l’enorme territorio, mettere a capo delle varie fazioni degli uomini fidati e pagati lautamente (in fondo il “lautamente” era del tutto relativo in Africa) e far ricominciare qualche bella guerra santa. Guai se qualcuno avesse pensato di fare di quella enorme nazione una sola e democratica repubblica. Sarebbe stata una tragedia per tutto il mondo civile. Le motivazioni etniche, religiose, linguistiche, tribali c’erano ed avanzavano. E poi bastava costruire adeguatamente i “capi”, cosa estremamente facile. La guerra, ecco la soluzione più facile e remunerativa! Voleva dire mantenimento di uno stato sociale poco più che animalesco e, soprattutto, vendere armi a tanti piccoli stati. Le risorse per pagare il necessario apparato militare esistevano e come: bastava scavare, tagliare, raccogliere un po’ ovunque, con maggiore lena. E questo lo avrebbero fatto eseguire diligentemente i nuovi “signori” della guerra.

Le industrie belliche stavano inoltre passando un periodo non proprio brillante e bisognava che aumentassero gli utili. Molti fucili, bazooka, mitragliatrici, cannoni, venduti in cambio di qualche “piccolo” diamante, erano sempre un buon affare. Si dava ossigeno alle povere fabbriche di armamenti e si incrementavano le entrate. Ancora meglio se si allargava la base dei guerriglieri. Perché limitarsi ai giovani ed agli anziani drogati ed affamati? In fondo non tutti i bambini morivano di fame, di sete o di AIDS. Ve ne erano ancora tantissimi da arruolare e da far giocare alla guerra. Non era forse uno dei giochi più seguiti anche dai fanciulli del mondo sviluppato? E allora che si divertissero anche gli scheletrici negretti. Anche se le pallottole erano vere, rimaneva una grande evasione e non faceva pensare alla fame ed alla sete. Un operazione addirittura misericordiosa e meritevole.

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10 Commenti

  1. Che fantasia, professò!

    Sognare non costa niente, certo; ma i sogni non sempre si avverano, purtroppo. Io spero solo che il ‘longilineo’ presidente non deluda troppa gente, nel mondo, o almeno non tutta insieme, perché sarà pure idealista ma resta… un americano.

  2. Sognare fa’ bene, amplia la fantasia che aspetta di essere resa realtà.
    Sembra un bel discorso di un illuso, ma credo che dovremmo sognare di più e con gli occhi ben aperti. rendersi conto di cosa ci circonda e diffondere i nostri piccoli sogni per contribuire, forse, ad un Mondo migliore, ad un Pianeta Terra (per restare nel sito) migliore.
    Caro Alex hai detto giusto, il “longilineo” resta comunque un americano; sicuramente più intelligente di quello che si appresta a lasciare e qualcosina in più farà, anche se non è semplice in questo Mondo tormentato che non guarda dentro se stesso.

  3. @cari amici,
    so di aver scritto qualcosa in cui fatico anch’io a credere. son d’accordo con voi… Ma non ci costa niente sognare in un modo che sta cancellando tutto. E poi almeno vorrei aprire qualche occhio sul Congo… 😯

  4. Gentilissimo professore,
    qualche settimana fa si disse che era in via di realizzazione il forum del sito.
    Mi piacerebbe davvero scambiare quattro chiacchiere in “libertà”
    La saluto a presto

  5. Qualche “virus benigno” può scappare a qualsiasi potere e sognare che questo accade è molto buono e porta bene. Anzi direi di più: libera l’inconscio dai ns incubi quotidiani. A proposito di questo: ora ho capito leggendo il racconto, perchè il ns presidente del consiglio ha parlato di “abbronzatura” e non di pelle.
    Grazie!
    con affetto

  6. Avete letto della notizia di produzione di antimateria in quantità mai osservate prima, utilizzando una capocchia di spillo d’oro e un laser a impulsi brevi?
    Si creano circa 100 miliardi di positroni per ogni esperimento!

  7. liberté, égalité, fraternité. da che parte e “quando” ho sentito queste parole? :mrgreen:
    no. non era kunta kinte, lo schiavo di haley (toh! una elle in più ed avrebbe il nome della cometa!), nè un discorso di mandela sull’ apartheid, o qualcosa del “I have a dream” di Martin Luther King.
    no, no. nasceva tutto in europa…poi -dopo il sangue indiscriminato- si è persa la rotta, e si è fatto di più, se possibile!
    come sempre cogli punti “caldi” nel cuore e nella testa, enzo, speriamo che un sogno possa bastare a lenire le ferite, scavate nei secoli
    speriamo che ci siano nuove albe
    we have a dream
    sorrisosbronzato 🙄
    daria