Cambio casa

Pur se guidati da principi di equità, libertà e democrazia, ci si può togliere qualche piccola, ma plateale soddisfazione.


I migliori racconti raccolti in un libro: Racconti di normale assurdità


Ce l’aveva fatta. Gli sembrava ancora incredibile, ma i dati erano lì davanti a tutti e non stava certo sognando. Gli sembrava ieri che aveva cominciato quella lunga ed impossibile avventura. All’inizio non era nemmeno stato preso in considerazione. Qualche risata, ma soprattutto indifferenza, tanta indifferenza. Malgrado i miglioramenti sociali e le ipocrite leggi, la situazione non era mai veramente cambiata. A volte veniva concesso qualcosa, ma sempre sotto lo stretto controllo del potere che dominava la nazione. Piccoli “contentini” che in realtà non cambiavano le regole profonde ed immutabili. Se si voleva ottenere qualcosa si doveva rigare diritto, essere delle specie di burattini pilotati da chi deteneva il vero comando delle azioni.

Lui non voleva quello, non voleva una posizione importante solo in apparenza. Mai sarebbe stato una pedina, priva di potere decisionale nelle mani dei padroni che facevano il bello ed il cattivo tempo. No, magari glielo avrebbe fatto credere, ma le ambizioni che aveva erano ben altre. Aveva studiato a lungo la situazione ed aveva visto quali erano i punti deboli del sistema. Ne aveva fatto un’analisi fredda, quasi matematica. Avrebbe cercato di aprire le piccole crepe già presenti, ingigantendole e creando una situazione che sarebbe presto diventata insostenibile. E per ogni problema esasperato, lui avrebbe preparato in anticipo la soluzione. Un lavoro capillare, cinico, preciso come un orologio. Ma ne valeva la pena. Le sue aspirazioni erano pure, oneste, integre. Non aveva secondi fini, solo la volontà di imporre i valori più equi e solidali del genere umano. Anche se doveva usare gli stessi mezzi dei suoi avversari, lo scopo sarebbe stato ben diverso. Il mondo sarebbe cambiato.

Aveva bisogno di denaro, tanto denaro. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma doveva poter competere contro il nemico: senza soldi sarebbe stato sconfitto prima ancora di iniziare la lotta. Doveva usare le stesse armi, le stesse strategie, solo meglio, molto meglio. A volte si sentiva in imbarazzo per quello che diceva e faceva. Poi pensava al futuro ed al passato e si tranquillizzava. Un fine superiore giustifica qualsiasi mezzo. L’aveva anche studiato all’Università. Ma non solo quello. Quanto aveva studiato e con quanta fatica. Ma l’ignoranza doveva essere sconfitta. Quella era sempre stata la debolezza più grande dei perdenti. E lui non voleva essere un perdente. Voleva vincere, ottenere il sogno della sua vita e di tanti secoli di umiliazione. Sapeva di avere l’appoggio di tanti, tantissimi infelici. Ma non gli bastava. Doveva trascinare anche gli altri, proprio quelli che erano sempre stati dall’altra parte della barricata. Li avrebbe convinti giocando d’astuzia e dandogli le speranze che ormai avevano dimenticato, senza forse nemmeno accorgersene.

Avrebbe risvegliato la loro parte migliore, gli avrebbe aperto gli occhi, pacatamente, senza strafare, in modo quasi chirurgico. Li avrebbe plasmati e trasformati. Lui sapeva parlare, sapeva recitare, sapeva essere convincente come nessuno. I suoi difetti così visibili sarebbero stati la sua forza. Avrebbe giocato sulla sorpresa e poi sulla voglia di cambiare a qualsiasi costo. Un plagio? Si, forse. Però ne valeva la pena, anche per loro stessi. Sarebbero caduti nella sua tela, ma non se ne sarebbero pentiti. Ne era sicuro e ne era anche fiero. Sapeva di partecipare ad un gioco rischioso, forse mortale. Ma ormai era in ballo e sarebbe andato fino in fondo. O adesso o mai più. Le condizioni al contorno erano perfette. Molte costruite da lui stesso con attenzione e lungimiranza.

Ogni tanto si sentiva lui il burattinaio, dopo tanto tempo in cui aveva sentito i fili tenergli le braccia, le gambe ed anche la lingua. In fondo ne godeva e non se ne pentiva più di tanto. Anche lui era un uomo ed aveva reazioni magari meno nobili, ma più che comprensibili. Tutto filava perfettamente. Nelle sue trappole, sparse con perfetta scelta di tempo, i nemici cadevano senza nemmeno accorgersene, sicuri di avere la forza dalla loro. I loro occhi e le loro menti erano troppo abituati ad ottenere tutto quello che volevano. Non si curavano degli umili: avevano sempre subito e potevano benissimo continuare a farlo. Come con le scimmiette, gli avrebbero dato ogni tanto qualche nocciolina e loro avrebbero gioito sazi e contenti. No, i potenti non riuscivano nemmeno ad immaginare che il loro avversario, apparentemente debole e fragile, stava trasformando quegli eterni sconfitti in uomini pensanti e razionali, fieri ed ambiziosi.

Forse solo negli ultimi concitati giorni di battaglia qualcuno si rese conto del macroscopico errore di leggerezza in cui erano inciampati, ma ormai il gioco era fatto. Niente poteva cambiare il corso degli eventi. Le certezze dei suoi arroganti avversari crollarono come castelli di carte, si sciolsero come neve al sole. Più che rabbia, provarono stupore, meraviglia. Come era stato possibile? Come potevano degli esseri succubi per definizione diventare improvvisamente delle persone pensanti e libere di agire. No, non poteva essere vero. Non avevano le capacità per distruggere così la loro supremazia ed il loro predominio profondamente radicati ed intoccabili. Poi, lentamente, compresero e si chiusero in una disperata angoscia e solitudine, finalmente consci di essere stati presi in giro, ingannati dalla loro stessa vanagloria. Si, adesso erano loro ad assomigliare alle scimmiette.

Ma si ripresero quasi subito. La loro capacità più grande, il servilismo interessato, uscì nuovamente allo scoperto. La maggioranza si disse pronta a seguire la nuova onda, sperando di ritagliarsi almeno un piccolo fazzoletto di potere. Erano sempre stati pronti a chinare la testa e l’avrebbero fatto anche adesso, anche davanti ai loro antichi servitori. Non sarebbero stati schiacciati, dovevano sempre dimostrarsi i migliori. Ma le occhiate che intravidero intorno a loro, le mezze frasi, i gesti gli fecero capire che forse non sarebbe stato tanto facile.

Lui, il vincitore, non approfittò del suo trionfo, anche se avrebbe voluto sfogare istinti trattenuti a lungo. E convinse anche gli altri a stare calmi, a godersi la nuova era, senza strafare. Ci avrebbe pensato lui, con calma, costanza e razionalità. Ma “quella” cosa doveva farla. Era tanto che ci pensava, sentiva che lo doveva a suo padre, alla sua gente. Un intero continente l’aveva in fondo sempre sperata e lui doveva concedergliela. Il giorno dopo il suo insediamento, gli operai iniziarono i lavori, pitturando le pareti del famoso edificio. Nel giro di 15 giorni il nuovo Presidente degli Stati Uniti poteva entrare nella sua “Casa Nera”.

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

19 Commenti

  1. io invece di Casa Nera o Casa Bianca l’avrei dipinta e definita come La Casa di ogni colore 🙂
    e avrei concluso con la stessa frase del film The Millionaire…….:
    Ed era scritto …. 🙂

  2. ..anzi meglio ancora…la Casa dell’Arcobaleno 🙂
    ..rinnovo i complimenti enzo 😉

  3. @Mi.e.
    in effetti dal bianco al nero si passano tutti i colori… Speriamo voglia veramente dire questo…
    @Eleonora,
    grazie, troppo buona 😳

  4. posso dare un impressione? all’inizio del racconto pensavo stessi parlando dell’ascesa del nostro di presidente…del consiglio però…parte cercando di accumulare i soldi poi entra in politica e inizia a cambiarla radicalmente fino a che la gente inizia ad odiarla, mi aspettavo un finale con una rivoluzione e la nascita di uno stato anarchico e lui che si ritira e ne gode in silenzio non potendo affermare che era tutto pre-organizzato proprio da lui..ahah, molto meglio come prosegue realmente, possibile che ci leggo tra le righe anche un certo ottimismo verso la nuova presidenza USA? oppure vuole essere solo un racconto simbolico??
    trasmette un senso di speranza comunque in tutti e due i casi, proprio bello, mi è piaciuto proprio..

  5. @Tommi,
    si, il significato era proprio positivo. Obama ha usato mezzi astuti e intelligenti (però leciti) ed è riuscito a ingannare chi credeva di essere troppo potente. Può darsi che mi illuda…ma io spero che voglia dire qualcosa per il futuro del mondo!! Qualcosa potrebbe veramente cambiare. Sarà un’illusione, ma è bello sperare!!

  6. @Enzo
    neanch’io mi sento di escludere una possibilità di miglioramento certo, e sono d’accordo sul fatto che Obama sembri un “tipo” completamente diverso rispetto quelli visti fin’ora, però…bè magari non aspettiamoci troppo!!
    Ma questo ovviamente niente toglie al tuo bel racconto.
    Poi la fantascienza è sempre stata un’ispirazione per il progresso se me lo concedi.. :mrgreen:

  7. (ancora)@Enzo
    ehm…cioè…continuo a darle del tu io senza neanche averlo chiesto 😳

  8. @Tommi,
    ci mancherebbe altro! In questo sito (veramente speciale…noi lo chiamiamo il più bello del mondo 😆 ) il tu è d’obbligo! Non credo che le galassie si diano del lei…. Figuriamoci noi 😉

  9. Balsamo per il cuore, leggere la positività del tuo racconto!
    Che sia questa la vera “rivelazione” sul gettonatissimo anno 2012? E poi riesco a leggervi anche quel passo evangelico che recita:” Beati gli umili, perchè a loro appartiene il Regno dei Cieli”!!
    Grazie Enzo! 😉

  10. Cara Mi….e….
    il tuo entusiasmo per la vita, traspare sempre.. ed é sempre contagioso, quindi per dirlo come penso diresti tu: “io penso positivo perchè son vivo perchè son vivo!”
    un saluto forte e chiaro! 😆

  11. @bravissime ragazze,
    avete perfettamente ragione. E bisogna approfittarne con dignità, umiltà ed entusiasmo: viva i bambini!!! Basterebbe imparare da loro e continuare a pensare ed agire con lo stessa emozione per tutto ciò che ci circonda. Chi rovina sempre qualcosa sono gli uomini …. E pensare che sono intelligenti !!!

  12. @Ivonne,
    mi era sfuggito un tuo commento precedente. Forse hai proprio ragione. Che sia lui la fine del 2012? perchè non sperare, anche se, come dice Tommi, non possiamo mai illuderci troppo. ma che vale la vita se non ci si illude un po’? 😛

  13. @Ivonne
    mille grazie smack! 🙂
    canzone precisa precisa..proprio come lo direi io!
    Contraccambio i saluti 😉

  14. @enzo
    veramente sai, fantastico proprio, oramai sono arrivato al punto che controllo prima la situazione “nuovi post” quì che la mia mail quando connetto internet!!
    e comunque su…non mi faccio troppe illussioni ma sono anch’io ottimista… 😀