Energia pulita

Per comprendere appieno il significato di questo racconto è necessario avere una minima informazione sul meccanismo che sembrava in grado di produrre la fusione fredda…

In parole povere, dentro una vaschetta isolata, contenete acqua pesante, si deve riuscire a far collidere tra loro atomi di Idrogeno, sotto forma dei suoi isotopi Deuterio e Trizio, affinché si trasformino in Elio, liberando un’enorme quantità di energia pulita e a basso prezzo. Il problema è riuscire a superare la forza repulsiva che esiste tra gli atomi di Idrogeno. Per ottenere ciò sembra che una semplice barretta di Palladio abbia la capacità di concentrare chimicamente gli atomi e di distruggere le barriere repulsive, formando Elio. Tra il dire e il fare c’è però di mezzo il … mare. Ma non in un racconto fantastico. Mi permetto di dedicarlo a Francesca ed al suo “Teo”.

Nel pianeta “Idrogeno”, le classi sociali avevano un’importanza enorme. I ceti più bassi e più numerosi si occupavano ovviamente dei lavori duri e faticosi, ma esisteva tra loro una grande fratellanza, nata probabilmente dalle rigide condizioni di vita. I bambini, con solo un protone ed un elettrone, sapevano benissimo che non avrebbero potuto scalare le classi sociali, ma questa estrema semplicità del loro fisico li rendeva più allegri e spensierati. Ben diversa era la classe del “deuterio”. Il potere acquisito li aveva fatti arroganti ed alteri. Il loro bellissimo neutrone che faceva bella mostra di sé accanto al protone era sbandierato pubblicamente ed era diventato il segno della loro superiorità. Mai e poi mai i piccoli deuteri si sarebbero uniti alla massa dei più umili e anzi facevano gran fatica anche a stare insieme tra loro. Ognuno viveva nel suo mondo ovattato, in grande solitudine, passando il tempo ad oziare o a bearsi dei vantaggi che la casta gli permetteva. Ma era una vita di noia e solitudine, ed essenzialmente molto triste.

Ancora peggiore, dal punto di vista dei contatti sociali, era la vita dei pochi appartenenti alla classe del “trizio”. A loro spettavano le cariche più importanti del pianeta ed erano sempre in tensione uno con l’altro per paura di vedersi portar via i privilegi acquisiti. Non una vera guerra, ma una guerra fredda fatta di odio e convenzioni da rispettare. Ed i bambini erano ancora più duri, scostanti e noiosi. I contatti con i propri simili erano rarissimi: meglio non dare confidenza a chi di nascosto può portarti via quello che hai ottenuto con la minima fatica. E poi erano così belli con i loro due splendidi neutroni, che spesso passavano il tempo a contemplarsi per ore davanti allo specchio. Le scuole esistevano solo per i deuteri ed i trizi (gli idrogeni “normali” non avevano bisogno di imparare qualcosa, anzi…). Normalmente erano scuole separate ed i bambini seguivano le lezioni da casa, davanti ad un computer per non avere pericolosi contatti. Solo molto raramente c’erano riunioni delle due classi più importanti, ma il clima era sempre freddo e anonimo e non si vedeva l’ora di tornarsene nelle proprie splendide case.

Per una tradizione millenaria gli insegnati venivano selezionati nel pianeta “Elio”. Probabilmente c’era paura di scegliere insegnati nella classe del trizio perché questi avrebbero sicuramente favorito solo i propri simili e anzi forse solo loro stessi. Gli eli erano persone di diversa caratura morale, in cui le classi sociali praticamente non esistevano, ed erano rispettati da tutti a causa dei loro due stupendi elettroni che si vedevano già da distante e dai loro due potenti protoni accompagnati da due giganteschi neutroni. Erano veramente imponenti e, in fondo, facevano un po’ invidia a tutti gli abitanti del pianeta Idrogeno. Cosa avrebbero dato in cuor loro per diventare simili agli eli.

Fu proprio un insegnante particolarmente vivace e lungimirante a proporre qualcosa di veramente straordinario. Perché non fare un viaggio scolastico mettendo insieme sia i deuteri che i trizi? Chissà se lontano da casa e dovendo vivere tutti assieme per qualche giorno non si sarebbe ottenuto un miglioramento del clima apatico che dominava i rampolli delle migliori famiglie?

Dopo un primo momento di stupore ed anche di rabbia di fronte ad un’idea così rivoluzionaria, il miracolo accadde. Sarà stata la voglia di mettersi ancora più in mostra rispetto ai vicini o la capacità dialettica dell’insegnate, fatto sta che alla fine il viaggio venne organizzato. La meta era un bellissimo pianeta ricco di attrattive turistiche e di divertimenti tecnologici eccezionali. I bambini delle due classi sociali, appena a bordo dell’astronave, si guardarono subito in cagnesco: come era stretto lo spazio a disposizione e come dovevano stare vicini gli uni agli altri.

Al terzo giorno di viaggio accadde l’imponderabile. Il motore principale dell’astronave esplose danneggiando tutti i circuiti radio e di comunicazione, il carburante andò perso e fu solo la grande esperienza che permise al pilota (anch’egli un elio) di fare un atterraggio di fortuna su un piccolo asteroide, fuori da tutte le rotte commerciali e turistiche. Erano dei naufraghi, senza alcuna speranza di essere ritrovati, su un oggetto sperso tra milioni e milioni di asteroidi simili al loro. E poi nel mondo dell’idrogeno non vi era un vero interesse verso i bambini: quello che importava era il potere e le classi sociali. I bambini si potevano fare facilmente… Fortunatamente l’asteroide aveva una natura rigogliosa e molta acqua. l’insegnate elio prese in mano la situazione e impartì i primi ordini. Bisognava costruire delle capanne, procurarsi il cibo, raccogliere l’acqua e tante altre cose di prima necessità. Ma questo voleva dire “lavoro”! Non fu facile convincere gli oziosi rampolli a sporcarsi l’elettrone e soprattutto i neutroni, segno principale delle loro casta. Ma più che l’apatia congenita poté la fame, la sete ed il freddo.

Dopo pochi mesi fu costruito un villaggio, si incanalò l’acqua (purtroppo solo pesante, ma pur sempre bevibile), ed i bambini furono anche in grado di cacciare da soli. Il vero problema rimaneva comunque quello della solitudine. Ogni bambino aveva voluto una capanna separata ed eseguiva il proprio lavoro diurno sempre da solo, escludendo qualsiasi contatto con gli altri. Si riusciva a sopravvivere, ma in un clima di grande freddezza, dominato dalla repulsione reciproca. Il saggio elio tentò di tutto per cambiare quello stato di cose, per lui insopportabile. Organizzò cacce di gruppo con risultati più che deludenti. Costruì enormi tavoli per mangiare tutti assieme, ma questi rimasero sempre tristemente vuoti. Non sapeva più cosa fare e pensò a lungo, molto a lungo. Poi ebbe l’idea. Ma si!! Era così semplice. Anche se in piena notte si mise all’opera.

Recuperò parti dell’astronave, si ingegnò al massimo ed in grande fretta. Al mattino la sua opera era completata. Aveva soprattutto usato quello strano materiale che era presente un po’ ovunque nelle rocce circostanti e che si poteva sagomare abbastanza bene una volta riscaldato. Era di un grigio lucente e lo volle chiamare subito “palladio”, per ricordare il nome dell’asteroide dove erano naufragati. I bambini si svegliarono e si trovarono di fronte a qualcosa mai visto prima e del tutto incomprensibile. Tuttavia qualcosa sembrò scattare in loro e lentamente si avvicinarono allo strano manufatto luccicante. Riuscirono anche a superare la forza innata che cercava di respingerli reciprocamente. Si sedettero uno accanto all’altro sui piccoli sedili, con i protoni e addirittura con i loro “preziosi” neutroni a $contatto$. Poi il trenino “palladio” cominciò a muoversi sbuffando fragorosamente e si inoltrò lungo i binari che entravano nella foresta e tra le rocce.

Un istinto nuovo nacque improvvisamente in tutti i bambini, senza più guardare chi era deuterio o chi era trizio. Stavano giocando!! Il trenino aveva definitivamente rotto la repulsione reciproca e ora tutti ridevano assieme (che parola nuova per loro!) In breve dal gruppo di bambini che saltavano e urlavano di gioia si irradiò un calore ed una “energia” nuova, limpida ed incontenibile. Non passarono molti anni che dai fanciulli, ormai grandi, nacquero i primi eli. In fondo era quello che il saggio insegnate, ormai molto vecchio, si aspettava. Era estasiato a guardare il suo miracolo. In fondo era stato così semplice …

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9 Commenti

  1. @enzo
    Bentornato ! devo dire che mi sei mancato molto. Mi è piaciuto questo racconto.
    Mi sto chiedendo quale elemento chimico o biochimico potrebbe fare lo stesso con gli esseri umani. Forse solo un pò più di buona volontà e un pò meno di egocentrismo.
    Fortunatamente i bambini umani sono diversi dai bambini del pianeta Idrogeno! Pensa che tristezza a scuola. Ci vorrebbe proprio un bravo insegnante come quello del pianeta Elio.
    Ho letto i tuoi commenti ( lo so è OT ma così scrivo un post solo) riguardo al mancato avvio del vostro progetto. Sono cose che lasciano parecchio l’amaro in bocca perchè quando costruisci un progetto così importante ci metti un pezzo della tua vita e vederlo prima annullato e poi copiato è come se avessero annullato una parte di te. Per uno scienziato che ama la ricerca è troppo frustrante. 🙁

  2. Cominciavo ad avere nostalgia dei tuoi racconti 🙂
    Devo dire che, anche sul pianeta Terra, quei pa-trizi e deuteri col neutrone firmato non mancano, bisognerà mandare anche loro su Pallade! 😆
    Bella la citazione di come è nato il nome del palladio.

  3. Mi unisco agli applausi per il rientro in scena 🙂 …però mi accorgo solo ora che non è presente un collegamento per la condivisione dell’articolo in Facebook. E’ una scelta o si tratta di una mancanza? Molti amici che leggono la mia bacheca troverebbero interessanti i racconti scentifici del nostro professore.

  4. @U-olter,
    passo la risposta a Stefano … Io sono imbranato totale…
    Grazie comunque!! 😛

  5. Carissimo Enzo!!!
    Grazie per questo splendido racconto. E’ il genere che adoro. Dare un’anima agli esseri inanimati…che poi ci compongono, quindi in un certo senso anche loro un’anima la hanno…
    Come mai si pensava che il palladio potesse far fondere l’idrogeno? Intendo, su che basi sceintifiche? E ormai la fusione fredda è considerata irrealizzabile?

    Grazie!!

    Fra (+ Teo, che tra poco ariverà…)
    🙂 😉

  6. @Fra
    ciao bellissima!!! Il palladio ha la caratteristica di essere in un certo senso “poroso” in relazione all’idrogeno. E’ capace di assorbirne una quantità spaventosa e concentrarlo fino a rompere i legami repulsivi. tutto ciòl solo per via chimica, senza bisogno di riscaldare l’idrogeno (come capita nelle stelle). Sembrerebbe che sia irrealizzabile, anche se sono state bocciate ricerche in tal senso con motivazioni poco convincenti. Vuoi la mia personalissima opinione? Innanzitutto i nuclearisti sono più potenti dei chimici e hanno spinto per trovare una soluzione nucleare (che dicono più fattibile). D’alttra parte questa fonte di energia non solo sarebbe molto pulita, ma anche molto economica (basata soprattutto sull’acqua che non è facile fare pagare come il petrolio o altre fonti energetiche). per cui le ricerche sono state “imprigionate” in un super-centro francese, ma con la “speranza” o qualcosa del genere che faccia progressi lenti, molto lenti…. Mi capisci? Però può darsi che mi sbagli…. 😕
    Aspetto con ansia TEO 😀

  7. Grazie, SuperEnzo!!! Ho capito più o meno come funziona. Ancora una volta è triste vedere come interessi di vario genere interferiscano con la scienza, e anche con il buon senso (energia pulita vs energia sporca e più pericolosa…). Non ci avevo pensato. Sono ancora troppo ingenua, ma temo che tu abbia ragione.
    Speriamo che i francesi ce la facciano!

    Grazie! 🙂

    Ps. Teo arriva, arriva!
    😆

  8. solo aumentando la produzione di biodiesel che
    possiamo fermare la fame nel mondo.
    infatti nel mio paese gli agricoltori hanno
    abbandonato la terra , solo aumentando il biodiesel
    avremo un prezzo minore di carburante e di servizi che fara ritornare
    i contaduni alla terra e fermare la fame nel mondo .