I regali dello spazio

Forse sia gli oceani che la nostra atmosfera sono stati “regali” provenienti dallo spazio. Questa è la teoria suggerita da Francis Albarede del CNRS francese e pubblicata su Nature. Siamo davvero tutti extraterrestri?

I pianeti giganti all’atto della loro formazione hanno sicuramente creato un gran bel caos nel resto del Sistema Solare. Le perturbazioni gravitazionali erano così intense da agitare e far impazzire i piccoli corpi che ancora vagavano un po’ ovunque senza fissa dimora e senza uno scopo prefissato. asteroidi e comete, mattoni primordiali creatisi nello stesso modo e che dovevano le loro differenze solo alla diversa temperatura in cui si erano formati (rocciosi i più vicini al Sole, ghiacciati i più lontani), erano in balia dei loro giganteschi fratelli. I segni di impatti e di catastrofi planetarie dovute ai loro urti sui corpi più grandi sono ancora ben visibili un po’ in tutti i satelliti e pianeti odierni. E la Terra ha subito ovviamente la stessa sorte.

Normalmente si insegna che l’atmosfera terrestre è nata dai gas di “scarico” dei vulcani che hanno riversato all’esterno enormi quantità di gas pesanti. Probabilmente il vapor d’acqua si è condensato formando gli oceani e di conseguenza creando i presupposti per la vita biologia, che a sua volta ha trasformato l’inviluppo gassoso arricchendolo di ossigeno molecolare, prerogativa praticamente unica di un corpo biologicamente vivo. Per la verità però già alcuni scienziati avevano ipotizzato che tutta o parte dell’acqua terrestre provenisse dalle comete, ma la teoria di Albarede va ben oltre.

I grandi oceani sono davvero “nostri” o sono un regalo proveniente dallo spazio?

I grandi oceani sono davvero “nostri” o sono un regalo proveniente dallo spazio?

In realtà le rocce del mantello terrestre sono povere di acqua, analogamente a quanto si osserva su Marte e Venere. Albarede dimostra che nella zona tra il Sole e Giove le condizioni termiche per parecchi milioni di anni non permisero mai la condensazione degli elementi più volatili. L’unico modo per ottenere l’acqua era di riceverla dall’esterno. Durante l’ultima fase del bombardamento dei grossi planetesimi (a volte grandi come Marte) che venivano guidati in ogni direzione soprattutto dall’enorme Giove, le temperature erano sicuramente ancora troppo elevate per permettere la condensazione. E’ questa l’epoca della nascita della Luna. Poche decine di milioni di anni dopo il lavoro di pulizia si stava completando e nel contempo la temperatura era scesa sensibilmente. Gli ultimi oggetti ghiacciati piovevano sulle croste planetarie e l’acqua che giungeva con loro penetrava a fondo negli strati superficiali, rendendoli più soffici e più facili alla rottura. Non solo l’acqua uscì poi allo scoperto, ma i continenti iniziarono ad emergere ed a spaccarsi in grandi placche vaganti. Probabilmente le condizioni perfette per l’evoluzione della vita. Marte si asciugò troppo in fretta e non permise all’acqua di penetrare profondamente. Su Venere regna ancora il mistero e ben poco si sa di ciò che capitò prima del violento rimodellamento della sua superficie, causata dalla parossistica attività vulcanica di circa 800 milioni di anni fa.

Per adesso siamo ancora di fronte ad una arguta e sostenibile teoria, niente di più. Tuttavia questi studi sulla nascita delle atmosfere, degli oceani e della vita, sono fondamentali in questo periodo in cui ci stiamo affacciando verso gli esopianeti. Saremo più pronti a recepire i fenomeni o le condizioni più prossime alla formazione di un’altra Terra.

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7 Commenti

  1. E’ possibile che questa grossa differenza tra pianeti “terrestri” sia da attribuirsi alla presenza della nostra Luna, o in generale di un grosso satellite naturale che influenzi l’evoluzione planetaria? Mi sembra di ricordare che essa orbitasse prima molto più vicina di quanto lo faccia ora, e le maree dovevano essere così intense da rimescolare per bene i materiali della neo terra, rendendola più “fluida”.

    Ciao!

  2. “Marte si asciugò troppo in fretta e non permise all’acqua di penetrare profondamente.” … nel senso che ghiacciò troppo in fretta?

    Essendo la temperatura su Marte più bassa che sulla Terra, a parità di acqua ricevuta, Marte avrebbe dovuto perderne di meno per evaporazione…

    O sbaglio ???

  3. @Antonio,
    come per la Luna il calore del Sole fece sublimare il ghiaccio che diventato gas e venne espulso e trasportato via dal vento solare. La Terra lo ha intrappolato per merito della sua gravità più grande. Anche le stesse comete avvicinandosi al sole sublimano in parte e formano chioma e coda…

  4. Io penso che la Terra aveva l’acqua appena terminato il suo raffreddamento. Solo che era in atmosfera. Solo così potevamo avere una temperatura costante su tutto il pianeta fino a qualche decina di migliaia di anni fa. E’ inutile cercare teorie astruse, l’acqua l’abbiamo sempre avuta. Semmai bisogna cercare di capire cosa è successo per cui è precipitata e si sono formati gli oceani così come li conosciamo oggi, con la conseguenza di un raffreddamento ai poli a causa del mancato intrattenimento del calore diffuso dall’atmosfera precedente e di un riscaldamento all’equatore a causa dei raggi diretti del Sole.
    Scusate, ma per me tutto il resto sono teorie astruse e difficilmente dimostrabili.

  5. vorrei precisare che la pressione atmosferica marziana attualmente non consente di avere acqua liquida in superficie…
    l’acqua liquida esiste non solo in condizioni di temperatura ottimali ma anche a condizioni di pressione ottimali..
    per cui su marte per la pressione che c’è ci sono due possibilità: o vapore o ghiaccio.
    qualche speranza sembra esserci nel sottosuolo, poichè li le condizioni di pressione potrebbero essere adatte all’esistenza di acqua liquida.
    se noi abbiamo acqua liquida dobbiamo anche considerare che la pressione della nostra atmosfera è ottimale per tenere l’acqua liquida.

  6. secondo me non è illogico pensare che gran parte dell’acqua della terra provenga dallo spazio..
    le comete sono un ottimo serbatoio e agli albori del sistema solare ce ne saranno state tantissime e più cariche di oggi ed è plausibile che qualcuna sia caduta sulla Terra rilasciando il prezioso carico

  7. @ giuseppe: più che comete parlerei di interi ed enormi planetesimi tipo quelli che tutt’ora stazionano nella fascia di Kuiper. Eppoi noi pensiamo alla Terra nelle condizioni orbitali attuali; ma chi ci dice dove fosse posizionata all’inizio l’orbita del planetesimo costituente il nucleo della futura Terra? Più vicina al Sole o magari più lontana? Nelle fasi iniziali della formazione di un sistema planetario, si parla di Giovi saltellanti; perchè pensare che la Terra sia stata sempre lì dov’è ora? Magari l’acqua l’aveva con se perchè nata all’esterno del sistema solare e poi è migrata verso l’interno facendola quindi condensare e trattenendola grazie alla maggiore gravità.