Dischi di polvere attorno a vecchie stelle

Il Very Large Telescope dell’ESO ha scoperto e osservato in dettaglio molti dischi di polvere attorno a stelle “anziane”. Sarà quello che capiterà anche al nostro Sole. E’ la prima volta che dischi di polvere su stelle molto vecchie sono stati analizzati con questa precisione.

Sappiamo che alla fine della sua esistenza come stella “normale” il nostro Sole evolverà in una gigante rossa. La temperatura del nucleo centrale salirà e gli strati atmosferici esterni si espanderanno dando luogo a una tenue atmosfera qualche centinaia di volte più estesa dell’attuale raggio solare. La temperatura al suo interno sarà molto bassa e si formerà polvere che insieme al gas sarà la base per la formazione della successiva generazione di stelle e pianeti. E’ l’inevitabile passaggio da morte a vita che l’Universo ci insegna in ogni momento. E’ una fase questa poco conosciuta, che accompagna la formazione delle magnifiche nebulose planetarie e trasformerà il Sole in una nana bianca. La polvere viaggia nello spazio e forma un disco estremamente tenue esteso per migliaia di volte l’orbita terrestre. Non è facile vederli ed è necessario usare una tecnica osservativa speciale in cui vari telescopi siano collegati tra loro in modo da simulare un ricevitore enormemente più grande. E’ quello che fa l’interferometro applicato al VLT dell’ESO, dove i quattro telescopi da 8,2 metri creano un telescopio “fittizio” di 130 metri. Questo gigantesco strumento opera inoltre nell’infrarosso, proprio dove i dischi di polvere fredda sono più visibili.

Con questa tecnica sono stati scoperti dischi in fasi diverse della loro evoluzione all’interno di nebulose planetarie. Non si sa ancora per quanto tempo questi dischi possono sopravvivere mantenendo le loro strutture: centinaia, migliaia o anche milioni di anni. Una ricerca presentata recentemente a Glasgow ha mostrato due dischi piuttosto giovani. Il primo è stato trovato in M2-9, una nebulosa planetaria bipolare (una nube di gas con lobi simmetrici) distante 4200 anni luce da noi e formata da una stella doppia. Entrambe le stelle (una gigante rossa e una nana bianca) sono nascoste dal disco di polvere. La polvere si è originata a partire, come detto precedentemente, dalla gigante rossa. Il raggio interno è di circa 2 miliardi di chilometri ma si estende fino a 135 miliardi. Esso è formato da grani composti da silicio e ossigeno, simile alla polvere che vaga nel nostro Sistema Solare. Probabilmente questo disco ha solo 2000 anni, un adolescente. Esso sta ancora evolvendo sotto l’azione delle interazioni gravitazioni del sistema binario.

Il secondo disco si trova nel cosiddetto Oggetto Sakurai, circondato da una nebulosa circolare che si trova a 11400 anni luce dalla Terra. La stella singola è 10000 volte più luminosa del Sole. Il disco è composto essenzialmente di carbone amorfo e sta crescendo velocemente in dimensioni. Sicuramente è una struttura giovanissima anche per la nostra scala: non più di dieci anni! Ciò permette di studiare la sua crescita fin dall’inizio. Nel solo 2007 si è visto aumentare da 10 a 75 miliardi di chilometri.

Il futuro di questi dischi sarà probabilmente la distruzione a causa delle radiazioni interstellari che spezzeranno i grani nelle loro molecole e atomi, che andranno ad arricchire il materiale del mezzo interstellare: semi per nuove vite.

In alto la nebulosa bipolare M2-9, In basso la nebulosa circolare dell’Oggetto Sakurai con a destra il disco corrispondente

In alto la nebulosa bipolare M2-9 con alla sua destra l’immagine del disco di polvere ricostruita dal VLTI. In basso la nebulosa circolare dell’Oggetto Sakurai con a destra il disco corrispondente. (Fonte: in alto, B. Balick, HST; in basso: A. Zijlstra, University of Manchester)

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1 Commento

  1. 10 anni?!? E non abbiamo nessuna immagine della nascita vera e propria? Che sfortuna… e quando ci ricapiterà un’altra occasione così