L’acqua è stata trovata in un minerale contenente fosfato di calcio (apatite) all’interno di rocce basaltiche recuperate dagli astronauti dell’Apollo 14 nel 1971. Per essere precisi non si è trovata davvero l’acqua (ossia la molecola H2O), ma l’anione idrossilico OH-, legato proprio all’apatite. La differenza però è minima. Se si riscaldasse l’apatite, gli ioni idrossilici si “decomporrebbero” e darebbero luogo ad acqua vera e propria.
Quale può essere il meccanismo che ha prodotto questa fondamentale riserva d’acqua? Probabilmente bisogna tornare ai tempi in cui la Luna mostrava ancora qualche segno di attività vulcanica. Si è sempre pensato che il vapore che fuoriusciva dalle bocche vulcaniche fosse solamente anidride carbonica e gas sulfurei. Invece esso poteva contenere anche acqua, che ha lasciato un chiaro segno nei depositi vulcanici formati da rocce basaltiche.
Questo risultato dimostra un paio di cose. Innanzitutto che la tecnologia è cresciuta di molto negli anni e si è oggi in grado di analizzare grani minerali molto più piccoli di un capello umano. Ma, anche che le missioni spaziali hanno prodotto una quantità incredibile di dati che spesso non sono ancora stati studiati a fondo. Permettetemi una piccola e bonaria polemica a riguardo. Lo studio delle missioni spaziali ha catalizzato l’interesse di moltissimi giovani ricercatori fino dai tempi dei Voyager e anche prima. La ragione principale era che intorno a queste ricerche d’avanguardia circolavano molti soldi e ottime possibilità d’impiego. Come conseguenza sono diminuiti di molto i gruppi teorici che dovevano creare i modelli e interpretare i risultati. Un esempio fondamentale: le missioni Voyager avevano lo scopo principale di portare dati e prove per le teorie di formazione del Sistema Solare. Purtroppo quando la messe enorme di dati su pianeti e satelliti è giunta a terra, non vi era quasi più nessuno che lavorasse sulle teorie. Molti dati sono così rimasti inutilizzati e forse ancora oggi contengono risposte fondamentali che restano negli archivi.
Ma torniamo all’acqua lunare.
Le prove di laboratorio eseguite sui campioni lunari hanno mostrato una somiglianza eccezionale con quanto si trova nei depositi vulcanici terrestri, dove l’idrogeno è molto comune. In altre parole, l’apatite terrestre è quasi uguale all’apatite trovata sulla Luna.
Questo non vuole certo dire che l’acqua sia altrettanto abbondante sul nostro satellite, infatti nessuno sa quale sia l’ammontare di acqua lunare capace di dare luogo ad apatiti ricche di idrossili. Dopo tutto, è molto difficile estrapolare l’ammontare di acqua trovato in un campione di apatite (dell’ordine di 1600 parti per milione) alla quantità di H2O presente nell’intera superficie lunare. Oltretutto l’apatite si è formata da processi che tendono a concentrare l’idrogeno a livelli molto più alti di quanto capiti nelle rocce lunari in generale.
Anche senza oceani e laghi, la Luna continua però a essere sempre più “abitabile” di quanto si pensasse una volta. Chissà…

Una microfotografia di un campione lunare contenete l’apatite. Chi ci capisce qualcosa me lo dica!
Prima un aggancio alla tua piccola polemica Enzo: come è disorganizzata la ricerca, come è bistrattata e quanto potremmo invece scoprire!
Ma allora l’acqua probabilmente non è così rara nel cosmo se si trova in piccole dosi anche in posti come la nostra Luna.
Domanda: Le future missioni umane ne trarraranno vantaggio?
…e poi piccolo Off Topic: Profe, che ne pensa della recentissima attività solare? Persino l’odierno televideo Rai ne ha dato notizia, pag. 162…. 😎
E pensare che la Luna così grigia sotto sotto racchiude colori così belli
@tutti,
chiedo scusa se non riesco più a rispondere… ma sono tornati i problemi con la telecvom e non ho più l’ADSL…. Ogni tanto cercherò di usare la chiavetta, ma è un lavoro quasi impossibile…
Comunico anche che sarò comunque via dal 7 al 14 agosto…
Quasiasi variazione sul raduno venga comunicato a Stefano che poi mi contatterà via telefono (se almeno quello me lo lasceranno…).
Scusate 😈 👿