Un’appendice alle scoperte di Keplero

In un recente articolo abbiamo visto che la sonda Keplero ha individuato 6 pianeti intorno alla stella Kepler-11: vediamo di conoscerne altre caratteristiche ed in particolare la denominazione…


Questo articolo fa uso del Simulatore 3D.
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In un recente articolo abbiamo visto che la sonda Keplero ha individuato 6 pianeti intorno alla stella Kepler-11: vediamo di conoscerne altre caratteristiche ed in particolare la denominazione.

Tutte le stelle oramai possiedono come minimo una decina di nomi o sigle differenti dei quali un paio sono i nomi propri con cui le conosciamo (come Sirio, Betelgeuse, Stella di Barnard, ecc) e gli altri derivano dal fatto che tutte le stelle sono di fatto inserite in differenti cataloghi stellari a seconda di certi criteri.

Ad esempio la stella Sirio è stata inserita in più di 50 cataloghi ed è così “HIP32349” (secondo il catalogo delle stelle più vicine misurate dal satellite Hipparcos) oppure “2MASS J06450887-1642566” (catalogo 2Micron All-Sky Survey) oppure ancora “SAO 151881” (catalogo dello Smithsonian Astrophysical Observatory)…

La nostra stella, prima della scoperta della sonda Keplero, aveva come nome principale “GSC 03144-00002”, dove GSC sta per Guide Star Catalog, un insieme di circa venti milioni di stelle utilizzate dall’Hubble Space Telescope per le sue operazioni.

Dal momento che appartiene all’insieme di circa 30 milioni di stelle monitorate dalla sonda Keplero, ecco che ha ricevuto un identificativo contenente un numero progressivo “Kepler 65410920”. Non chiedetemi perché questo numero è maggiore di 30 milioni: o non è un progressivo oppure la fonte (il catalogo SIMBAD) ha un errore nell’help!

Il nome “Kepler-11” deriva dal fatto che è l’undicesima stella di cui sono stati trovati pianeti, almeno fino a che non si abbia la certezza della loro esistenza o meno: in quest’ultimo caso, già capitato, in cui i pianeti poi non sono stati confermati, il conteggio prosegue comunque e la sigla della stella decade, non più utilizzata.

Un altro paio di nomi: “2MASS J19482762+4154328”, del già citato catalogo che monitorizza il cielo alla lunghezza d’onda di 2 micron. Questo catalogo contiene circa mezzo miliardo di stelle e la numerazione deriva dalle coordinate celesti della stella: nel nostro caso l’ascensione retta (RA) è di 19h 48m 27.62s e la declinazione è +41°54’32.8”.

L’ultimo nome che consideriamo è “USNO-B1.0 1319-00404945” e fa riferimento al catalogo B1.0 dell’USNO (il glorioso US Naval Observatory), contenente la bellezza di più di un miliardo di stelle ed in questo caso la sigla indica un numero sequenziale all’interno di una zona di cielo, la 1319, laddove 0000 è una zona intorno al Polo Sud celeste e via via crescendo fino a 1799 che si riferisce al Polo Nord celeste.

Non vi annoio oltre con i cataloghi KOI, PPMX e UCAC3 e proseguiamo oltre con qualcosa di più pratico! Ricordo solo che tutte queste informazioni sono tratte dal CDS (Centre de Données astronomiques de Strasbourg) che cura il più importante database di oggetti astronomici, chiamato SIMBAD ed altri svariati servizi utilissimi agli astronomi, tra i quali cito l’atlante stellare “Aladin” – di cui fra breve vedremo alcune immagini – e “SimPlay”, che consente di visualizzare un oggetto del catalogo SIMBAD con una foto satellitare.

Credo che la cosa più semplice sia andare sul sito e navigare tra le svariate pagine ed utility: c’è di che passare un bel po’ di tempo, magari di giorno quando le stelle non si vedono oppure di notte in presenza di nubi.

Tutte queste informazioni sono disponibili liberamente alla comunità scientifica mondiale in congiunzione con analoghe entità sparse in tutto il mondo che offrono servizi simili (negli Stati Uniti la NASA, in Giappone, Russia, Gran Bretagna, Cina, Brasile, Argentina ed India) strette da accordi di collaborazione.

Tutte le informazioni su qualunque oggetto celeste (stella, radiosorgente, nebulosa, galassia, ecc) sono alla portata di click per chiunque ne abbia la necessità: trovo che questo è assolutamente fantastico, quasi da film di fantascienza ed anzi, al contrario dei film di fantascienza, si può vedere che non è assolutamente possibile nascondere qualcosa (ad esempio scoperte o pianeti tipo il fantomatico Nibiru) come invece da qualche fonte disinformata si sente dire a sproposito. Ma questo ci porta fuori tema… ritorniamo alla nostra Kepler11 non dimenticandoci di mandare il nostro plauso a tutti questi enti, il CDS in particolare. Grazie!

Foto della zona di cielo

Vi presento il programma Aladin: liberamente scaricabile dal sito CDS, oppure lanciabile direttamente dal browser, consente di avere foto di zone di cielo grazie ad immagini digitalizzate di vari satelliti o telescopi (c’è l’imbarazzo della scelta!).

Io ho realizzato qualche foto della zona di cielo centrata sulla stella Kepler-11, a partire da questa, in cui la stellina è ben visibile al centro dell’immagine, un quadrato di poco più di 11’ di lato. Man mano che ingrandiamo il campo visibile, (foto con 1.5° di lato), (foto con 6° di lato, arriviamo a questa foto di ben 24° di lato dove vediamo parte della Via Lattea e stelle ben luminose: avete notato quante stelle si vedono in ogni foto?!

kepler11.jpg

La tentazione era forte: ho messo la finestra di Aladin a tutto schermo ed è apparsa una visione fantastica della zona di cielo centrata sulla Kepler-11, oramai completamente invisibile (ma sempre indicata dal crocicchio centrale): nell’immagine a fianco vediamo la costellazione della Lira con la brillante Vega, ma soprattutto il Cigno, attraversata dalla Via Lattea dove si riconoscono due nebulose famosissime. Pensare che tutto questo è alla portata di chiunque con pochi semplici comandi (quelli base, perchè le potenzialità sono infinite!) è assolutamente fantastico!

Simulazione 3D ed oltre

Utilizzando i dati, seppur ancora provvisori e affetti da incertezze, relativi ai pianeti della stella Kepler-11, ho realizzato quasi per gioco una versione un po’ pazza e strana del ben noto Simulatore 3D, che abbiamo già incontrato parecchie volte nei miei articoli sulle sonde spaziali.

Stavolta ho semplicemente posto i sei pianeti della Kepler-11, all’interno del Sistema Solare, così si può vedere quanto sono vicini alla loro stella e quanto affollerebbero la parte più vicina al Sole del nostro sistema planetario: considerato che si ipotizzano per i sei pianeti grandezze da 2 a 5 volte il raggio della Terra, ecco che lo spettacolo potrebbe essere grandioso, dato che a quella distanza dal Sole in realtà viaggiano solo pochi asteroidi, di ampiezza ben inferiore e dunque non visibili ad occhio nudo.

Una volta cliccato sul link ed aperto dunque il simulatore in un’altra finestra, suggerisco di mettere lo zoom al valore 300, dopodiché possiamo avviare il Play della simulazione: i “nuovi” pianeti interni sono molto veloci, proprio perché (almeno i primi 5) si trovano a distanza $inferiore$ a quella di Mercurio.

Vi ricordo che potete cambiare l’angolo di visualizzazione spostando le scrollbar verticale ed orizzontale o meglio cliccando e trascinando il tasto sinistro del mouse (all’interno del rettangolo di visualizzazione) e potete cambiare lo zoom sia dal cursore che cliccando e trascinando il tasto destro del mouse. Potete anche eliminare il tracciamento delle orbite, i nomi dei pianeti, come pure potete eliminare o di nuovo aggiungere i 6 pianeri intrusi, cliccando sul nome il alto a sinistra.

Potete infine velocizzare il tutto cambiando lo step: se lo mettete a “3days”, i nostri pianeti continuano a girare, ma più velocemente, mentre i 6 sembrano muoversi quasi caoticamente!

Se ponete lo step a ”10days” (e ancora più veloce), succede qualcosa di apparentemente strano: il pianeta “b” sembra muoversi lentamente e al contrario rispetto agli altri (basatevi ad esempio sul moto della Terra): la spiegazione è semplice e la lascio ai vostri commenti!!

Ovviamente le posizioni dei sei pianeti sono assolutamente di fantasia ed i dati orbitali mancanti (al di là del periodo orbitale, la distanza e l’inclinazione) li ho inseriti assolutamente a caso.

Anticipo che sto pensando a Celestia e a come si potrebbero vedere questi pianeti, se posti all’interno del nostro Sistema Solare: rimanete sintonizzati!

Informazioni su Pierluigi Panunzi 539 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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1 Commento

  1. Come al solito il simulatore fa la sua bella figura!
    Si vede che il pianeta b ha un periodo di rivoluzione di poco superiore ai 10 giorni, quindi per step di 10 giorni risulta andare lentamente al contrario!!
    A ben vedere anche c sembra andare al contrario, basta non premere sul play ma andare avanti fotogramma per fotogramma…
    Comunque stupendo!