Osservare i Flare solari della NanoSail-D

Ricordate la sonda solare a vela, la NanoSail-D? Ci eravamo lasciati con la segnalazione del fatto che avrebbe generato dei flare, come quelli dei satelliti Iridium, i ben noti Iridium Flare.


In un articolo precedente avevamo conosciuto la sonda della NASA NanoSail-D, la prima dotata di una vela solare. Avevamo accennato al fatto che grazie all’ampia superficie e alla riflettività del materiale che compone questa vela spaziale, si sarebbero generati dei flare, cioè dei bagliori improvvisi. In effetti succede proprio così: quando la vela viene colpita dai raggi solari e noi siamo proprio nella direzione del raggio riflesso allora ne vediamo il bagliore.

Lasciamo ora la parola a Science@$NASA$ per un aggiornamento: ecco una nuova traduzione non automatica, ma ragionata e libera…

E’ una notte calma e pacifica: le stelle brillano nel buio vellutato, mentre un aereo distante passa silenzioso con le sue lucine colorate lampeggianti. Si potrebbe sentir cadere uno spillo (ndr questo forse negli States… ricominciamo daccapo con una versione un po’ più realistica…)

E’ una notte qualunque, rumorosa e luminosa come al solito: le stelle brillano in un cielo oramai sempre più rischiarato dalle luci cittadine, un’ambulanza passa a sirene spiegate ed un camion della mondezza svuota rumorosamente i cassonetti. Un aereo passa come al solito e c’è sempre gente pronta a gridare “all’UFO”. Se cadesse uno spillo ce ne accorgeremmo solamente camminandoci sopra a piedi scalzi, nel buio di casa. (ndr: va meglio cosi? Penso di sì…)
All’improvviso un flare…

flare solare

In Finlandia la fotocamera di Esko Lyytinen ha ripreso un flare della vela solare, almeno tre volte più luminoso di una stella di 1 magnitudine.

Lassù in alto, nel buio, una luce appare improvvisa alla vista: per 5 – 10 secondi sovrasta la luce delle stelle visibili, quasi una supernova che probabilmente proietta un’ombra ai tuoi piedi. Come quando si osservano gli Iridium Flare, è difficile non esclamare un sonoro “wow che bello!”.
(ndr: Detto fra noi nemmeno Venere riesce a generare un’ombra al buio completo, figuriamoci nelle nostre città luminose… Sugli Iridium Flare invece ha perfettamente ragione! Tutte le volte che mi capita di osservarne uno, non riesco a rimanere impassibile davanti a quello spettacolo e di solito esprimo tutta la mia contentezza in gergo romanesco, che non riporto ma vi lascio solamente intuire…)

Potrebbe accadere qualcosa di simile anche con questa sonda? “Certo! Se vi capita di essere fuori casa quando la NanoSail-D vi passa sopra la testa” dice Dean Alhorn del Marshall Space Flight Center ad Huntsville, in Alabama “pensiamo che la sonda potrebbe produrre uno spettacolo simile, quando la vela viene illuminata dai raggi solari rispetto al nostro punto di osservazione”.

Come sappiamo già, il 21 gennaio la sonda ha srotolato una vela di 10 metri quadri lassù a 650 km dalla superficie terrestre, diventando così la prima vela ad orbitare il nostro pianeta: nei prossimi mesi continuerà a sfiorare la parte più alta dell’atmosfera, scendendo poi lentamente di orbita a causa del freno atmosferico che un domani potrà essere sfruttato per “de-orbitare” i detriti spaziali. Se tutto procederà come pianificato, la sonda scenderà sempre di più nell’atmosfera e si disintegrerà come una meteora tra aprile e maggio, distruggendosi (senza creare pericoli di sorta) ad una quota di circa 100 km.

satellite Iridium

In questa foto si nota benissimo la

parte più riflettente di un Iridium

Fino a quel momento dunque da Terra si potrà beneficiare di flare: parecchie persone hanno osservato gli Iridium Flare, dei flash improvvisi causati da raggi solari che investono le antenne piatte dei più di 60 satelliti per comunicazioni della serie Iridium. Alcuni di questi flare sono così brillanti da poter essere visti anche in pieno giorno. La sonda NanoSail-D potrebbe essere ancora più luminosa.

“La superficie della vela è sei volte più grande di una singola antenna degli Iridium” sottolinea Alhorn “ed inoltre siamo più vicini alla Terra: tutto gioca a favore di flare più luminosi”.

A mano a mano che si avvicina alla Terra, la NanoSail-D in teoria potrebbe produrre flash di luce da 10 a 100 volte più luminosi del pianeta Venere, da 2.5 a 5 magnitudini più grandi: e potrebbero essere visibili tra le luci cittadine. Ma tra un flare e l’altro invece la sonda ha un’intensità luminosa parecchio debole: Ted Molczan, esperto di fama mondiale nella caccia ai satelliti, ci descrive quanto ha osservato finora: “La sonda NanoSail-D può essere un oggetto difficile da trovare, ma non impossibile. Quando è al minimo della luminosità risulta invisibile anche con i binocoli più grandi, mentre al massimo della luminosità si può vedere a occhio nudo. La grande variabilità della sua luminosità è dovuta alla sua forma. E’ un grande foglio di materiale altamente riflettivo ma poco spesso: dunque visto di taglio è molto debole, mentre visto di faccia e con un angolo favorevole rispetto al Sole, rivaleggia con le stelle più brillanti.”

Le previsioni dei passaggi della sonda si trovano in parecchi siti (ad esempio www.heavens-above.com, www.spaceweather.com, oppure www.calsky.com): questi siti dicono quando la sonda attraverserà il cielo in vicinanza del vostro luogo di osservazione, ma non quando si avranno dei flare, dal momento che l’orientamento della vela non è conosciuto con la precisione necessaria al calcolo dei flare stessi.

“Dato che non è possibile predire esattamente quando la NanoSail-D diventerà luminosa, gli osservatori possono migliorare le possibilità di riuscita osservando per un periodo di parecchi minuti” dice Molczan. “Per aiutare l’osservatore a rimanere concentrato sulla posizione approssimata del satellite, mentre si muove nel cielo, è utile stampare la mappa del cielo con il percorso della sonda tra le stelle, con tacche (e relative annotazioni dell’istante di tempo) poste ad intervalli di più o meno un minuto. Consiglio di effettuare l’osservazione ad occhio nudo oppure con binocoli a largo $campo$, quali ad esempio i 7×50”.

flare solare vicino alla Luna

A Buenos Aires, Enzo De Bernardini (di chiare origini italiane, come suol dirsi) ha ripreso la congiunzione tra la Luna e la sonda: la vela non era visibile ad occhio nudo, dato che aveva una mgnitudine pari a 7 e la foto è stata realizzata con un rifrattore da 8 cm.

I flare più luminosi dovrebbero apparire quando il satellite è vicino all’orizzonte e la spiegazione di questo fatto ce la dà Mark Whorton (che lavorava alla NASA ed ora è in forze alla Teledyne): “Nella prima parte della missione la NanoSail-D sicuramente rotea incontrollato nell’orbita, perciò non importa la sua posizione nel cielo e i flare possono avvenire in qualunque punto della sua orbita. Ma con il passare del tempo la sonda si stabilizza aerodinamicamente, con la superficie piatta della vela perpendicolare al cammino della sonda stessa, un po’ come fanno le vele nei velieri. Questo vuol dire che nel momento in cui la sonda si trova proprio sopra la nostra testa, la si vedrà di taglio (e sarà dunque pochissimo luminosa), mentre quando sarà vicina all’orizzonte (da un lato o dall’altro) ci mostrerà la vela quasi di faccia e dunque sarà al massimo della luminosità”. (ndr: spiegazione ineccepibile!)

Alhorn aggiunge: “Per questo motivo, controllate le previsioni, uscite all’esterno e osservate. Potreste vedere qualcosa degno di essere raccontato!”

In più, per incoraggiare gli osservatori a monitorare la vela solare, la NASA e il sito www.spaceweather.com hanno riunito le loro forze nella creazione di un concorso a premi fotografico: si parla di premi da 100 a 500 dollari assegnati alle migliori foto della sonda, da ora al momento della sua disintegrazione nell’atmosfera.

Valgono sia immagini telescopiche della sonda, come pure foto a grande angolo della NanoSail-D durante i vari passaggi oppure ancora le fortunatissime foto di flare. I dettagli li trovate su www.nanosails.org.

Traduzione da: Articolo in lingua originale

Alcune considerazioni aggiuntive

Quando avevo scritto la traduzione dell’altro articolo, c’era stato uno successivo scambio di commenti con amici appassionati: allora, conoscendo poco l’argomento, mi sarei aspettato di trovare nei siti citati la previsione dei flare. Ed ero rimasto quasi deluso di aver trovato solo previsioni di passaggi, anche in siti fidati quale www.heavens-above.com.

Tra le varie previsioni che avevo richiesto per Roma, avevo visto che al massimo la sonda sarebbe arrivata “solo” alla magnitudine 1.7 il 24 febbraio, allorchè la sonda sarebbe passata praticamente sulla verticale della capitale. In effetti, alla luce di quanto riportato più sopra, questa magnitudine è ottima, considerato soprattutto il fatto che la sonda appare di taglio (pensate sempre ad un veliero cosmico sospinto da un vento spaziale!).

E’ valido quindi il suggerimento di effettuare l’osservazione da qualche minuto prima a qualche minuto dopo rispetto alle previsioni: in totale stiamo sempre intorno ad un quarto d’ora.

Se dunque si è fortunati, si sarà trascorso un quarto d’ora osservativo indimenticabile!

Informazioni su Pierluigi Panunzi 539 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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2 Commenti

  1. E’ sempre affascianante i fenomeni naturali, e anche quelli artificiali nello spazio, ma sarebbe bene capirne anche la finalità , oltre la pura spettacolarità ❓

  2. 😉 hola como estan los amo quiero hacer el amor con ustedes por que soy puto perdon por la palabra pero es la verdad