I cosmologi (amici di Einstein) ammettono che a piccolo scala (decine di milioni di anni luce)  le concentrazioni di galassie dominano l’Universo. L’importante sarebbe, però, che quando la scala si allarga le concentrazioni spariscano in un insieme del tutto casuale, indipendente dalla direzione in cui si guardi. Piccole città che si disperdono in una nazione dove la popolazione è equamente distribuita un po’ ovunque. Tuttavia, qualche scienziato ha invece proposto che il modello della bambola russa potrebbe continuare fino alle scale più grandi (una serie perfettamente frattale). Se questi avessero ragione la descrizione dello spazio-tempo sarebbe da rivedere completamente e Einstein si prenderebbe molti fischi.
Ecco allora intervenire una ricerca colossale e probabilmente definitiva eseguita con il telescopio anglo-australiano: la WiggleZ che ha analizzato i redshift di ben 240 000 galassie non più vecchie di 8 miliardi di anni (redshift = 1), distribuite su circa 1000 gradi quadrati di cielo. In pratica, si è vista la distribuzione su scale dell’ordine di 930 milioni di anni luce.

Il risultato sembra non lasciare dubbi: la bambola russa continua fino a un certo puto, ma a scale di circa 350 milioni di anni luce la materia si distribuisce in modo omogeneo e del tutto casuale. I frattali sembrano perdere il comando della situazione.
Nessuno era mai arrivato fino a questi livelli di scala. Ora possiamo dire che le strutture non continuano a crescere verso raggruppamenti sempre più grandi, ma vivono indipendenti in un universo omogeneo. Ancora una volta, i fischi a Einstein sono rinviati.
Il lavoro originario si può trovare qui
avevo letto la notizia qualche giorno fà ...tra l'altro la ricercatrice che ha condotto lo studio è una dottoranda dell'ICRAR tale Morag Scrimgeour, davvero in gamba.....
questo porta per l'ennesima volta a conferma del genio assoluto di Einstein fuori dal tempo...
grazie per l'articolo..
Triovo l'articolo interessante, anche se me ne sfuggono le implicazioni. La cosa che mi affascina di più però è l'immagine!
Sapere che quella è la distribuzione della materia in una parte dell'universo grande poco meno di un miliardo di anni luce e che l'universo è molto, molto più esteso... beh, mi fa sentire piccolo piccolo! Un conto è sentire parlare di miliardi di anni luce, un conto è vedere quell'immagine e rendersi conto che un solo pixel illuminato è probabilmente più grosso della nostra galassia... rende l'idea della scala di grandezza della quale stiamo parlando!
PS: sono l'unico che ci vede una somiglianza con una rete di neuroni?
In realtà la materia non sarebbe più concentrata al "centro" ( perdonate l'imprecisione) dello spazio che ai suoi estremi? Forse ho interpretato male l'articolo ma ai confini dello spazio non ci dovrebbe essere materia e questa distribuzione non è casuale o sbaglio? Mi pareva di aver letto di recente qualcosa a riguardo in una sezione del forum ma non ritrovo più la discussione originaria
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Chissà come mai tutto questo mi fa pensare alla struttura portante dello Spazio-Tempo, vista in macroscala, come ad un campo ipersferico (? Si dice così una Sfera N-Dimensionale?) spugnoso lungo il quale si adagia la materia, la cui concentrazione è in grado a sua volta di modificare la struttura della "spugna" che la contiene.
Non so se è assurdo ma è un'idea affascinante!
Dato che sono un fan di Mandelbrot, devo ammettere che un pochino non mi dispiaceva l'idea di Universo frattale...
Ottimo articolo e colossale ricerca, comunque!
Ma comunque l'universo non può essere definito finito...tutto ciò che esiste è contenuto in esso.