L’asteroide, di tipo Apollo, venne scoperto il 3 aprile del 2002 nell’ambito del programma Spacewatch a Kitt Peak con una magnitudine assoluta stimata H = 18.3 e quindi una dimensione compresa tra 0.6 ed 1.3 km.
Per maggiori informazioni sulla classificazione degli asteroidi (PHA, NEO, Apollo ecc.) consiglio la lettura dell’articolo “Chi sono i nostri vicini di casa?” (qui), mentre per approfondimenti sulla magnitudine assoluta rimando all’articolo “Asteroidi: la magnitudine e la fase” (qui).

L’attuale incontro ravvicinato pur non essendo tra i più stretti, poiché l’asteroide passerà ad una distanza di circa 47 volte la distanza Terra-Luna, riveste comunque una notevole importanza come vedremo tra breve. A titolo informativo in figura 1 sono riportati alcuni degli incontri ravvicinati (passati e futuri) estratti dal sito NeoDys di Pisa. La distanza è espressa sia in unità astronomiche (AU) che in unità di distanza Terra-Luna (LD).

La sonda Deep Impact (figura 2), lanciata il 12 gennaio del 2005, aveva come obiettivo primario la cometa Tempel 1 che ricorderete venne colpita il 4 luglio dello stesso anno con un “proiettile” lanciato dalla sonda per scalfirne la superficie e studiarne la composizione attraverso l’analisi dei detriti lanciati nello spazio. Successivamente l’orbita della sonda venne riprogrammata per un incontro ravvicinato con la cometa Hartley 2 (avvenuto il 25 novembre del 2010) ed infine una ulteriore correzione di rotta (avvenuta il 4 ottobre del 2012) porterà la sonda nelle vicinanze dell’asteroide 2002 GT il 4 gennaio del 2020.
I parametri fisici di questo asteroide sono scarsamente conosciuti e quindi l’attuale passaggio ravvicinato rappresenta un’ occasione di studio assolutamente da non perdere, tanto che sono stati avviati diversi programmi professionali di ricerca, coinvolgendo anche i radiotelescopi di Arecibo e Goldstone.

Per questo motivo lo scorso 16 e 17 giugno l’asteroide è stato osservato da Paolo Bacci, Luciano Tesi e Giancarlo Fagioli, presso l’Osservatorio di San Marcello Pistoiese, con un telescopio da 60 cm (f/4) ed una camera CCD Apogee Alta da 1024 x 1024 pixel. Nel corso delle sessioni osservative sono state acquisite complessive 491 immagini non filtrate con un tempo di esposizione di 45 secondi ciascuna (vedi la figura 3 per una breve animazione e la figura 4 con la posizione dell’orbita al momento dell’osservazione).

Le immagini acquisite mi sono state messe cortesemente a disposizione da Paolo Bacci per l’analisi fotometrica, nel tentativo di riuscire ad ottenerne la curva di luce e determinare così il periodo di rotazione (non conosciuto) dell’asteroide.

Il tentativo ha avuto esito pienamente positivo (figura 5) ed è stato così possibile determinare il periodo sinodico di rotazione dell’asteroide di 3.77 ore con un’ampiezza di 0.36 mag.
Il risultato ottenuto è stato sottomesso per la pubblicazione sul prossimo numero del Minor Planet Bulletin ed i dati acquisiti sono stati messi a disposizione dell’ astronomo Petr Pravec per l’analisi, insieme ad altri dati, della possibile natura binaria dell’asteroide. Si tratta in estrema sintesi di un concreto ed importante contributo alla ricerca fornito da astronomi non professionisti.
Si può provare a vederlo? Anche se credo che a 18 di magnitudine poco potrà il makketto, con questa luna poi..
Ritengo sia impossibile.
inviato da Maurizio con Tapatalk 2
+18 di magnitudine, in visuale non lo vedrai mai e poi mai, solo un CCD con un'adeguata esposizione può qualcosa.....
Saluti
Lorenzo Franco
ho finito i GRAZIE a pulsante .... quindi te lo dico " di persona " : GRAZIE !!
Prossimo passaggio di questo...pericolo pubblico?
L'astroide ripassera' dalle nostre parti il 16 agosto del 2027 ... un po' piu' lontano pero'.
Saluti
Lorenzo Franco