Osservando i… fantasmi

E’ notizia recente il risultato di un modello che simula la distribuzione delle galassie primigenie e che ipotizza un eccesso di galassie piccole e numerose. Ne abbiamo appena parlato, usando il titolo “piccole è meglio”. Dovremmo usare lo stesso titolo anche adesso, dato che osservando un “gigante” sono state trovate ben sette galassie quasi invisibili, piccole, molto tenui, dei veri e propri fantasmi.

M 101 è una galassia ben nota, dalla forma tipica a spirale, studiata spesso. Forse, proprio perché è sempre stata lei la “prima donna”, i suoi dintorni sono stati penalizzati dalle osservazioni o –quanto meno- niente si è fatto per analizzare se si nascondeva qualcosa nelle vicinanze della “star” indiscussa. Un gruppo di ricercatori dell’università di Yale ha usato un telescopio robotico normalissimo a cui ha applicato una tecnica speciale di analisi diretta proprio a evidenziare immagini molto deboli e diffuse. Il vero scopo era di analizzare l’alone di M 101, ma la nuova tecnica ha evidenziato presenze del tutto aliene.

Dalla luce diffusa escono, come fantasmi, ben sette galassie di piccole dimensioni e di consistenza molto diffusa. I casi sono due: o si sono scoperte sette nuove galassie satelliti di M 101, oppure -e la cosa sarebbe ben più interessante- un nuovo tipo di galassie, estremamente numerose che popolano l’intero Universo e che sono sempre scappate alle osservazioni precedenti. L’aspetto evanescente farebbe pensare alla seconda ipotesi. E’ molto tempo che si cerca questo tipo di struttura, che potrebbe essere un ricordo delle antiche mini-galassie. Ma anche un qualcosa di diverso, estremamente importante per delineare l’intera storia evolutiva delle galassie più appariscenti.

L’immagine finale, con la “star” M 101 e le “sue” (?) sette sorelle. Fonte: Yale University
L’immagine finale, con la “star” M 101 e le “sue” (?) sette sorelle. Fonte: Yale University

La nuova tecnica osservativa dovrebbe ora essere applicata a telescopi più potenti e, nel contempo, è necessario misurare la distanza delle sette galassie sette. Se esse risulteranno “staccate” dalla prima donna, si potrebbe dire che è stata scoperta la punta di un iceberg, che potrebbe avere dimensioni gigantesche e fondamentali.

Stiamo in campana.

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di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo

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Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.