Sorprese dai quasar BAL

Osservazioni condotte con XMM-Newton indicano che i modelli relativi a una tipologia di quasar ritenuta poco attiva nel dominio X devono essere rivisti.


Sorprese dai quasar BAL

Ormai sembra quasi certo che il motore responsabile dell’incredibile vitalità dei quasar sia un massiccio buco nero che risucchia montagne di materia e la convoglia nel suo disco di accrescimento riscaldandola a dismisura. L’azione della radiazione generata dalla materia surriscaldata unita a quella di intensi campi magnetici fanno sì che parte di questa materia venga sparata verso l’esterno, fenomeno accompagnato da quella potente emissione di energia che ci consente di scorgere i quasar anche se si trovano nelle profondità del cosmo.

I quasar, però, non sono tutti uguali. Uno su sei appartiene alla categoria dei BAL, quasar che si ritiene siano avvolti da una sorta di spesso bozzolo che assorbe gran parte dell’emissione X. In questi quasar, secondo i ricercatori, la materia verrebbe espulsa lungo la direzione equatoriale del disco di accrescimento e si troverebbe così a dover fare i conti con lo spesso guscio di polveri e gas che avvolge il buco nero. Sarebbe proprio questa barriera che, secondo il modello corrente, impedirebbe ai quasar BAL di emettere la grande quantità di radiazione X che contraddistingue tutti gli altri.

Per provare a capirne di più su questi quasar, l’astrofisico cinese JunXian Wang (Center for Astrophysics, University of Science and Technology of China – Hefei) e i suoi collaboratori hanno utilizzato l’osservatorio orbitante XMM-Newton. L’intento era quello di scoprire come mai la radiazione X venisse così fortemente assorbita, ma per un paio di quasar BAL le osservazioni hanno invece indicato un’emissione più intensa del previsto. Sembrava quasi che, a differenza di quanto previsto dai modelli, per quei due quasar non ci fosse traccia dell’azione di schermatura dell’involucro gassoso. La spiegazione più probabile è che in questi quasar, oltre alla presenza di espulsioni di gas equatoriali, si debba mettere in conto anche l’esistenza di getti polari. Proprio a questi getti sarebbe riconducibile l’eccesso di radiazione X scoperto da Wang e dal suo team.

Secondo le simulazioni computerizzate i getti polari sarebbero in parte composti dal materiale in caduta verso il buco nero che viene bloccato e rispedito indietro dall’intensa radiazione generata a ridosso della singolarità. Questo dunque significa che la reale struttura dei quasar BAL potrebbe essere molto più complicata di quanto ritenuto finora.

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 644 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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1 Commento

  1. Dico una castroneria: e se il quasar fosse un buco nero che non accetta più energia o materia? Non so nemmeno spiegarla questa cosa che ho detto… non sapendo praticamente nulla in materia, mi sono basato sull’immagine presente nell’articolo. L’impressione che mi da è quella: c’è il disco di accrescimento, c’è il buco nero ed in più c’è energia che viene scaraventata fuori dai due poli del buco nero. Ok scusate l’intervento FANTAscientifico… prometto che non lo faccio più! 😎