Un metodo sempre meno utilizzato

400 anni fa Galileo Galilei introduceva il metodo scientifico nella spiegazione dei fenomeni fisici. Oggi, purtroppo, l’uso indiscriminato del computer (e dell’ambizione) lo ha reso obsoleto, preferendogli metodi più moderni e remunerativi. Qualsiasi riferimento a fatti o persone dei nostri giorni NON è puramente casuale


Il metodo scientifico (poco usato ed obsoleto)

  • 1) Osserva attentamente un fenomeno
  • 2) Sviluppa una teoria che possa spiegare il fenomeno
  • 3) Esegui dei test che cerchino di contraddire l’ipotesi. Se ci riesci torna al punto 2) o magari anche al punto 1)
  • 4) Un’ipotesi che continua a rimanere valida POTREBBE anche essere vera. Continua comunque ad effettuare test

Il metodo scientifico con modellizzazione al computer (molto usato e moderno)

  • 1) Osserva attentamente un fenomeno
  • 2) Sviluppa un modello al computer che descriva sommariamente il fenomeno
  • 3) Scegli solo osservazioni che vadano d’accordo col modello ed elimina le altre tacciandole di non essere abbastanza accurate
  • 4) Nel caso che nessuna osservazione vada d’accordo col modello, “correggilo” inserendo fattori costruiti “ad hoc” in modo che sostengano fatti strani e fastidiosi. Asserisci che questi fattori rivelano processi fondamentali,
    che precedentemente nessuno aveva associato a quel fenomeno. Per nessun motivo devi rivelare l’insieme completo di dati, metodi e codici di computer, che hai utilizzato
  • 5) Complica ulteriormente il modello fino al punto da farlo diventare incomprensibile a chiunque e comincia a dire ai media che il modello prevede una certa catastrofe in un futuro relativamente vicino, ma più lontano del termine della tua vita professionale
  • 6) Continua a “rifinire” il modello, ormai inattaccabile, in modo da ottenere il massimo possibile di fondi e vincere un Premio Nobel
  • 7) Accusa come ignorante, non qualificato e terrorista chiunque critichi il tuo lavoro. Torna al punto 3) e continua fino al punto 7) senza sosta e con ostinato accanimento

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13 Commenti

  1. che forza! se non vivessimo i nostri giorni sarebbe difficile non prenderla come una battuta!

  2. IL secondo metodo mi ha fatto venire il mente il sistema geocentrico di Tolomeo. Soprattutto la parte del “renderlo complicato”.

  3. E’ così, proprio così Enzo. la descrizione è perfetta e ci rimette pure il computer che potrebbe essere utilissimo se lo si usasse solo per elaborare più velocemente le teorie che però devono essere verificate soklo ed esclusivamente in via sperimentale. Il computer non deve essere manipolato. le teorie alternative che può anche elaborare devono essere toccate con mano dall’uomo e non sfruttate per secondi, terzi ed anche quarti fini.
    Poi sono sempre importanti le alternative di altri, il confronto serio ed equilibarto… ma sono solo parole al vento di questi tempi…mediatici.

  4. Vorrei aggiungere un “piccolo” contributo, per far riflettere sul fatto che per fortuna la situazione non è così drastica e non va sempre come nel caso che si legge (benissimo) tra le righe e sul quale concordo appieno!
    E visto che ogni riferimento NON è casuale, permettetemi di aggiungerne un altro, relativo ad un evento recente che ci ha molto rattristato e che tra l’altro ha visto coinvolto un certo personaggio.
    Questa persona propugnava una certa teoria personale, senza però seguire alcun tipo di metodo scientifico.
    La comunità scientifica l’ha giustamente messo da parte, scatenando viceversa un’ingiustificata ed erronea guerra da parte di persone (non certo scienziati, ma gente sempre pronta alla critica) che pensavano si trattasse del punto 7 dello schema di cui sopra.
    Eh no! Il fatto è che la persona in esame non ha seguito nessuno dei due protocolli, né quello galileiano (un po’ vecchiotto) né quello suggerito da enzo (che prevede l’intervento pesante di “entità” esterne…).
    Questo perché in realtà esiste un metodo intermedio, quello ufficiale del mondo scientifico, intoccato ed inattaccabile da entità esterne. Ne volete un esempio molto vicino a noi? Eccolo…
    Supponete di osservare il cielo con il vostro telescopio e una sera, dopo il tramonto vedete un batuffoletto non segnato sulle mappe: andate nel vostro sito preferito e vedete che non c’è alcuna cometa in quella posizione. Che fate allora?
    Andate da Filippo, il vostro amico panettiere sotto casa e cominciate a riempirlo di informazioni: ho scoperto una cometa, bellissima. Poi passa Deborah, la vicina di casa e glielo dite pure a lei. Andate alla sede del circolo bocciofilo e vi fate grandi con i vostri amici…
    Dopo due giorni leggete sul giornale che è stata scoperta la cometa “Strumpf-Gotofish IV-Jacobian XL”: voi, che invece vi chiamate Mario Rossi sobbalzate e cominciate a dire che siete voi lo scopritore e magari, sull’ondata dell’emotività dovuta al fatto che si tratta di una cometa visibile anche di giorno, splendida, trovate pure qualcuno che comincia a gridare al vento che è una congiura di palazzo, uno scandalo, una censura e via discorrendo…
    In cosa ha sbagliato il nostrano Mario Rossi? Non ha seguito la procedura standard di segnalazione di una nuova cometa, che prevede l’invio di una email, ad un sito apposito, contenente tutte le informazioni sulla scoperta: se l’avesse fatto ora la cometa si chiamerebbe semplicemente “Rossi I”. E dato che la cometa aveva una coda fatta di diamanti ecco che di li a poco avrebbe ricevuto il Nobel per una scoperta incommensurabile.
    Morale della favola? Esiste un metodo intermedio ai due descritti, quello legale, scientifico, praticamente il metodo galileiano al passo con i tempi.
    Nessun “politico” (e non) si sognerebbe mai di dire che Alan Hale e Thomas Bopp sono due truffatori che hanno rubato qualcosa a qualcuno…
    Per anni infatti si parlerà della “Hale-Bopp” come della cometa del 20° secolo.

  5. Però dài, anche voi non potete lanciare il sasso e nascondere la mano! 😆 Fuori i nomi!
    Pier: il nome della cometa è strepitoso! “Vai-a-pescare-jakob” si capisce benissimo, ma “Strumpf” cos’é, una sedia dell’Ikea? O è proprio un simpatico ‘appellativo’ per i giacobini? 😀

  6. @Pier,
    scusa, ma tu stai parlando di una osservazione…. non di un fenomeno fisico. Risulta ovvio che ci sia un luogo dove riportare le osservazioni. Ma questo esisteva in fondo anche ai tempi di Newton…il metodo è lo stesso. Anche Piazzi non ha comunicato la scoperta di cerere al panettiere, ma ai luminari del tempo. Io trovo un’enorme differenza tra spiegazione di un fenomeno non ancora compreso e l’apparizione di un oggetto o di un fenomeno molto ben conosciuto. Non per niente le comete vengono sovente scoperte anche da non professionisti…. Non trovi? Anche il secondo metodo si applica ad un fenomeno e non ad una pura osservazione o elencazione di dati. Il guaio del GW NON sono le osservazioni più o meno falsificate (ma questo è un altro discorso), ma il modo di cercare di spiegarle.

  7. @Pier,
    aggiungo ancora qualcosa….
    il metodo scientifico al passo coi tempi funziona solo quando si torna al primo sistema. spesso anche seguendo le regole ufficiali si cade nel secondo metodo. Quanti centri di ricerca ufficiali hanno sposato le tesi dei politici per avere fondi! quanti istituti hanno preferito far finta di non vedere! quanti referee hanno bocciato articoli che non andavano d’accordo con i principi imposti dall’alto e che gli portavano fondi! Il caso di plutone (non ancora chiuso) è un esempio di infiltrazioni politiche (anche se di ben più basso livello rispetto al GW) in un problema puramente scientifico “risolto” solo teoricamente e momentaneamente dall’unica istituzione veramente ufficiale. scienziati validi hanno preferito seguire l’ipotesi politica, andando contro i propri principi etici e potrei fare i nomi: Binzel, Stern, ecc. Ed anche il GW ha seguito strade ufficiali….ma basta non divulgare certi articoli apparsi anche nelle più importanti riviste a scapito di altri più utili alla causa. E, non picchiatemi, ma anche istituzioni al di fuori di ogni sospetto (come la NASA) hanno a volte accettato squallidi compromessi…..

  8. Il mio voleva solo essere un esempio di uno studio, di una situazione puramente scientifica che non deve essere trattata “a fizza e fichi” , ma con il dovuto metodo, il primo (modernizzato o non).
    Volevo poi semplicemente far capire che secondo me non tutta la scienza segue il metodo dei 7 punti… anche se purtroppo buona parte di essa si deve inchinare davanti ad ingerenze estranee…
    Gli anglofoni dicono “il mio piccolo cent”…
    PS il nome Stumpf è puramente casuale, forse è davvero un comodino in vimini con inserti in bambu dell’Ikea… gli altri due osservatori invece hanno nomi voluti!! 😉

  9. QUESTO ARTICOLO MI ERA PROPRIO SFUGGITO!!!!!!!!
    @ enzo e pierluigi…
    anche se in ritardo vorrei, molto modestamente, dire la mia…

    pur se ritengo vero quel che dice enzo che c’è l’innata propensione di chi detiene il potere di tenerselo stretto con tutti i mezzi e di utilizzare e strumentalizzare anche la scienza ai propri fini…. ma sempre e comunque, la storia ci insegna che la verità emerge, le scoperte e le teorie attendibili prima o poi si affermano, se così non fosse stato saremmo ancora convinti della teoria geocentrica!!! poi non è proprio la storia di Galileo che ci insegna che anche se costretto a ritrattare, pure le sue teorie ed il suo metodo si sono affermati nel tempo?…..magari poi si fa un passetto indietro e si tenta nuovamente di soffocare la verità che però io sono convinta non può alla fine restare nascosta per sempre!!!.
    ed è per questa più ampia considerazione che ritengo un po’ eccessiva la visione pessimistica di enzo… si, è vero, le cose che tu enzo lamenti avvengono eccome… ma non è così per tutto e non sarà così per sempre…. d’altronde l’essere umano è fatto così, nel bene e nel male e non possiamo sempre sparare a zero su tutto… come ha avuto fine la visione tolemaica dell’universo, così verrà superato il GW… e ci vorrà sicuramente meno tempo…….. !!!!!!!
    l’importante secondo me è NON ABBASSARE LA GUARDIA continuare a denunciare le menzogne… e senza rabbia funziona lo stesso. 😉

  10. La (vera) conquista della Luna

    Proviamo per un momento a metterci nei panni di Galileo la sera in cui, perfezionato il cannocchiale già da qualche anno mero giocattolo da fiera opera di un occhialaio olandese, decide di puntarlo verso il cielo ed in particolare sul nostro satellite naturale: la Luna.
    Per la quasi totalità delle persone della sua epoca la Luna era quella descritta da Aristotele: “levigata, uniforme e perfettamente sferica”; all’improvviso all’occhio di Galileo, che saggiamente non osserva la Luna piena ma in fase e lungo il terminatore, il confine cioè tra il dì e la notte, questo gli appare “tracciato da una linea ineguale, aspra e assai sinuosa”.
    La Luna insomma possiede valli, montagne, gole, dislivelli proprio come la Terra! Galileo ha compreso e svelato la natura di roccia del nostro satellite, in tutto simile alla Terra e per questo riconducibile alle corruttibili cose del mondo sub lunare.
    Egli ha veramente conquistato la Luna!

    Forse non è un caso che i 400 anni da queste osservazioni, cadano nel quarantennale dell’altra “conquista” della Luna, quella celebrata con vischiosa retorica come impresa eroica, epico evento.
    A confrontarle queste due conquiste ci si rende immediatamente conto che l’unica vera, pagata anche a caro prezzo, è quella di Galileo la quale ha consegnato a tutta l’umanità la liberazione del pensiero.
    Nessun razzo sferragliante, per quanto accecante possa essere il suo bagliore, potrà mai togliere a Galileo il primato di aver conquistato l’universo e di averci fatto posare sulla Luna, non il piede che calpesta, ma uno sguardo nuovo che tutto lascia intatto, tranne la coscienza di colui che ha guardato.

    Da quelle prime osservazioni gli strumenti ottici sono enormemente migliorati, ma il fascino dell’osservazione è rimasto inalterato, e per molti contemplare la superficie lunare, sia con piccoli che grandi telescopi, è una passione che non trova fine.
    Man mano che la luce solare modifica impercettibilmente le ombre e i rilievi assumono aspetti diversi, all’occhio attento non sfugge una vetta, una valle o un’ombra spezzata, eguale e mai identica nel ciclo del mese sinodico.

    Nonostante le attuali, straordinarie conoscenze scientifiche, con un modesto telescopio possiamo rivivere ogni volta l’emozione che provò Galileo.
    Quella sera in cui ci conquistò la Luna.

    Maurizio Caselli