La cometa 3I/ATLAS – 6° aggiornamento

Recentissimi studi sulla cometa interstellare 3I/ATLAS suggeriscono per l’oggetto un’età davvero strabiliante


In questi giorni è apparso un articolo su UniverseToday in cui l’autore David Dickinson spiega le ipotesi da parte di studiosi sull’età della cometa interstellare 3I/ATLAS.

Gli lascio volentieri la parola traducendone lo scritto con la mia IP e non con la IA (anche lei arrivata all’improvviso da lontano e che spero che prima o poi se ne vada via, lasciandoci in pace…)

La cometa interstellare appena scoperta è di miliardi di anni più vecchia del nostro Sistema Solare

Il nuovo visitatore del Sistema Solare potrebbe essere un oggetto estremamente antico: ricca di ghiaccio d’acqua, si crede abbia origine dallo spesso disco centrale della Via Lattea, che ospita una popolazione di stelle antiche, in orbita sopra e sotto il piano galattico.

credit : M. Hopkins/Ōtautahi-Oxford team. Mappa: ESA/Gaia/DPAC/Stefan Payne-Wardenaar. CC-BY-SA 4.0

Questa immagine simulata della Via Lattea rappresenta una vista di taglio della nostra galassia, e mostra in rosso tratteggiato l’orbita della cometa interstellare contrapposta all’orbita gialla del Sistema Solare: nell’immagine successiva vediamo sempre la stessa simulazione della nostra galassia vista invece dall’alto e le orbite rosse a tratteggio e quella gialla si vedono un po’ meglio

credit : M. Hopkins/Ōtautahi-Oxford team. Base map: ESA/Gaia/DPAC/Stefan Payne-Wardenaar. CC-BY-SA 4.0

Ciò potrebbe significare che la 3I/ATLAS è più vecchia di 3 miliardi di anni rispetto all’età del Sistema Solare (4.5 miliardi di anni), rendendola la più vecchia cometa mai scoperta: come si avvicinerà al Sole ci mostrerà altro, riscaldandosi e generando emanazioni gassose. Così afferma Matthew Hopkins, dell’Università di Oxford, negli studi presentati ad un meeting della RAS (Royal Astronomical Society) a Durham in Inghilterra.

La cometa si sta avvicinando al Sole provenendo prospetticamente dai confini della costellazione del Sagittario e dopo il passaggio al perielio verrà scagliata via verso la costellazione dei Gemelli, circa in direzione della la stella ζ Gem (zeta geminorum): nella fase corrente (inbound) di avvicinamento la cometa viaggia ad una velocità di 68 km/sec, ma maggiore sarà la velocità in uscita (outbound) dal Sistema Solare.

Come paragone, la famosa sonda Parker Solar Probe sta orbitando da anni intorno al Sole con orbite sempre più vicine e percorse ultimamente alla velocità pazzesca di 192 km/sec: pensate che la Terra invece percorre la sua orbita intorno al Sole con una velocità media di appena 30 km/sec.

Una scoperta molto difficoltosa

Guardando questa splendida ma inquietante foto scattata qualche giorno fa

Credit: ATLAS/University of Hawaii/NASA

si può ben immaginare la difficoltà di scoprire la cometa all’interno di un campo stellare densissimo di stelle, lungo il piano galattico (ndr: e cioè nella direzione in cui la Via Lattea la vediamo di taglio): ingrandendo il piccolo quadratino rosso verso destra in alto, la cometa appare come un piccolissimo puntino, appena visibile.

Ma c’è di più: l’Osservatorio Vera C. Rubin, da poco entrato in servizio, potrebbe scoprire nella prossima decade fino a 50 nuovi oggetti interstellari (ISO, InterStellar Objects) , nel corso della sua ricerca nello spazio.

Immagini poetiche

Ponendoci a cavalcioni della cometa 3I/ATLAS potremmo effettuare un viaggio sbalorditivo nel tempo e nello spazio: dopo un lunghissimo intervallo di tempo di parecchi miliardi di anni, ecco profilarsi all’orizzonte una stella brillante.

A poco a poco la stella diventa il Sole che con il suo calore scalda la superficie della cometa congelata da lunghissimo tempo. E come bonus, uno dei pianeti rannicchiati nelle vicinanze dell’astro ospita una civiltà intelligente, determinata nel cercare di capire il proprio ruolo nell’Universo.

Che cosa aggiungerà questo fuggente passaggio della cometa alle vicende della Galassia? La storia finale della 3I/ATLAS non è ancora finita. (ndr: anzi… è appena iniziata! ma ora torniamo con i piedi per terra…)

I retroscena della scoperta

L’arrivo della 3I/ATLAS ha colto di sorpresa tutti gli studiosi del team: si stavano preparando alle prime letture dei dati dell’Osservatorio Vera C. Rubin, ansiosi di essere partecipi delle nuove scoperte.

La dottoressa Rosemary Dorsey, dell’Università di Helsinki, in quell’occasione aveva detto che “la comunità di scienziati è in fibrillazione per le scoperte potenziali che l’osservatorio potrebbe compiere nei prossimi 10 anni, compreso un numero senza precedenti di oggetti interstellari”.

E più recentemente ha affermato che “La scoperta della 3I/ATLAS suggerisce che le previsioni sulle potenzialità dell’Osservatorio potrebbero essere ancora più ottimistiche: potremmo scoprire circa 50 oggetti delle dimensioni della 3I. Non vediamo l’ora che inizino le osservazioni di routine”.

Le scoperte del team sono il frutto di un lavoro sviluppato da Hopkins come ricerca per dottorandi e simula le proprietà di oggetti interstellari basate sulle loro orbite e sulle presumibili origini stellari. Proprio una settimana prima della scoperta della cometa, Hopkins aveva discusso la sua tesi e se ne stava per andare in vacanza. Invece si è ritrovato a confrontare i dati della cometa in real time con le sue previsioni.

Hopkins aggiunge “e così, invece di un mercoledì di riposo, mi sono svegliato con messaggi tipo “3I !!!“: un’opportunità fantastica di confrontare il nostro modello con qualcosa di nuovo di zecca e forse antico”.

Hopkins e i suoi colleghi hanno perciò pubblicato su arXiv il frutto del loro lavoro, intitolato “From a Different Star: 3I/ATLAS in the context of the Ōtautahi-Oxford interstellar object population model“, una prima applicazione in real time del loro modello predittivo di una cometa interstellare.

Chi è interessato ed ha voglia di dare un’occhiata al loro studio, da questo link si può scaricare il pdf, senz’altro non per deboli di cuore!

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 567 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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