Come promesso fin dalle prime puntate della serie di NEWS relative alla cometa interstellare 3I/ATLAS (qui raccolte in una pagina del sito automaticamente aggiornata), in questa occasione presento altre novità che quasi quotidianamente appaiono in internet: nel sito UniverseToday è apparso un interessante articolo a firma di David Dickinson in cui è mostrato l’ottimo contributo dell’Osservatorio Gemini North (favolosa coppia di telescopi, ognuno da 8.1 m di diametro, operanti nel visibile e nell’infrarosso, di stanza nell’isola di Mauna Kea nelle Isole Hawaii) che ha immortalato la cometa interstellare in modo molto insolito.
Lascio la parola a David, accompagnato dalla mia IP, con cui traduco in modo ragionato (e non certo automatizzato) gli articoli in lingua inglese…
Gemini North osserva in dettaglio l’aumento di luminosità della cometa 3I/ATLAS
Grazie al contributo di uno dei più potenti strumenti, stiamo ottenendo immagini migliori della cometa interstellare, nel corso del suo frettoloso passaggio all’interno del Sistema Solare.

Dall’immagine si può definitivamente vedere la chioma di polveri che si sta formando attorno al nucleo della cometa: le tinte multi-colori sono ottenute dallo strumento Gemini’s Multi-Object Spectrograph (GMOS-N) che continuerà a monitorare la cometa nel visibile e nell’infrarosso.

Come spiega Karen Meech (Astronomo presso l’Institute for Astronomy, IfA, nelle Hawaii), “la cometa 3I/ATLAS sta attualmente attraversando un campo stellare molto denso, in prossimità del nucleo galattico e questo fatto rende molto difficoltoso ottenere una buona osservazione non contaminata dal passaggio della cometa sopra le stelle”.

Questa è la combinazione di più immagini della cometa e rivela la chioma a forma di goccia, caratteristica tipica di una cometa.
Il tempo è tiranno
Così com’è comune nella moderna Astronomia, il tempo dedicato all’osservazione ha un valore prezioso.
Karen afferma che “l’osservatorio Gemini è schedulato nel tempo, cioè gli astronomi preparano la propria lista di osservazioni e lo staff dell’osservatorio (ndr: i cui tecnici hanno tutta la mia invidia per la loro attività lavorativa!) esegue le osservazioni in base ad una priorità prestabilita ed alle condizioni meteorologiche. Se avete un’alta priorità, allora l’osservazione è assicurata.
Utilizzando un telescopio nel modo classico in cui un solo astronomo ha assegnata una notte, potrebbe succedere che il poveretto perda la notte a causa delle condizioni meteo o di problemi allo strumento (ndr: la fortuna, si sa, è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo).
Ma lo staff del Gemini è stato davvero fantastico e ha fatto sì che queste osservazioni ottenessero il dovuto successo.”
La cometa…
… sembra essere un oggetto molto rosso, così come è stato per l’asteroide 486958 Arrokoth, finora l’unico KBO (Kuiper Belt Object) osservato da vicino dalla sonda New Horizons della NASA nell’incontro ravvicinato del 2019.
Queste prime osservazioni serviranno agli Astronomi a capire quant’è grande la 3I/ATLAS, che le stime attuali indicano come un nucleo di 20km di diametro, definitivamente più grande degli altri due oggetti interstellari 1I/Oumuamua e 2I/Borisov.
Karen ci dice che “Tutti i piccoli oggetti stellari ruotano, cosicché abbiamo alternato le immagini riprese con il filtro blu con quelle riprese con altri filtri in modo da ottenere colori accurati per la cometa.
La luminosità che vediamo attraverso un filtro dipende da come la superficie dell’oggetto è riflettente a quella lunghezza d’onda, se illuminata dalla luce del Sole.
Se l’oggetto ruota e non si utilizza lo stesso filtro ripetuto nel corso delle osservazioni, allora non si può dire qual è il cambiamento dovuto all’area interessata.
In definitiva le immagini hanno mostrato che la cometa è un oggetto rosso, nel senso che riflette la luce rossa più fortemente rispetto alla luce blu e questo è quanto possiamo vedere nelle comete del Sistema Solare, laddove il colore rosso è dovuto ai composti organici presenti in superficie.” (ndr: ricordo che i composti organici, lungi dall’essere segno di vita, sono molecole che presentano più atomi dell’elemento chimico Carbonio, secondo una nomenclatura chimica esistente da sempre, ma che a volte può trarre in inganno)
L’astronomo Rosemary Dorsey (dell’Università di Helsinki) afferma che “dai dati finora disponibili, la cometa 3I/ATLAS non è una cometa insolita, singolare: è più grande di una cometa media, ma non è così enorme come la C/2014 UN271 che ha un diametro di più di 100 km.
È altresì comune che una cometa non mostri attività alla distanza attuale della 3I, dal momento che questa attività è dovuta al ghiaccio d’acqua che sublima (ndr: passa dallo stato solido, ghiaccio, direttamente allo stato gassoso) ad una distanza di 3-4 UA dal Sole.
Stiamo ancora aspettando di vedere come reagirà la cometa alla vicinanza al Sole, per poterla paragonare alle altre comete che ben conosciamo.”
Karen Mech afferma che “acquisiremo ulteriori immagini per vedere come la cometa incrementi la sua luminosità e per vedere eventuali cambiamenti di colorazione. Un collega dell’IfA attualmente sta preparando un programma di acquisizione di uno spettro migliore di quello ottenuto con il Gemini South, per confermare alcune caratteristiche che abbiamo incontrato e per monitorare eventuali modifiche quando la cometa diventerà più attiva”.
Fra qualche giorno sarà la volta dell’HST, che è schedulato per il 21 luglio, mentre è davvero auspicabile che anche il JWST ed il Vera Rubin siano schedulati in tal proposito.
In questo weekend la cometa si sposta in cielo tra il globular cluster NGC 6356 e l’oggetto di Messier M9, offrendo un’opportunità di osservazione agli Astronomi e Astrofili dotati di strumentazione molto potente, vista l’attuale magnitudine pari a 17 dell’oggetto interstellare.
E qui sulla Terra…
… gli Astronomi di professione e quelli dilettanti (soprattutto quelli con strumenti posizionati nel giardino di casa, secondo il solito tormentone) stanno giorno per giorno tempestando l’M.P.C. (il Minor Planet Center) di dati relativi alle loro osservazioni: il 16 luglio erano in 139, mentre il 18 luglio sono aumentati a 317, così come riportato negli appositi bollettini diramati quotidianamente sulla cometa 3I/ATLAS: davvero un tripudio di osservazioni!
Ci sentiamo presto!
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