Atterraggio riuscito e missione completata per Starliner

Tutto bene o quasi per la navicella di Boeing, che mette a disposizione della NASA la seconda capsula per il volo umano.

Si è concluso nella notte italiana con un atterraggio nel deserto del New Mexico, inedito per le missioni statunitensi, il volo spaziale di sei giorni della navicella CST-100 Starliner operata dalla compagnia Boeing.

La missione senza equipaggio, denominata Orbital Flight Test-2 (OFT-2), aveva lo scopo di testare tutti i sistemi di bordo per verificare che la navetta sia pronta per traghettare degli astronauti verso la ISS.
Ed è proprio attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale che la Starliner ha trascorso buona parte della sua permanenza lontano dalla Terra, iniziata giovedì 19 con il lancio dal complesso di Cape Canaveral in Florida.

Il decollo della CST-100 Starliner in cima al razzo Atlas V della ULA. Crediti: NASA/Joel Kowsky

Gli unici occupanti della navicella erano non umani: il manichino Rosie the rocketeer e l’indicatore di zero-g Jebediah Kerman. Mentre il manichino umanoide era un condensato di sensori per misurare le sollecitazioni subite da un corpo umano durante lancio e rientro orbitale, l’uso di uno zero-g indicator è più che altro una simpatica ricorrenza che viene seguita dai nuovi voli facenti parte del Commercial Crew Program della NASA. Un piccolo pupazzetto è portato a bordo delle navicelle dagli astronauti e nel momento in cui viene raggiunta l’orbita e i motori si spengono…il peluche inizia a fluttuare, segnalando in modo molto rudimentale che siamo in condizione di microgravità! In questo caso la scelta è ricaduta sull’alieno Jeb, protagonista del videogioco divertente ma molto rigoroso Kerbal Space Program, in cui si è alle prese con la costruzione e il pilotaggio di razzi spaziali.

Con la riuscita della missione OFT-2 gli Stati Uniti diventano la prima nazione in assoluto ad avere contemporaneamente due tipologie di navicelle spaziali adatte al trasporto umano. Il risultato è dovuto alla lungimirante apertura alla progettazione di simili sistemi da parte di privati. SpaceX con la Crew Dragon e Boeing con la Starliner rappresentano il futuro del trasporto umano verso la ISS da parte della NASA e dei suoi soci.

Splendida foto alla navicella Starliner eseguita direttamente dalla ISS. Crediti: Samantha Cristoforetti

Inizia ora il lavoro di verifica della telemetria e i log di missione, per analizzare nel dettaglio il comportamento della navicella appena rientrata. Soprattutto c’è stata qualche apprensione al momento dell’accensione dei propulsori per l’inserzione orbitale, avvenuta 31 minuti dopo il lancio. In quel frangente due propulsori non hanno funzionato come previsto, richiedendo l’intervento di un ulteriore propulsore disponibile come terza ridondanza dell’apparato. Un simile intoppo ha avuto luogo nelle fasi dell’attracco, che hanno visto altri due propulsori fallire richiedendo l’intervento di quelli di backup.
La navicella di Boeing è equipaggiata con quattro di questi apparati di tre propulsori, impiegati per le manovre orbitali e il controllo d’assetto.
C’è da scommettere che saranno i sistemi che subiranno le indagini più intense nelle prossime settimane.

Fonti:
https://www.nasa.gov/press-release/starliner-launches-to-space-station-on-uncrewed-flight-test-for-NASA
https://www.nasa.gov/press-release/nasa-boeing-complete-starliner-uncrewed-flight-test-to-space-station
https://blogs.nasa.gov/oft-2/

Informazioni su Antonio Piras 66 Articoli
Ingegnere elettronico per lavoro, da sempre appassionato di scienza. Scopro l'osservazione astronomica grazie al telescopio della LIDL (ebbene sì) che mi svela le lune medicee un giorno prima di Galileo...ma 405 anni dopo. Da allora la passione cresce a dismisura e attualmente la coniugo alla fotografia, altro grande hobby.

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