La cometa 3I/ATLAS – 12° aggiornamento

Ecco altri studi effettuati sulla possibilità di intercettare da vicino la cometa interstellare 3I/ATLAS da parte della sonda Juno, quasi alla fine del suo ciclo operativo e dunque destinata a schiantarsi tra le nuvole di Giove


In questo aggiornamento, continuo con altre informazioni riguardanti la possibilità non molto remota che la cometa interstellare 3I/ATLAS possa essere avvicinata da sonde spaziali, fatto questo di cui ho già parlato in puntate precedenti: tutte la puntate si trovano raccolte in questa pagina, che viene aggiornata di volta in volta, non appena pubblico una nuova puntata.

In questa occasione prendo lo spunto da un articolo apparso su UniverseToday, a firma di Mattew Williams, dove appunto si parla della possibilità di lasciare ancora qualche giorno di vita e di gloria alla sonda Juno della NASA, da anni in orbita intorno a Giove, in occasione del veloce passaggio ravvicinato della cometa nei pressi del pianeta: su questo argomento in particolare avevo già scritto in questo aggiornamento.

Infatti la cometa interstellare passerà in vicinanza del pianeta gigante, verso il quale la sonda Juno sarebbe stata programmata ad una sorta di harakiri per distruggersi in mezzo alle nuvole, evitando il rischio di andarsi a schiantare un domani su uno dei satelliti, vista la fine del propellente per effettuare correzioni di rotta. Su questa possibilità si erano scatenati odiosi commenti, da parte di persone che nulla sanno di Scienza e Spazio, tirando in ballo ordini dall’alto per chiudere anticipatamente la missione della sonda, quando invece il tutto era stato già pianificato da anni.

Dell’articolo di UniverseToday, vado a tradurre in modo ragionato e non automatico, solo le parti in cui si parla di Scienza, Meccanica Celeste e Programmazione, ma non dove si riaffacciano i vaneggiamenti soprattutto di uno dei tre autori dello studio, che non citerò mai direttamente.

Il primo autore è noto infatti per le sue strambe teorie sugli oggetti interstellari, tra cui spicca Oumuamua e la sua interpretazione della forma a sigaro, che decisamente sconfina verso ambiti molto lontani dalla Scienza e l’Astronomia. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo, se invece l’oggetto interstellare avesse avuto la forma di un disco volante, come l’incolpevole satellite Pan di Saturno… Figuriamoci…

Pan, uno dei 274 satelliti di Saturno – credit : NASA

Il secondo autore è coinvolto invece nel progetto Lyra, di cui avevo parlato in occasione del passaggio di Oumuamua e della possibilità (remota, costosa in termini di progetto, di propellente e di tempo) di raggiungere questo oggetto interstellare con una missione spaziale proposta sulla falsariga di studi precedenti, che prevedevano anche l’invio verso Proxima b di uno sciame di sonde molto piccole.

Il terzo autore infine era stato membro del Project Icarus, nato dall’eredità del Project Dedalus, riguardante la realizzazione di sonde interstellari.

Come si vede si tratta di argomenti molto più appartenenti alla Fantascienza che alla Scienza, anche perché nei due ultimi casi la tecnologia attuale è ancora ben lontana da quella richiesta per gli scopi di missioni future e futuristiche.

Questi tre personaggi hanno invece dato vita ad uno studio parecchio complesso, ma tutto sommato perfettamente attuabile, relativamente al fatto che…

La sonda Juno della NASA potrebbe intercettare la 3I/ATLAS quando questa si avvicina a Giove

Ricordo brevemente e per l’ennesima volta che la cometa 3I/ATLAS è il terzo oggetto interstellare dopo 1I/Oumuamua e 2I/Borisov, rispettivamente transitati nel Sistema Solare nel 2017 e nel 2019.

Tralasciando quanto dice il primo autore, il secondo invece ricorda che uno spostamento della sonda Juno dalla sua orbita, le permetterebbe di intercettare l’orbita della 3I/ATLAS prima del suo incontro con Giove ed il successivo allontanamento dal Sistema Solare.

Afferma che “è abbastanza evidente l’improponibilità di lanciare una sonda dalla Terra, dal momento che c’è stato poco tempo a partire dalla scoperta della cometa. Neanche la sonda Comet Interceptor dell’ESA (ndr: di cui parlerò in un prossimo articolo) sarebbe in grado di raggiungere questo viaggiatore interstellare, che incontrerà in sequenza Marte, Venere e Giove (ndr: secondo quella che gli scienziati catalogano come una “fortuitissima” coincidenza e non certo “strana”) che è improbabile che si ripeta in caso di altri ISO (InterStellar Object) (ndr: e questa è una sua pura supposizione…)”

Perciò uno studio del genere potrà essere applicato di nuovo in caso di futuri passaggi di ISO che incontrino da vicino i pianeti.

Inizia la parte difficile, seria, scientifica

Per determinare il percorso ottimale che potrebbe portare ad un rendez-vous, il team si è affidato al pacchetto software OITS (Optimum Interplanetary Trajectory Software) sviluppato nel 2017 per il Project Lyra.

(ndr : senza ulteriori spiegazioni, perché assolutamente al di là degli scopi dell’articolo…) Questo pacchetto software ha permesso di risolvere il “problema di Lambert” di determinare orbite e velocità della sonda Juno e della cometa 3I/ATLAS, ma solamente per un ciclo orbitale: grazie ad un altro software creato appositamente, lo studioso ha così calcolato quanto potrebbe la sonda Juno avvicinarsi alla cometa utilizzando una minima quantità di propellente.

Il software scritto in C utilizza alcune librerie, un paio delle quali nientemeno che del JPL/NASA, la NAIF (Navigation and Ancillary Information Facility) e la più nota SPICE (Spacecraft, Planets, Instrument, CMatrix, Events): con questo programma si sono ottenute predizioni accurate per le orbite di Giove e della sonda Juno.

Perciò, applicando il delta-v calcolato alla sonda Juno il prossimo 9 settembre 2025, si effettuerebbe una “Manovra di Oberth” solamente 8 giorni prima della data di scadenza della sonda Juno, ed alla fine porterebbe all’intercettazione dell’obiettivo il 14 marzo 2026.

Gli strumenti della sonda Juno sarebbero ovviamente tutti utilizzati per studiare la natura della cometa interstellare: lo spettrometro del vicino infrarosso, il magnetometro, il radiometro a microonde, l’analizzatore di particelle energetiche, il sensore di onde radio e plasma, spettrografo Ultravioletto e non da ultima la camera in luce visibile.

Dai dati forniti da questa schiera di strumenti si potranno ottenere immagini e spettri fino ad emissioni energetiche, che potrebbero spiegare la composizione dell’oggetto, del sistema stellare di provenienza e le condizioni presenti quando si è formato.

Conclusioni… e uno sfogo amaro

E qui interrompo la traduzione dell’articolo dato che ancora una volta sconfina in terreni decisamente più appropriati alla Fantascienza.

Aggiungo, da Scienziato quale sono, che lo studio presentato, nella sua interezza e complessità sarebbe davvero molto interessante ed attuabile. Ma forse la diretta interessata NASA potrebbe anche scartarlo così sui due piedi, considerando chi siano gli autori e le loro pubblicazioni precedenti, come detto più volte molto ricche, diciamo così, di fantasia.

Ma se lo scopo di un progetto così complicato era davvero di proporlo e farlo eseguire, perché ancora una volta insistere su concetti e frasi lontane dal seminato scientifico?

A mio modesto parere i tre autori avrebbero potuto una volta tanto rientrare in carreggiata e parlare solo di Scienza, Meccanica Celeste e Programmazione.

Sarebbe davvero un peccato che la NASA decida di non effettuare quanto proposto riprogrammando la sonda Juno ed allora scatterebbe una doverosa tiratina d’orecchie (se non peggio…) per l’occasione persa: la cometa 3I/ATLAS alla fine volerà via dal Sistema Solare, come hanno fatto e faranno altri oggetti interstellari e i tre studiosi non faranno certo ammenda dei loro errori, scusandosi per quando precedentemente ipotizzato.

Un po’ come era successo tanti anni fa, in occasione della presunta profezia dei Maya sulla fine del mondo che sarebbe dovuta avvenire, secondo certi … studiosi (chiamiamoli così), il 21 dicembre 2012.

Fortunatamente di “21 dicembri” ne sono passati una dozzina senza che al mondo sia successo quanto di profetizzato: ma vi risulta che mai nessuno di questi sedicenti studiosi si sia mai scusato per l’errore , dicendo che si era sbagliato?

A me non risulta, ma può essere anche perché non ho più avuto nemmeno la curiosità di sapere chi fossero questi studiosi. e che cosa avessero detto in seguito, durante questa dozzina di anni.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 575 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

Ti ricordiamo che per commentare devi essere registrato. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

Commenta per primo!

Aggiungi un Commento