Era impressionante osservare la stella crescere nel cielo, sentirsi gradualmente avvolgere dalla sua luce e dal suo calore. Un’esperienza straordinaria, così affascinante e misteriosa da far venire i brividi anche a un protone come me; non importa quante cose belle o strane hai visto, davanti a certi fenomeni della natura non puoi che rimanere senza parole. Il gelo dello spazio interstellare da cui provenivamo cedeva il passo a un teporino molto acogliente e invitante, che però ben presto, insomma, dopo qualche secolo, diventò un pochino eccessivo, finché, quando la stella era ormai enorme nel nostro cielo, ci assalì un caldo spaventosamente torrido. Mi riportò alla mente i miei milioni di anni sulla stella; dopo tanto tempo ne rivedevo una da vicino! Ma non c’era tempo per perdersi ne ricordi…a causa del grande calore, gli strati superficiali di ghiaccio della cometa sublimarono, cioè passarono direttamente da stato solido a vapore. Il vapore formò un’ampia, rarefatta atmosfera attorno alla cometa, larga oltre 1 milione di chilometri, che assomigliava a una chioma, da qui il nome che gli esseri umani le diedero.
A una distanza così ravvicinata, il vento stellare ci investiva con enorme violenza, spingendo con forza parte della chioma in direzione opposta al sole, formando quella che gli umani chiamano coda. Non potevamo ovviamente vedere l’enorme cometa nel suo insieme, ma capimmo la nostra situazione grazie al solito passaparola generale di particella in particella e al racconto dei rapidissimi fotoni, che alla loro velocità potevano percorrere la cometa in pochi secondi. Così sballottati, pensai che presto anche noi saremmo entrati a far parte della chioma, invece finalmente, l’orbita della cometa iniziò ad allontanarci dall’astro. Finalmente…un po’ di tranquillità! Immaginai che mi aspettasse un lungo viaggio di ritorno verso le zone fredde da cui eravamo venuti. In fondo di solito le comete si comportavano così, no? Viaggiavano perennemente in orbite più o meno lunghe attorno a un astro, alternando il caldo luminoso al gelo cupo.
E invece no: presto qualcos’altro iniziò ad attrarre la cometa. Ancora una volta la gravità, ma cos’era questa volta? Tutti si interrogavano, ma nessuno, ne i miei compagni di molecola ne le particelle vicine, avevano mai visto una cosa simile. Sicuramente non era una stella, non era accesa; non era neanche una nebulosa, troppo densa. Forse era una cometa come la nostra? Qualunque cosa fosse, era sempre più vicina, pericolosamente vicina… e noi eravamo in rotta di collisione con quel coso!
L’impatto fu violentissimo. Creammo un profondo cratere su una superficie dura e rocciosa. Il materiale della cometa venne scagliato intorno per chilometri e chilometri. Che brivido! Io e i miei compagni di molecola eravamo finiti in uno strano posto, pieno di molecole uguali a noi. Oggi lo so, stavamo formando un oceano.
bravissima Francesca! Aspettiamo altre puntate…. Non puoi lasciare Proteo nell’acqua…
Grazie Enzo, sei sempre troppo gentile! Ma quante puntate facciamo ancora??? 😀 😮
Ne faccio quante ne volete 😯
NOOOOO tranquilli 🙂
Francesca io aspetto sempre il seguito!
E’ una telenovela avvincente la tua 🙂 e interessantissima: se c’è una cosa che vorrei imparare è proprio il percorso della materia nelle sue forme iniziali fino ad oggi. Sapere che TUTTO parte da un protone (compresa la vita) è per me una cosa spettacolare e bellissima. Da un protone che per semplice gravità si unisce alle altre particelle…c’è molta poesia, secondo me.
Anche conoscere nel dettaglio la creazione, all’interno delle stelle, degli elementi più complessi, mi “intriga” alquanto.
Sono disposto a pagare…. 🙂
bravo Paperottopeppe! Hai perfettamente ragione!!!
Datti da fare Francesca… non puoi lasciarci così col fiato sospeso!! Che questo protone cominci a fare qualcosa!!! Magari lo fai diventare un elemento pesante e finirà nel fegato di paperottopeppe….
bacioni 😛 😛 😛
@Paperottopeppe
Carissimo, hai letto i miei pensieri??? Io ho le stesse identiche sensazioni, è proprio per questo che da 15 anni sognavo di raccontare questa storia…da quando ho iniziato a studiare un pochino di astronomia e ho appreso che qualsiasi cosa esiste è composta di materia che è esistita da sempre. Quindi quando leggo di stelle, pianeti, quasar, perfino del Big Bang, non sono esperienze vissute da altri, ma anch’io c’ero!
Veramente ragazzi la storia di Teo stava volgendo al termine 😀 però se volete magari possiamo proseguirla 😎 , cosa gli facciamo fare??
Non so come esprimere quanto io sia felice di sapere che a qualcuno piace la storia di Teo!!!!! 😆
Grazie mille!!!
Ciao