Halton Arp e Fred Hoyle: due casi molto diversi

Spesso gruppi di astronomi dilettanti (ma non solo) sono attratti dalle idee rivoluzionarie di Halton Arp. Soprattutto, perché in lui vedono una vittima del sistema, un Giordano Bruno o un Galileo Galilei redivivi. Per meglio comprendere l’infondatezza di questa credenza oltre che dei dati usati da Arp come bandiera, è bene fare un confronto con un altro celebre personaggio dell’astronomia del ventesimo secolo, Fred Hoyle, sicuramente un po’ eretico, a volte, ma ben conscio dei processi conoscitivi propri della scienza e dei contrasti sicuramente necessari alla sua crescita.

La Scienza ha dovuto spesso lottare contro pregiudizi e assiomi religiosi e sociali. Questa verità è ben conosciuta ai giorni nostri a tutti i livelli culturali, ma spesso viene troppo generalizzata senza entrare nei dettagli. Nascono così le teorie del complotto e delle scoperte che non devono essere divulgate. In particolare si è creato, da parte di alcuni, l’idea che la scienza attuale sia una specie di “mafia” dove può avere successo solo chi segue le regole decise e dettate da pochi scienziati potenti.

Niente di più sbagliato, ma la vita di tutti i giorni dà vigore a queste teoria molto semplicistica e che non ha bisogno di essere dimostrata: basta dire che è così e che le prove sono ben nascoste e quindi introvabili. Questa visione crea grandi problemi, perché se da un lato banalizza ogni ricerca seria e dà vigore a ogni teoria balzana, dall’altra si mescola troppo facilmente con le idee imposte come atti di fede da scienziati o pseudo-scienziati alle dipendenze della politica e degli affari. Ne consegue che tutta la moderna cultura occidentale è pervasa dal mito della “mente libera che combatte contro i pregiudizi” del sistema.

E’ bene, allora, confrontare Halton Arp con un altro “eretico” del ventesimo secolo: Sir Fred Hoyle. Egli nasce nel 1915 e muore nel 2001. Scienziato e divulgatore estremamente brillante, oltre che romanziere di fantascienza di successo, è autore di teorie controverse come quelle dello stato stazionario e della panspermia.

Lo stato stazionario è una teoria alternativa a quella del “Big Bang”. Termine, per altro, coniato dallo stesso Hoyle con intento ironico. Ricordiamo le tre grandi evidenze sperimentali a favore della teoria del Big Bang: la radiazione cosmica di fondo, la recessione delle galassie e le abbondanze cosmiche degli elementi.

Secondo Hoyle non è necessario ipotizzare una fase iniziale di temperatura e densità altissime L’espansione dell’Universo non esiste: esso si “allarga” per una continua creazione di materia. Tuttavia, lo stesso Hoyle asseriva che si trattava di un’ipotesi alternativa e non pretendeva che la sua idea fosse la verità assoluta. Oltretutto, si rendeva conto benissimo che le osservazioni non avrebbero potuto confermarla. La creazione di materia necessaria per appoggiare la sua teoria è dell’ordine di un protone per chilometro cubo di spazio all’anno. Una quantità pressoché immisurabile. L’argomento ha sicuramente una sua eleganza formale, ma le osservazioni che abbiamo a disposizione supportano fortemente il Big Bang  e continuano a farlo sempre più.

Curiosamente, Fred Hoyle è fra gli scopritori di una reazione nucleare basata sul carbonio che ha un ruolo fondamentale nella nucleosintesi stellare. Il “curiosamente” si basa sul fatto che successivamente la nucleosintesi stellare è diventata uno dei pilastri del Big Bang…

Hoyle è anche  il padre della teoria della panspermia, ovvero dell’ipotesi che la vita sia un fenomeno globale nel cosmo, e che sulla Terra sia arrivata dallo Spazio. Anche se portata agli eccessi, le più recenti osservazioni dei composti chimici osservati nello Spazio e nelle comete, fanno pensare che i mattoni biologici fondamentali si creino realmente nello Spazio e il brodo primordiale terrestre sta assumendo sempre più un’importanza secondaria. Non siamo ancora alla panspermia vera e propria, ma ci siamo avvicinati di molto.

Possiamo concludere che pur non essendoci un minimo riscontro sperimentale alla teoria dello stato stazionario, essa resta certamente un’idea originale e degna di studio. Oggi può essere tranquillamente abbandonata, senza per questo condannare Hoyle di eresia. Lui stesso non si è mai sentito osteggiato e attaccato, se non all’interno delle normali e costruttive regole scientifiche. Nessun boicottaggio nei suoi confronti, ma solo un giusto e serio dibattito scientifico, anche se acceso.

Ben diversa è la situazione di  Halton Christian Arp, che nasce nel 1927 ed è ancora vivente. Lavora in Germania, al Max-Planck Institute di Monaco, riveste una posizione di alto livello ed è altamente apprezzato per i suoi lavori osservativi.

È, però, maggiormente noto per le sue posizioni fortemente critiche verso alcuni aspetti della teoria del Big Bang. Il punto chiave del suo rifiuto è legato allo spostamento verso il rosso. Basandosi solo su osservazioni ormai obsolete egli continua a non credere alla relazione di Hubble, smontando quindi tutta l’espansione dell’Universo. Attenzione, però. Lui distrugge, ma non propone niente di veramente alternativo basato sulle sue osservazioni. O, quantomeno, si limita a dare una spiegazione fine a se stessa e “locale”, per non accettare l’importanza del redshift e combatterla globalmente.

Dato che uno dei pilastri della cosmologia osservativa è l’interpretazione del redshift osservato negli spettri di galassie lontane come un effetto dell’espansione cosmologica, la distruzione di questo concetto fa automaticamente crollare l’intera teoria del Big Bang.

Secondo Arp ci sono molti, TROPPI, casi di oggetti chiaramente interagenti tra loro, con redshift completamente diversi. La sua spiegazione è che i quasar non siano nuclei di galassie normali ed estremamente brillanti, ma oggetti espulsi da galassie attive. Critica, però, soltanto passiva, dato che non propone modelli alternativi generali. E, inoltre, una critica basata su osservazioni non recenti, smentite o inquadrate oggi in una realtà prima sconosciuta. In particolar modo, quello che ai tempi delle osservazioni di Arp sembravano sovrapposizioni che non potevano essere dovute al caso, oggi, con il miglioramento degli strumenti e delle tecniche,  sono ormai entrate nella norma.

Un esempio è dato dalla Fig. 1 che mostra una galassia con “coda”, dovuta agli effetti mareali durante un incontro con una sorella. A sinistra in una vecchia immagine sembra che non possa esistere nessun oggetto più lontano che si sovrapponga all’oggetto principale. In altre parole, se qualcuno lo facesse sarebbe da considerare veramente vicino alla galassia deformata, dato che la probabilità di trovarne uno che niente ha a che fare sarebbe piccolissima. A destra, invece, un’osservazione recente, dove si può notare che la coda è ricca di oggetti di sfondo che niente hanno da spartire con la galassia in primo piano. D’altra parte, le sovrapposizioni casuali sono talmente all’ordine del giorno che si usa ormai l’effetto lente di Einstein come una specie di strumento normale  e “naturale” per l’osservazione delle galassie più lontane, altrimenti invisibili. Quello che per Arp era un caso che smontava il redshift cosmologico diventa oggi una normalissima consuetudine. L’Universo è molto più popolato di quanto non credesse Arp.

fig. 1
Figura 1

Fin qui non ci sarebbe niente di male. Le osservazioni più recenti hanno escluso le possibili deduzioni provenienti dalla limitatezza di quelle più antiche. Il fatto grave è che Arp non ha mai voluto accettare questo dato di fatto e si è creato un alone di scienziato boicottato ed escluso. Una vittima di un sistema che non vuole accettare idee discordanti.

Ancora oggi egli dice “La mia esperienza è che i primi dati contradditori apparsi nel 1966 riscossero notevole attenzione. Ma quando le conseguenza delle osservazioni divennero chiare, diventò sempre più difficile pubblicarle e discuterle”. Una visione parziale e vittimista, del tutto infondata.

Lui stesso si considera una specie di Galileo redivivo. Un martire del pensiero libero. E invece non vuole accettare che ciò che è stato combattuto non è lui come persona, ma solo una sua convinzione dimostrata falsa dalle moderne osservazioni. Il confronto con il grande pisano non sta assolutamente in piedi e Arp, come già detto, non è isolato per niente ed è considerato dai colleghi un ottimo osservatore. Sono le sue deduzioni che non stanno in piedi.

Perché, allora, Arp ha tanto successo tra piccole comunità di astronomi ai margini della vera Scienza, soprattutto dilettanti? Perché gioca proprio su un perverso piacere dei nostri giorni, ossia quello della vittima perseguitata, dei grandi complotti, delle idee distrutte e nascoste da un’associazione scientifica di stile mafioso. E alla gente piace molto questa visione artefatta del mondo scientifico, forse perché lo fa sentire più vicino alla moderna società.

Possiamo quindi concludere che i due casi, apparentemente simili, sono invece del tutto diversi: Hoyle e le sue idee spesso contraddittorie rispetto a quelle più seguite non presentano aspetti realmente peculiari. Fanno parte della disputa scientifica corrente. Esse si sono, a volte, rivelate non corrette, ma non sono mai state considerate banali o “sciocche”. Al contrario, feconde di possibili sviluppi, magari anche solo collaterali. Vedi ad esempio la panspermia. Egli stesso, infine, non si è mai veramente considerato una vittima del sistema, un novello Giordano Bruno.

Arp è invece senz’altro un eccellente osservatore, tuttavia le sue denuncie di ostracismo e boicottaggio verso la comunità scientifica appaiono del tutto false e posticce. Possono attrarre i fautori della mancata libertà di pensiero, ma sono solo preconcetti e vittimismi legati a una voglia di apparire a tutti i costi, anche basandosi su dati ormai obsoleti.

Ricordiamoci che distruggere basandosi su convinzioni personali è sempre molto facile. Ben più difficile è confermare le proprie teorie attraverso indiscutibili prove osservative e sperimentali. La differenza con Galileo diventa quindi enorme.

 

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8 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Ciao Enzo, anzitutto grazie per questo articolo che credo possa interessare molti lettori ed astrofili.

    Domanda: anche il caso di NGC7319, in una osservazione del 2005, e del quasar con redshift maggiore trovato vicino al nucleo galattico è un fenomeno dovuto all'effetto lente?

  2. Citazione Originariamente Scritto da SuperMagoAlex Visualizza Messaggio
    Ciao Enzo, anzitutto grazie per questo articolo che credo possa interessare molti lettori ed astrofili.

    Domanda: anche il caso di NGC7319, in una osservazione del 2005, e del quasar con redshift maggiore trovato vicino al nucleo galattico è un fenomeno dovuto all'effetto lente?
    direi che il caso 7319 è il più difficile da risolvere... ma non impossibile. Vi sono buone ragioni per credere che in realtà si sia di fronte a due oggetti molto lontani che mostrano caratteristiche apparentemente simili a quelle di un'interazione. A questo punto, però, è più logico pensare che un singolo caso sia da riportare a condizioni prospettiche particolari che non a un ribaltamento completo di una teoria che è supportata da mille casi favorevoli. Se vedo un cinese biondo preferisco pensare che sia lui a essersi tinto i capelli piuttosto che pensare che siano tutti gli altri a esserseli dipinti di nero! Che dirti... preferisco aspettare nuove osservazioni prima di validare una teoria basata su molti dati riconosciuti ormai come casuali. Purtroppo, gli articoli che sconfessano le idee di Arp sono molto meno riportati sul web di quelli a favore. E' il solito problema legato, sempre e comunque, alla ricerca del mistero o della distruzione di ciò che si è faticosamente costruito.

    No, Arp deve portare ben altre evidenze osservative per potere anche solo iniziare a incrinare una teoria basata su prove difficlmente spiegabili in altri modi. Al limite, dovrebbe spiegare lui come mai vi è il rumore di fondo nelle microonde e molto altro... e come moltissime altre sorgenti seguono perfettamente la legge di Hubble...

  3. bellissimo articolo che apprezzo molto e che porta un pochino di chiarezza in alcune notizie che si leggono nelle riviste di settore che "gonfiano" la diatriba contro/pro Arp...

  4. Grazie Enzo, davvero un bell'articolo. E' molto interessante per me avere informazioni sulle biografie di certi grandi scienziati, e mi piace molto come esponi in modo rispettoso e obiettivo il lavoro e la personalità di questi personaggi anche nei loro aspetti umani meno popolari. Cioè, di solito quando si sente parlare di uno scienziato vengono esposte solo le sue teorie più brillanti, come se uno scienziato brillante non potesse avere anche le sue umanità, fare i suoi errori (che invece vengono taciuti come se questi rischiassero di offuscare i suoi risultati positivi) per cui risultano delle immagini di scienziati poco realistiche ed estreme : o dei geni e santi, oppure dei pazzi criminali.
    Spesso poi nell'nformazione comune non riescono a tenere separate la personalità dello scienziato dal suo lavoro, mentre invece uno può benissimo avere un pessimo carattere ma essere comunque un genio dell'astrofisica e offrire all'umanità intera delle opportunità irripetibili.

  5. Citazione Originariamente Scritto da manuela Visualizza Messaggio
    Grazie Enzo, davvero un bell'articolo. E' molto interessante per me avere informazioni sulle biografie di certi grandi scienziati, e mi piace molto come esponi in modo rispettoso e obiettivo il lavoro e la personalità di questi personaggi anche nei loro aspetti umani meno popolari. Cioè, di solito quando si sente parlare di uno scienziato vengono esposte solo le sue teorie più brillanti, come se uno scienziato brillante non potesse avere anche le sue umanità, fare i suoi errori (che invece vengono taciuti come se questi rischiassero di offuscare i suoi risultati positivi) per cui risultano delle immagini di scienziati poco realistiche ed estreme : o dei geni e santi, oppure dei pazzi criminali.
    Spesso poi nell'nformazione comune non riescono a tenere separate la personalità dello scienziato dal suo lavoro, mentre invece uno può benissimo avere un pessimo carattere ma essere comunque un genio dell'astrofisica e offrire all'umanità intera delle opportunità irripetibili.
    parole sante Manu! Sapessi quanti esempi ho conosciuto.... sia in un senso che nell'altro

  6. peraltro, un altro scienziato molto controverso su cui mi piacerebbe avere informazioni obiettive,realistiche , per quel che è dato sapere è N. Tesla. Magari mi puoi consigliare una biografia attendibile....

  7. Grazie Enzo,
    bellissimo articolo... è da un pezzo che aspettavo di leggere qualcosa di così chiaro su questa annosa diatriba.
    Saluti
    Lorenzo Franco

  8. Leggendo qua e là, ho scoperto che fu proprio Hoyle ha coniare il nome "Big Bang" per una teoria che allora non era ritenuta credibile.

    Ritornando ad Arp, purtroppo ho constatato che i seguaci della sua teoria (che poi teoria non è, dato che non propone nulla di alternativo) si sono ben guardati dal commentare questo articolo che -lo so per certo- hanno letto. Evidentemente questo è legato agli scarsi argomenti a supporto, e sono giunto alla conclusione che a volte, nella scienza, per diventare famosi si cerca di proporre una nuova teoria che cerca di demolire quella che tutti seguono, in questo caso il modello standard. Poi però non si dovrebbe gridare al complotto se la suddetta teoria si rivela infondata e si viene emarginati dalla comunità scientifica.

    Basterebbe un pò di umiltà e dire: "Scusate, ci siamo sbagliati"