Lo sciame meteorico delle Aurigadi del 2007

Il prossimo primo settembre potremmo assistere ad uno sciame meteorico lucente e colorato. Le previsioni sono discordanti su quanto potrebbe accadere quando la Terra passerà attraverso l’antico strato di detriti della Cometa Kiess.

Nota: In Italia si può tentare l’osservazione prima dell’alba del 1 settembre, anche se il picco dello sciame è previsto per le ore 13.30 circa.

Arriveranno oppure no? questa è la domanda. Il primo settembre 2007 uno sciame meteorico lucente e stranamente colorato potrebbe – e sottolineiamo potrebbe – provenire dalla costellazione dell’Auriga, dando luogo ad uno splendido spettacolo in prima mattinata per gli osservatori occidentali del cielo dell’America del Nord.

Una meteora al mattino presto in Italia

Una meteora alle prime luci

dell’alba ripresa nel nov. 2006

Credit: Antonio Fainazzi

Responsabile dello sciame è la cometa Kiess (C/1911 N1), una misteriosa cometa “di lungo periodo” che ha attraversato l’interno del sistema solare solo 2 volte nei passati 2000 anni. Nell’ 83 AC, secolo più secolo meno, la cometa Kiess passò vicino al sole e depositò una scia di detriti polverosi che sono stati portati alla deriva verso l’orbita terrestre. Il primo settembre 2007, i residui cometari e la Terra si incontreranno. Ma si materializzerà davvero la pioggia di meteoriti? La risposta, attualmente incerta, si trova nel contenuto sconosciuto della striscia di detriti.

“Abbiamo così poca conoscenza dei detriti antichi provenienti da comete di lungo periodo,” spiega Bill Cooke, ben nota conoscenza del MEO al MSFC della NASA. “Può accadere di tutto – dall’essere una comune nottata alla possibilità di osservare una splendida pioggia di meteore.”

Gli astronomi furono allertati 7 anni fa dall’astronomo finlandese Esko Lyytinen e da Peter Jenniskens del SETI Institute di Mountain View, in California. Entrambi portarono a termine una previsione computerizzata basata sulle dinamiche dei residui cometari. Jenniskens fece gruppo con Jeremie Vaubaillon del Caltech per affinare la previsione usando un modello di flusso di detriti sviluppato dallo stesso Vaubaillon.

“Ci aspettiamo il picco dell’evento alle 11.36 UT +/- 20 minuti del primo settembre,” dice Jenniskens. “L’intero evento dovrebbe durare circa 2 ore e sarà visibile dalla California, Oregon, Hawaii e Oceano Pacifico Orientale.”

Globo

Sopra: La Terra al momento della previsione del picco dello sciame. L’oscurità favorisce gli osservatori ad Ovest delle Rocky Mountains.

Un modello indipendente del flusso di detriti sviluppato da Danielle Moser, un collega di Cooke al MEO, prevede un picco alle 11.26 UT. “Questo è in buon accordo con le previsioni di Jenniskens e Vaubaillon,” afferma Cooke. “Tuttavia, il nostro modello prevede un flusso quasi nullo e una pioggia molto debole.”

“Personalmente, ritengo che la frequenza delle meteore raggiungerà al massimo 100 per ora,” ci fa notare Vaubaillon, “ma alcuni colleghi sono più ottimisti, così, c’è molta suspence!”

La Terra ha avuto almeno 3 incontri con il flusso di detriti nei secoli passati – nel 1935, 1986, e 1994. Sfortunatamente, poche persone erano all’aperto a prestare attenzione. L’incontro più osservato è stato nel 1994 quando il veterano osservatore di meteore Bob Lunsford e George Zay della california del sud hanno testimoniato l’avvistamento di un numero di meteore brillanti blu-verde con radiante nella costellazione dell’Auriga. La breve pioggia fu degna di nota sia per l’assenza di deboli meteore sia per i suoi colori brillanti, caratteristiche che si potrebbero ripetere il primo settembre.

Due sono le ragioni per cui le meteore provenienti da comete di lungo periodo sono di particolare interesse:

1 – le comete di lungo peridodo quasi sempre ci colgono di sorpresa. Le loro orbite fortemente ellittiche le conducono molto al di fuori del sistema solare, dove restano nell’anomimato per migliaia o milioni di anni, finchè non vengono attirate sempre più verso il Sole, dove precipiteranno inesorabilmente. Proprio a causa del fattore sorpresa, le comete di lungo periodo rappresentano una minaccia di impatto. Jenniskens ed altri sono ansiosi di studiare gli sciami di comete di lungo periodo perchè la pioggia potrebbe essere un “indizio” che la cometa è lì fuori, e la traiettoria dei meteoroidi può rivelarci il dove.

2 – meteore provenienti da comete di lungo periodo possono essere molto primitive. La maggior parte delle piogge di meteoriti (es. Perseidi e Leonidi.) sono causate da comete di corto periodo che passano all’interno del sistema solare circa ogni decennio o, al massimo, ogni secolo. Le loro superfici ghiacciate sono frequentemente scaldate e vaporizzate dall’intensa radiazione solare, e la polvere che la cometa produce è – in proporzione – molto recente (fresca). Le comete di lungo periodo, al contrario, vengono raramente scaldate dal sole, e la loro superficie può conservare antiche sostanze formate da miliardi di anni di esposizione ai raggi cosmici all’esterno del sistema solare. I detriti di questa “crosta originaria” possono produrre diversi colori al contatto con l’atmosfera terrestre.

È questo il motivo per cui le meteore dell’Auriga del 1994 erano di colore blu-verde? Erano frammenti primordiali della crosta della cometa Kiess? Ancora una volta, nessuno può dare una risposta certa in merito.

Previsione Aurigadi

Il percorso di volo da affrontare nella

campagna osservativa delle Aurigadi

guidata da Jenniskens

Jenniskens ci fa notare che anche un altro sciame di meteore, le Alfa Monocerotidi del 1995 ritenute provenienti da una cometa di lungo periodo a noi sconosciuta, furono anomale: “le Alfa Monocerotidi penetrarono 5km più in profondità nell’atmosfera di altre meteore della stessa dimensione e velocità ed avevano un insolito basso contenuto di sodio.”

Per scavare a fondo su alcuni di questi misteri, Jenniskens e colleghi del centro di ricerche Ames della NASA, della Utah State University e della USAF Academy saranno a bordo di due jet privati per osservare le aurigadi nel cielo pulito a 45.000 piedi di altezza (quasi 14 Km). Useranno spettrometri, fotocamere e telescopi per misurare velocità, penetrazione, e composizione chimica delle meteore in arrivo.

Bill Cooke del MEO non sarà a bordo dei velivoli, ma augura buona fortuna agli uomini impegnati nella missione. “se questa pioggia ci sarà veramente, i dati che raccolti potranno fornire informazioni su una nuova popolazione di meteoroidi nel sistema solare. In più, sarà uno spettacolo unico per le persone a terra.”

1 settembre 2007: aspettiamo fiduciosi la risposta.

Fonte: http://science.nasa.gov/headlines/y2007/08aug_aurigids.htm

Informazioni su Stefano Simoni 626 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

I commenti di questo post sono in sola lettura poichè precedenti al restyling del 2012. Iscriviti al Forum di Astronomia.com ed entra a far parte della nostra community. Ti aspettiamo! : )

8 Commenti

  1. caspita …..ma nn si potrebbe studiare questi sciami dalla stazione spaziale…o con i satelliti?:idea:

  2. anche a me l’articolo è piaciuto molto. domanda: quale grandezza possono avere le meteore? se la loro dimensione è troppo elevata per essere distrutte dall’atmosfera, possono essere un pericolo per la Terra? non voglio creare allarmismi, ma è possibile che in un futuro lontano possa succedere quello che è successo ai dinosauri? grazie! 😉

  3. @dario
    La ISS orbita a circa 400 Km di altezza, così come il resto dei satelliti in orbita bassa. Le meteore invece entrano a contatto con l’atmosfera e sono piuttosto basse.

    @Mario
    Grazie, anche se noi ci limitiamo solo a tradurre questi articoli di Science@NASA

    @paola
    I meteoroidi (così si chiamano gli oggetti che si disgregano senza toccare il suolo) in genere hanno le dimensioni di un granello di polvere. Quando sono leggermente più grandi si ha l’effetto bolide, una lunga scia luminosa che a volte si frantuma in più parti e addirittura produce dei rumori.

    Se il detrito è ancora più grande e il contatto con l’atmosfera non basta per disintegrarlo, abbiamo un impatto con il suolo. Ecco il famoso meteorite.

    Tuttavia entrambi sono praticamente innocui se presi in un’ottica “apocalittica”. Gli impatti da estinzione sono quelli dovuti ad asterodi con centinaia di metri di diametro, che sono tenuti sotto monitoraggio perchè in grado di poter stravolgere un ecosistema. L’unico asteroide che per ora crea un pò di scompiglio è Apophis (leggi l’articolo).

  4. ciao Stefano, ho letto l’articolo che mi hai indicato e l’ho trovato molto interessante ed inquietante:shock:. lo so che non si deve mescolare fantascienza con la Scienza (sono una patita di fantascienza) ma prendere un piccolo spunto dai films che parlano di asteroidi in rotta di collisione (la realtà supera sempre la fantasia), non potrebbe aiutare un po’?. scusate se spesso esco “fuori tema”. 😳 ciao e grazie per la pazienza.:wink:

  5. Ottima news, complimenti è scritta molto bene, credo che la linkerò al mio blog se non hai nulla in contrario! Le “stelle cadenti” appassionano sempre molto anche chi astrofilo non è, quindi vorrei che anche i miei amici ne fossero al corrente! Posso? 😉

  6. qualche sera fa, alle 20 circa, c’era ancora luce, ho visto qui da palermo qualcosa che sembrava un meteorite, dopo un po si è diviso in molte parti, come se al contatto dell’atmosfera si fosse distrutto, vorrei sapere cosa fosse