Chi ha il pane non ha i denti…

Nell’assurdo (?) futuro di questo racconto il famoso proverbio sembra tornare di grande attualità.


Terra

Terra

Il mondo aveva finalmente raggiunto una stabilità quasi perfetta. Dopo anni e anni di guerre locali e non solo, si erano riusciti a sanare gli estremismi religiosi ed il terrorismo. Ora le varie Religioni convivevano in pace avendo escogitato compromessi che permettevano di mantenere le proprie usanze, senza d’altra parte volerle imporre a nessuno. Anche le lotte per il predominio delle risorse energetiche si erano spente: il petrolio era finito e ci si era finalmente rivolti al Sole ed all’acqua del mare, che erano patrimonio di tutti e non di solo pochi fortunati. Le materie prime continuavano a scarseggiare, ma ormai si andavano a prendere sugli asteroidi vicini e sulla Luna, dove era sorta la base di controllo generale “Nuova Terra”, che gestiva l’invio delle risorse e la costruzione delle navi di trasporto spaziale. In poche parole, il mondo poteva vivere in pace chiuso in se stesso, mentre sulla Luna si eseguiva tutto ciò che riguardava il limitato Spazio esterno.

Molte nazioni si erano uniti in confederazioni e le relazioni diplomatiche e commerciali erano diventate molto più semplici. In America si erano formati tre soli stati: La Bragentina a sud, Il Mexicuela al centro e l’ USCAN a nord. L’Europa si era unita in un’unica grande repubblica che includeva anche la vecchia Russia. L’Africa si era divisa in tre enormi imperi: l’Altunegi che si affacciava sul Mediterraneo, Il Somambico ad est e l’immenso Congola a ovest. L’Asia infine conteneva soltanto la Cindia e la Giappalia. Le industrie si erano distribuite in modo molto uniforme ed erano scomparse le tensioni che secoli prima avevano sconvolto la Terra. Essenziale per questa situazione di grande equilibrio era il commercio ed una visione omogenea dei valori della vita che dovevano coinvolgere tutte le popolazioni. Non ci si poteva più permettere correnti di pensiero rivoluzionarie, anzi era ancora meglio che si pensasse molto poco con la propria testa. Questo compito fondamentale era stato dato alle due uniche emittenti televisive del globo: la Westvision e la Eastnet, che avevano il monopolio completo delle trasmissioni. Erano loro che dovevano indirizzare i pensieri, le illusioni, le speranze, gli acquisti, i desideri degli esseri umani. Fingevano di essere in competizione, sbandierando i propri indici di ascolto, ma in effetti erano gestite entrambe dal Consiglio Mondiale di Sicurezza che doveva tenere i 12 miliardi di abitanti sotto un continuo e stretto controllo.

La fantasia singola era stata abolita e le scuole dovevano solo insegnare a vivere pacificamente sulla Terra. Lo scopo ultimo dell’umanità era quello di produrre, vendere e comprare i beni di consumo. Andavano ancora bene materie come la storia, la geografia, la letteratura e l’arte antica, ma si vietavano completamente tutte quelle che potevano stimolare il cervello verso idee innovative. Era vietato leggere, scrivere o fare di conto ed ancor di più studiare la fisica o la matematica. Ci si doveva mettere davanti alla televisione e seguire tutte le meraviglie che le menti superiori sceglievano per l’intera umanità. Gli scienziati e i tecnologi erano selezionati fin da bambini e venivano fatti vivere sulla Luna. Sulla Terra si doveva solo seguire la “verità” televisiva che faceva divertire, piangere, gioire e rattristare e, soprattutto, guidava negli acquisti. Assolutamente vietata era la visione del cielo stellato. Avrebbe fatto pensare troppa gente e li avrebbe magari fatti sentire liberi in uno spazio sconfinato. Era ancora ben impresso nei governanti il terribile episodio di circa un secolo prima, quando, durante la trasmissione sui misteri dei “mostri spaziali” della Westvision, vi era stata una pioggia meteorica eccezionale e molti avevano alzato gli occhi al cielo per ammirare quella meraviglia naturale. L’indice di gradimento dei “mostri” era sceso del 12% e questo le aziende che pagavano fiori di milioni per la loro pubblicità non se lo potevano certo permettere. Come era stato possibile preferire dei pezzi di roccia che cadevano dal cielo a quei mostri inventati sapientemente e per i quali erano stati spesi un sacco di quattrini pubblici? Si doveva agire subito, per non rischiare mai più una benché minima perdita di attenzione.

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5 Commenti

  1. Leggendo il suo bellissimo racconto la mia mente non poteva che andare da George Orwell e il suo libro “1984” scritto verso la fine degli anni 40 che prevedeva 3 grandi megastati,il grande fratello che ci osserva,il grande orecchio “echelon” che tutto ascolta,che dire caro professore quel punto interrogativo nel suo titolo è proprio ben messo.

  2. Una distopia alla George Orwell, non c’è che dire… Tanto più inquietante perché vicinissima alla realtà, impressionante quasi quanto le immagini di “The Matrix”… Una cosa, in particolare, mi sembra di riconoscerla già nel mondo in cui viviamo: la crescente diffidenza nei confronti della figura dello Scienziato, visto sempre più come un pazzo, un invasato, come il Responsabile della fine deprecabile cui il mondo sembra andare incontro… L’assassino della “morale”, dei “valori”… Una marea di assurdi pregiudizi che rendono complicata la già precaria sopravvivenza di una figura tanto delicata e importante, senza la quale neanche sapremmo chi siamo, da dove veniamo, e che cos’è l’incredibile cortina blu ricoperta di milioni di puntini luminosi che ci sovrasta nella notte… Tanto, quando anche quella inizierà a risultare “fastidiosa”, la si potrà sempre offuscare con qualche gas cancerogeno di ultima generazione…

  3. Ciao Enzo, oltre che Orwell (che ci sta sempre in ogni Fanta-Ri-Cosmogonia, come commentano giustamente gli altri lettori) ritrovo oltre che la sarcastica/amarezza già vista in “La Lotteria” di Vincenzo Zappalà……
    ….l’indignazione di una persona di buon senso nei confronti di un “sistema-informazione” che seleziona solo ciò….SIC! .che giustamente stigmatizzi…
    P.S. a beneficio degli altri lettori con Zappalà ho avuto modo di discutere anche di persona a riguardo dell’indifferenza e/o scarsa attenzione nei riguardi di ciò che non fà “audience” etc

    Danilo 🙂

  4. Caspita… è quasi inquietante leggere questo racconto! Purtroppo sembra proprio che il mondo stia andando in quella triste direzione… Sarebbe davvero triste se finissimo ridotti a delle larve prive di cervello perennemente attaccate ad un televisore…
    Cerchiamo però di non abbandonarci al pessimismo! E’ inutile restare seduti a provare pena per questo stato dell’umanità senza agire! Anzi, sono proprio gli appassionati della fisica e gli amanti della natura come i lettori di astronomia.com, secondo me, che dovrebbero impegnarsi a diffondere questo sentimento di stupore per le meraviglie che ci circondano affinché la nostra società non le sostituisca quanto prima con un tubo catodico!
    Grazie a Vincenzo Zappalà per averci regalato un’altro racconto interessante ed uno spunto di riflessione!