
Titano
Nel giro di pochi anni si trovò un metodo, non del tutto indolore, ma estremamente efficace. Si immetteva nell’atmosfera, al tramontare del Sole, una specie di colorante allo stato gassoso che formava immediatamente una spessa cortina fumogena durante tutta la notte. Avrebbe precluso completamente a chiunque la pericolosa vista del “vero” Universo. Al mattino, si sarebbe dissolta con i primi raggi di Sole. Il fatto che i decessi per malattie polmonari fossero aumentati del 23% non era poi così importante in un mondo che aveva raggiunto e superato i 12 miliardi di abitanti. Si ottenne comunque quello che si voleva: le nuove generazioni non sapevano più che esistessero i pianeti, le stelle e le galassie. Un nuovo universo molto più spettacolare, violento e terrificante era stato costruito “ad hoc” dai canali televisivi. L’umanità non poteva e non doveva uscire dal suo guscio protettivo. Solo sulla Luna i pochi “sfortunati” erano costretti a guardare il cielo per sfruttare al meglio le sempre più necessarie risorse del nostro satellite e degli asteroidi, ma alla sera riuscivano anch’essi a sedersi davanti alla sicurezza televisiva.
A più di un miliardo di chilometri di distanza, la popolazione sotterranea di Titano cominciò finalmente a prendere possesso della superficie. Com’era bella quella luce grigia e quella spessa coltre nuvolosa. Si potevano vedere le cose anche a qualche centinaio di metri di distanza. Dopo secoli e secoli chiusi nelle loro caverne profonde, costretti a vivere la finta realtà dei programmi televisivi, finalmente potevano uscire all’aria aperta grazie all’invenzione di quelle comode e maneggevoli maschere protettive. Ci vollero anni e tanta sofferenza prima che i loro occhi riuscissero a sopportare la violenta luce diurna, ma alla fine si adattarono. Poi qualcuno cominciò a pensare che forse esisteva qualcosa anche aldilà delle nuvole. Divenne un’ossessione che coinvolse un po’ tutti ed ognuno fece del suo meglio per contribuire a risolvere quel dilemma. Alla fine ci riuscirono e la prima astronave uscì al di fuori della impenetrabile atmosfera. Che meraviglia! Saturno con i suoi anelli dominava una gran parte di cielo. E poi vi erano milioni e milioni di punti luminosi che splendevano ovunque. Videro anche il Sole e ne furono veramente abbagliati. Quello era l’Universo ed avevano avuto la fortuna di poterlo finalmente conoscere direttamente.
Malgrado fosse un viaggio molto caro, ben presto tutta la popolazione riuscì a permetterselo almeno una volta e ad assistere alle meraviglie dello Spazio. Si costruirono i primi rudimentali telescopi e non ci volle molto a capire che cosa erano quelle luci lontanissime, si riconobbero anche i pianeti e si intuì che il terzo dal Sole doveva accogliere una vita intelligente. Aveva un’atmosfera estremamente tenue che non precludeva molto la vista della sua superficie. D’altra parte da Titano si vedeva, nemmeno troppo bene, solo la parte illuminata dal Sole e non quella offuscata dal gas artificiale. Che bei colori che aveva! Xenon e la sua famiglia stavano contemplando quello spettacolo ed il piccolo Xaron, pensando ai soldi spesi dal papà per quel fantastico viaggio, disse: ”che fortuna quelli laggiù. Tutto questo lo possono vedere gratis!”
Leggendo il suo bellissimo racconto la mia mente non poteva che andare da George Orwell e il suo libro “1984” scritto verso la fine degli anni 40 che prevedeva 3 grandi megastati,il grande fratello che ci osserva,il grande orecchio “echelon” che tutto ascolta,che dire caro professore quel punto interrogativo nel suo titolo è proprio ben messo.
se non andrà a finire così, sarà di poco diverso…ma la televisione nnla guarderò mai
Una distopia alla George Orwell, non c’è che dire… Tanto più inquietante perché vicinissima alla realtà, impressionante quasi quanto le immagini di “The Matrix”… Una cosa, in particolare, mi sembra di riconoscerla già nel mondo in cui viviamo: la crescente diffidenza nei confronti della figura dello Scienziato, visto sempre più come un pazzo, un invasato, come il Responsabile della fine deprecabile cui il mondo sembra andare incontro… L’assassino della “morale”, dei “valori”… Una marea di assurdi pregiudizi che rendono complicata la già precaria sopravvivenza di una figura tanto delicata e importante, senza la quale neanche sapremmo chi siamo, da dove veniamo, e che cos’è l’incredibile cortina blu ricoperta di milioni di puntini luminosi che ci sovrasta nella notte… Tanto, quando anche quella inizierà a risultare “fastidiosa”, la si potrà sempre offuscare con qualche gas cancerogeno di ultima generazione…
Ciao Enzo, oltre che Orwell (che ci sta sempre in ogni Fanta-Ri-Cosmogonia, come commentano giustamente gli altri lettori) ritrovo oltre che la sarcastica/amarezza già vista in “La Lotteria” di Vincenzo Zappalà……
….l’indignazione di una persona di buon senso nei confronti di un “sistema-informazione” che seleziona solo ciò….SIC! .che giustamente stigmatizzi…
P.S. a beneficio degli altri lettori con Zappalà ho avuto modo di discutere anche di persona a riguardo dell’indifferenza e/o scarsa attenzione nei riguardi di ciò che non fà “audience” etc
Danilo 🙂
Caspita… è quasi inquietante leggere questo racconto! Purtroppo sembra proprio che il mondo stia andando in quella triste direzione… Sarebbe davvero triste se finissimo ridotti a delle larve prive di cervello perennemente attaccate ad un televisore…
Cerchiamo però di non abbandonarci al pessimismo! E’ inutile restare seduti a provare pena per questo stato dell’umanità senza agire! Anzi, sono proprio gli appassionati della fisica e gli amanti della natura come i lettori di astronomia.com, secondo me, che dovrebbero impegnarsi a diffondere questo sentimento di stupore per le meraviglie che ci circondano affinché la nostra società non le sostituisca quanto prima con un tubo catodico!
Grazie a Vincenzo Zappalà per averci regalato un’altro racconto interessante ed uno spunto di riflessione!