La cometa vagabonda

Il lungo viaggio di una cometa un po’ “speciale”


Finché un giorno toccò a lei. Sentì che il suo tranquillo e costante movimento dentro la nube aveva subito un cambiamento. Ne era sicura. Stava infatti accelerando e poi cominciò a vedere la nube delle sue compagne che si stava allontanando e sentì anche il loro saluto ricco di delusione, ma anche di speranza, in attesa di avere la stessa fortuna. Poi si concentrò nel suo viaggio. Non era tanto tempo che i pianeti si erano formati e sarebbe stato fantastico vederli ancora giovani e pimpanti, prima di arrivare al cospetto del re assoluto del sistema. Superò la fascia che un giorno sarebbe stata chiamata di Kuiper. Poi il primo gigante, Nettuno e poi il secondo, quasi gemello, Urano. La vista di Saturno fu un vero shock: com’era grande! Ma niente al confronto del pianeta successivo. Sembrava quasi un fratello più piccolo del Sole e bisognava stare molto attenti a non venire catturati dalla sua enorme forza gravitazionale.

Fu fortunata e, pur passando relativamente vicino a Giove con il suo corteo di magnifici satelliti, riuscì ad uscirne indenne. In realtà ebbe qualche “spinta” e faticò non poco a riprendere la rotta, ma alla fine fu sicura che il suo viaggio sarebbe continuato senza problemi verso l’obiettivo finale. La guardavano con interesse tutti quei piccoli oggetti che non erano riusciti a riunirsi in un pianeta. Vedevano le sue stranezze: lei era un insieme di ghiacci, appena sporcata dalla polvere interplanetaria, ed aveva nel suo interno le molecole più complesse di tutto il Sistema Solare e non solo. Carbonio, idrogeno, azoto, ecc. formavano catene lunghissime di composti organici che si combinavano e si dividevano in continuazione.

Ora che si stava avvicinando al Sole sentì dentro di sé una specie di “prurito”. Era tutta elettrizzata. Sicuramente un effetto dell’emozione, ma le sembrava che anche qualcosa di fisico stesse cambiando in lei. Poi si stupì quasi a vedere la nube che la stava circondando. Ma si, era proprio lei che stava formando una chioma sempre più ampia. Finalmente il momento tanto agognato aveva avuto inizio. Si sentì importante, sapeva di essere ammirata da tutti e sapeva anche che tra poco la sua magnifica coda rettilinea di gas sarebbe stata affiancata da quella curvilinea di polvere. Le sue molecole si spargevano nello spazio e lei si sentiva al centro dell’Universo. Che emozione!! Ne era valsa proprio la pena, qualsiasi ne fosse ora la conclusione. E che bello era ormai il Sole. Ne vedeva le protuberanze e lo ringraziava per lo spettacolo che le permetteva di eseguire davanti a tutti! Sentiva un piacere profondo nell’essere investita dal vento solare, una sensazione di calore e di freschezza al tempo stesso.

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3 Commenti

  1. Apprezzo il modo in cui è stato affrontato il problema della nascita della vita sulla terra (spiegazione razionale), non escludendo a priori che ci possa essere stata una “Forza $superiore$” che abbia fatto in modo che quegli avvenimenti potessero accadere.
    Qual è la sua opinione a riguardo?
    Grazie.

  2. @simone,
    più che vedere una forza superiore (per la quale ho comunque lasciata aperta la porta e mi piace farlo …) io penserei ad una serie di casualità speciali, quasi magiche, che hanno portato la cosa giusta, al momento giusto e nel posto giusto. Questo non solo per il racconto (che è solo una favola), ma proprio per la mia visione della vita nell’universo. Credo che sia difficilmente … facile. Ossia i mezzi ci sono, ma che tutto vada per il verso giusto è molto arduo e speciale. Comunque penso che il giorno del “contatto”, se mai ci sarà, sarà la cosa più bella nella vita dell’uomo, sempre che ci sia ancora …

  3. @tutti !!
    Se non riuscirò a rispondere alle vostre domande o alle vostre critiche NON è perchè non voglia…Sarò in USA dal 2 al 20 maggio, per cui non leggerò il web … In ogni modo usciranno comunque i miei raccontini al sabato. Vi risponderò al ritorno … A presto !!