Lo sbuffo di una piccola stella

Una piccola nana rossa a due passi dal Sole ha prodotto un brillamento di incredibile potenza, si tratta del flare più intenso mai osservato finora in una stella di questo tipo.


Lo sbuffo di una piccola stella

Scorrendo l’elenco delle stelle più vicine al Sole si incontra anche EV Lacertae, una nana rossa collocata a soli 16 anni luce di distanza. Inutile, però, scrutare la costellazione della Lucertola per cercare di individuarla a occhio nudo. La stella, infatti, è molto più fredda del Sole e la sua luminosità è abbondantemente al di sotto delle soglia di percezione dell’occhio umano. Secondo Rachel Osten, una ricercatrice dell’Università del Maryland che si occupa di stelle vicine, EV Lacertae è una stella piuttosto giovane e di modeste dimensioni, con una massa pari a circa un terzo di quella del Sole. Alla fine di aprile, però, questa modesta nana rossa si è resa protagonista di un autentico spettacolo pirotecnico, un brillamento così intenso da mettere in allarme persino l’osservatorio orbitante Swift.

La Osten e i suoi collaboratori ritengono che un ruolo importante nel produrre questo flare potrebbe averlo giocato l’elevata velocità con la quale la stella ruota su se stessa. Facendo ancora il paragone con il Sole, mentre la nostra stella impiega quattro settimane a compiere una rotazione, EV Lacertae lo fa in soli quattro giorni. L’elevata velocità unita con la particolare composizione favorirebbero il sorgere di campi magnetici cento volte più intensi di quelli del Sole. E proprio l’interazione di questi campi magnetici sarebbe all’origine del rilascio energetico dei brillamenti. Poichè sappiamo che sul Sole i campi magnetici sono strettamente collegati con le macchie superficiali, ci si può aspettare che oltre metà della superficie di EV Lacertae sia ricoperta di macchie.

Generalmente i flare liberano energia in tutte le regioni dello spettro elettromagnetico, ma le elevatissime temperature raggiunte fanno sì che il loro studio sia più proficuo impiegando telescopi progettati per le alte energie. Per questo anche Chandra e XMM-Newton sono già stati utilizzati per studiare EV Lacertae e stelle simili, ma il loro campo visivo è molto ristretto, dunque devono proprio essere sul bersaglio nel momento del brillamento per poterlo cogliere. Non così Swift. Progettato per catturare i lampi gamma, è dotato di un campo osservativo decisamente più ampio e questo spiega la sua prontezza nel segnalare il brillamento e nel seguirne l’evoluzione.

Doveroso chiedersi come mai sia stato dato tanto risalto al brillamento di una stella tutto sommato insignificante. Già il fatto che sia stato molto intenso e che si sia potuto studiarne nei dettagli l’evoluzione temporale sono di per sè due ottime ragioni, ma c’è di più. Da qualche tempo a questa parte, infatti, sta prendendo piede l’idea che le nane rosse possano essere ottime candidate non solo per ospitare sistemi planetari, ma anche perchè qualcuno di tali pianeti possa essere abitabile. Logico quindi che anche i planetologi tengano d’occhio i fenomeni che le riguardano.

Altrettanto logico, però, chiedersi che ne sarebbe stato di un pianeta abitabile in orbita intorno a EV Lacertae.

Fonte: Coelum

Informazioni su Stefano Simoni 644 Articoli
Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.

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7 Commenti

  1. Salve a tutti, vorrei sapere se un eventuale pianeta vicino a questo tipo di stella possa essere abitabile, visto che si tratta comunque di una stella più piccola del sole e più fredda. Quali potrebbero essere le sue temperature?

  2. @silvia,
    esiste la fascia di abitabilità nelle nane rosse, sebbene molto più vicina alla stella. Le temperature superficiali vanno dai 1000 ai 3500 gradi. Un pò freddino, ma non poi così tanto, se ci avviciniamo al … focolare.

  3. L’ultima frase è interessante…certo si è preso una bella “arrostita” un pianeta di tipo terrestre, se mai ci fosse, con questo brillamento… :mrgreen: … e quanto è durato?

  4. Piccola curiosità. Essendo la fascia di abitabilità molto più ristretta, le forze mareali della stella non determinerebbero una rotazione del pianeta coincidente alla sua rivoluzione? Ossia, quell’ipotetico pianeta di tipo terrestre volgerebbe al suo sole sempre la stessa faccia e ciò non ostacolerebbe la nascita della vita, almeno come noi la conosciamo? Grazie.

  5. @Alessandro,
    ottima considerazione sicuramente. Bisognerebbe studiare bene l’accoppiamento spin-orbita (proprio quello che dici tu) per vedere cosa viene fuori. Molto dipende anche però dalla massa della stella. Se è più piccola anche gli effetti mareali diminuiscono e tutto viene ridotto in scala e quindi è come se fossimo sulla nostra terra. Ilnostro Sole si fa sentire su venere (ma non c’è ancora un’accoppiamento perfetto), e non su di noi. Sul “brutto anatroccolo” forse si starebbe tranquillamente alla distanza di venere e anche più vicini.

  6. Peccato c he dalla mia posizione non posso vedere quasi niente deiu fenomeni astronomici, ma deve essere stato bellissimo osservare il brillamento della nana bianca