I satelliti più vicini a confronto

E’ più lontana la Luna dalla Terra o Callisto da Giove? Qual é il satellite più lontano dal proprio pianeta in tutto il sistema solare? Qual é il satellite di Nettuno più vicino? Ecco le risposte a questi ed altri interrogativi sulle distanze tra i corpi celesti nel sistema solare.


Giove, gli anelli e i satelliti

Distanze dei satelliti

Eccoci dunque ad analizzare Giove e qui balzano subito agli occhi le prime sorprese! Guardate Giove com’è grande in proporzione alla Terra e ai satelliti geostazionari! Questo già lo sapevamo, non per niente Giove è il pianeta gigante per eccellenza, il più grande del sistema solare, ma quanti di voi hanno mai soppesato bene il fatto che il suo raggio è più di 10 volte quello terrestre? Non trovate che anche in questo caso un’immagine valga più di mille parole, in questo caso cifre?!

Se proseguiamo verso destra vediamo che sono indicati cinque anelli e quattro orbite tratteggiate, alquanto mischiati: più distante invece, l’orbita tratteggiata più a destra è quella del satellite Io, che è il primo (il più interno) dei quattro satelliti medicei. Ma torniamo indietro ad analizzare la sequenza di anelli e satelliti.

Dapprima si incontra l'”anello alone” (Halo Ring) , seguito dall'”anello principale” (Main Ring), in mezzo al quale viaggiano Metis e Adrastea. Poi c’è l'”anello Tenue” (Gossamer Ring) che è suddiviso in tre parti: la “parte di Amaltea”, fino al satellite omonimo, la “parte di Tebe”, fino al corrispondente satellite ed infine l'”Estensione di Tebe”, al di là del satellite Tebe. Il primo anello ha una forma toroidale e c’è da aggiungere che si tratta di anelli molto scuri e difficili da vedere (sono stati individuati solo dalle sonde Voyager): sono tutti formati da residui e polveri molto rarefatti.

Luna ed Io

la Luna e Io a confronto

Ecco dunque un fatto al quale difficilmente si pensa (confesso che neanche io ci avevo mai pensato!): praticamente fino alla distanza della Luna, intorno a Giove ci sono 4 anelli e ben 5 satelliti (Metis, Adrastea, Amaltea, Tebe ed Io). Quest’ultimo ha un raggio solo di poco più grande della Luna. Nella figura soprastante potete vedere la differenza di aspetto tra la Luna ed Io, visti dalla superficie del pianeta attorno a cui ruotano: pensate se al posto della Luna ci fosse Io… Altro che serate al chiar di Luna: penso che ci sarebbe poco di romantico al chiar di Io…

Nella figura che segue invece ho riportato in scala gli altri satelliti più vicini a Giove: ecco come effettivamente si vedrebbero. Vedrebbero? Ma che dico! Praticamente sarebbero tutti invisibili!

Luna, Io e gli altri

la Luna, Io e glia altri

Comunque andando ora ad analizzare Saturno, vedremo che si avrà un sovraffollamento inimmaginabile di anelli e satelliti. E sto parlando solo di una distanza pari a quella che separa la Luna dalla Terra! Ma sicuramente l’avrete già intuito guardando la figura…

Saturno e i suoi anelli

Sempre dalla figura, vediamo ora che la situazione da Saturno è completamente differente, ancora più complessa e strana. Anche di questo francamente non mi ero mai reso conto: un conto è vedere tantissime fotografie spettacolari, un altro conto è vedere il paragone con altre situazioni!

La figura evidenzia che gli anelli di Saturno (che vengono tutti indicati con lettere maiuscole) si estendono praticamente fino ad una distanza pari a quella della Luna: altro che lo spazio vuoto che c’è tra la Terra ed il nostro satellite! Ma le sorprese non finiscono qui: sempre in questa distanza, in orbita attorno a Saturno ci sono la bellezza di 17 satelliti, ognuno dei quali ha praticamente una sua storia! Analizziamo nel dettaglio questa serie di oggetti!

Dapprima incontriamo tre anelli: prima l'”anello D” (molto rarefatto e tenue), poi l'”anello C” (anche questo molto poco luminoso, composto com’è di materiali scuri) e poi ancora l'”anello B” (decisamente il più luminoso dei tre e formato da una seri innumerevole ed impressionante di anelli minori, del tutto invisibili da Terra).

All’improvviso si incontra una zona sgombra di materiale, molto larga, che è la famosissima Divisione di Cassini: è posta ad una distanza tale che le particelle che vi dovrebbero trovarsi vengono viceversa respinte a causa della risonanza con il satellite Mimas (che trovate un bel po’ più distante da Saturno).

Poi all’improvviso inizia l'”anello A”: è l’anello più brillante del pianeta Saturno ed al suo interno abbiamo la sorpresa di trovare un satellite, il primo di una lunga teoria.

Si tratta di Pan, il più vicino a Saturno, che percorre la sua orbita in una zona sgombra di materiale, la cosiddetta “Encke gap”, praticamente una corsia vuota. Il satellite viene dunque detto “pastore” in quanto confina e tiene a bada le particelle impedendole di percorrere una traiettoria dove lui ha la sua influenza gravitazionale. Questa caratteristica è stata scoperta solo negli anni ’90: si conosceva la lacuna di Encke (scoperta nel 1888 da Keeler), ma non si sapeva il motivo per cui esistesse.

Poi si incontra la “Keeler gap” creata e mantenuta pulita dal satellite Dafni (nella figura non sono riuscito a disegnarlo a causa del sovraffollamento di righe, frecce e scritte!). Anche Dafni è dunque un satellite pastore.

L'”anello A” subisce una repentina interruzione quando si incontra la Divisione di Roche, che lo separa dall'”anello F”: in essa viaggiano ben due satelliti, Atlante e Prometeo. Francamente non sono riuscito nè ad indicare la divisione, nè a disegnare le orbite dei satelliti! Già il disegno è complesso così com’è…

Successivamente si incontra l'”anello F”, molto stretto, tenuto insieme gravitazionalmente dall’attrazione di Prometeo dal lato interno e da Pandora dal lato esterno: entrambi i satelliti sono dunque i pastori di un unico anello! Propongo nuovamente l’animazione vista qualche tempo fa, formata da più foto della sonda Cassini, dove si vede proprio l’effetto gravitazionale dei due satelliti sulle particelle, con formazione di stranissimi canali. Veramente fantastico!

Incontriamo ora una zona di calma apparente, solcata da due satelliti, Giano ed Epimeteo, che condividono il loro percorso con un debole anello, scoperto dalla sonda Cassini nel 2006: ma la cosa particolare dei due satelliti è che sono co-orbitanti, cioè viaggiano quasi esattamente alla stessa distanza da Saturno. Inutile dire che essendo in risonanza non potranno mai scontrarsi!

Successivamente incontriamo l'”anello G”: poteva essere questo un anello banale? No! Infatti nella sua complessa struttura contiene un arco (li ritroveremo poi su Nettuno)! Si tratta appunto di un arco di circonferenza, di una lunghezza pari ad un sesto della circonferenza totale dell’anello! E’ stato calcolato che questo arco è mantenuto al suo posto a causa della complicata risonanza 7:6 del solito Mimas. Si pensa che questo arco sia formato da particelle di ghiaccio, mentre il resto dell’anello G è formato da polveri e detriti.

Dopo poco inizia l'”anello E”, il più largo di tutti gli anelli di Saturno, che è formato da materiale ghiacciato e polveroso, composto da particelle microscopiche. Subito vicino al suo bordo incontriamo il più volte citato Mimas, che come visto è una specie di “Attila” che dove passa lui non fa crescere più l’erba…

Poi incontriamo Metone, Antea e successivamente Pallene: quest’ultimo, lungo la sua orbita, “mantiene” un debole anello (scoperto nel 2006) formato da polvere e detriti scagliati in orbita da impatti di meteoroidi sulla superfice di Pallene stesso. In questo caso il satellite non è certo un pastore! Ma guardate la natura come è strana e come sono complicati i meccanismi legati alla gravitazione!

Stando sempre all’interno dell’anello E, incontriamo ora Encelado, noto fin dal tardo ‘700, dato che era stato scoperto nell’anno della rivoluzione Francese.

Continuando ad allontanarci, incontriamo tre satelliti (Teti, scoperto addirittura nel 1684 e gli altri due, Telesto e Calipso, scoperti nel 1980), che hanno una particolarità unica (direi!) se non fosse presente anche per i successivi tre satelliti (Dione, anche lui scoperto nel 1684 e altri due, Elena e Polluce, scoperti rispettivamente nel 1980 e nel 2004): la particolarità consiste nel fatto, assolutamente imprevisto, che sono co-orbitanti (a tre a tre), con in più la particolarità spettacolare che Telesto e Calipso da un lato e Elena e Polluce dall’altro, effettuano la loro orbita intorno a Saturno proprio nei punti Lagrangiani L4 ed L5 rispettivamente di Teti e Dione. Assolutamente incredibile!

Ricordo che i punti lagrangiani si trovano a 60° di longitudine prima e dopo il satellite principale, nella sua stessa orbita.

Siamo arrivati dunque alla fine dell’anello E…

Saturno

Che viaggio meraviglioso, pieno di oggetti con caratteristiche sempre differenti! Grazie a Stellarium, vi posso mostrare una foto spettacolare (ma nulla a che vedere con quelle che ci fornisce ogni giorno la sonda Cassini!) in cui si vede Saturno, i suoi anelli e solo alcuni dei satelliti citati, da un punto di osservazione su Giapeto. Nella figura notiamo che in realtà gli anelli che si vedono sono solamente fino all'”anello G”, mentre l'”anello E” non compare. Vediamo invece il satellite Pan percorrere il suo binario vuoto e si vedono anche Mimas e Teti.

Ma il nostro viaggio prosegue…

Informazioni su Pierluigi Panunzi 537 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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12 Commenti

  1. ottimo Pier,
    mi permetterei di consigliarti anche di mostrare i satelliti in funzione della distanza espressa in raggi del pianeta (specialmente per quelli esterni che hanno densità abbastanza simile). D’altra parte il limite di Roche è funzione del raggio ed è lì che a volte avvengono cose strane… specie per gli anelli. E poi è nettamente più fisica ed indicativa. magari tenendo anche conto della differenza in densità tra pianeta e satelliti (che puoi considerare uguali tra loro).
    lavora, lavora ….. ubriacone!!!! 😉

  2. 😯 Articolo Veramente interessante ! Si potrebbe fare anche una cosa tipo: Le distanze del Sistema Solare IN SCALA, ad esempio se il Sole fosse un pallone da calcio la Terra che dimensioni avrebbe? E a che distanza sarebbe?…suppongo a 15 mt in questo caso. Plutone dove si troverebbe?….sparo…1 km? E un altro pallone da calcio, pardon, Alpha centauri? Alla distanza Roma-Milano? Betelgeuse che dimensioni e a che distanza…il diametro della galassia…insomma via di questo passo…giusto per avere un idea “umana” delle distanze in gioco..Che ne dici Pierluigi? Sà dà fà? :mrgreen: :mrgreen:

  3. Ciao,
    complimenti per l’articolo… dettagliato e chiaro.
    Rimango sempre a bocca aperta(sognando di poter viaggaire nell’universo) leggendo gli articoli presenti in questo fantastico sito!!

    Saluti!
    Giorgio.

  4. @enzo
    hai senza dubbio ragione, però il confronto poi sarebbe stato “il solito”, fisico, tecnico, 🙄 non del tutto reale: ridurre tutti i pianeti alla stessa grandezza per far vedere quanto sono lontani i satelliti in proporzione al raggio, non avrebbe dato l’idea realistica di quello che si ha intorno questi pianeti con la corte di satelliti e anelli.
    Avevo dato (un anno fa!!) questa impostazione all’articolo per fare un paragone effettivo, non finalizzato a questioni tecniche, meccaniche, lasciando molto spazio all’immaginazione! 😉
    Io stesso (ma probabilmente anche i nostri amici…) non mi ero mai reso conto di quanto fosse grande (o piccola!!! 😯 ) l’estensione spaziale degli anelli di Saturno! Sapere che arrivano poco più in là della Luna è stata un’ottima scoperta! 😯
    Magari posso scrivere al volo un’appendice finale ai tre articoli con i tuoi suggerimenti, modificando opportunamente i diagrammi! 😉
    @Moreno
    Ci penserò, anche se ne ho già parlato da altre parti nell’ambito della Categoria “Sistema Solare”, con numeri e paragoni, piuttosto che con disegni e paralleli con oggetti noti!
    Chissà… forse ci scappa un altro articoletto!
    In effetti questa visione del sistema solare (con il sole grande come un’arancia, la terra come un semino di qualche frutto, un’altra stella alla distanza di Frascati o Milano, non ricordo!) è abbastanza scontata e già stata utilizzata… mentre posso affermare che quanto ho scritto in questo articolo mi sembra sia una primizia (ma anche se poi non lo fosse, non mi importerebbe più di tanto… ) e sottolineo che mi sono divertito tantissimo a realizzare quel diagramma di confronto (e anche quello del prossimo articolo) partendo da chili e chili di dati in Excel e disegnando il tutto con Illustrator!! 😉
    Ah dimenticavo! I pianeti visti dall’alto li ho fotografati con Celestia!!
    sorrisodiparagone :mrgreen:

  5. @Pier,
    va bene…ti perdono in nome dell’immaginazione!! 😉 Riferendomi a Moreno sarebbe senz’altro abbastanza normale fare il solito giochino della scala rapportata in termini umani. Forse sarebbe interessante far vedere nella stessa scala le vicinaze del Sole (10 parsec?) e quello (con stelle scelte a caso) di un ammasso globulare…. Questo sarebbe veramente nuovo o quasi…. Che ne dici internauta? 😯

  6. @enzo il magnifico 😆
    Perché no? Raccolgo un po’ di numeri qua e là in internet, li do in pasto al mio fido excel che me li macina un po’ ed infine li rappresento con disegni grazie ad Illustrator… sperando che non vengano enormi!!! 😉

  7. @Pier,
    sei sempre una sicurezza!! Chissa che panorama meraviglioso…Poi magari lo puoi anche rendere credibile con qualche tuo programmino strano… Una notte rischiarata a giorno… 😯 😯

  8. trovo ottima l’idea della semplificazione prendendo in considerazione solo le distanze: come ha detto Pierluigi è talvolta l’unico modo per evidenziare differenze che in caso contrario rimarrebbero “nascoste” dal sovrapporsi di dati diversi rappresentati contemporaneamente!
    per chi poi, come me, muove i primi stentati passi nel mondo dell’astronomia queste “semplificazioni” sono una manna per potersi fare un’idea dei rapporti esistenti, in questo caso di distanza, tra i pianeti ed i relativi satelliti.
    il disegno poi è oltremodo chiaro e completato dalle descrizioni dell’articolo!
    Bel lavoro Pierluigi!

    sorrisoanalizzatoresoddisfatto 😀

  9. bellissimoarticolo!!!!!

    non mi ero mai soffermata a riflettere delle particolarità del nostro pianeta!!!!!

    grazie!!!!

  10. Mi piace questa comparazione 😀
    La Luna è proprio anomala, anche per dimensioni. Gli altri pianeti terrestri non hanno proprio lune (Mercurio e Venere) o le hanno piccolissime (Marte): lune così grandi le hanno solo i pianeti gassosi (anzi, Titania, il satellite maggiore di Urano, è ben più piccola).

    Magari è tutto un caso, ma viene da chiedersi quanto dipenda l’altro eccezionale fatto, la vita sulla Terra, da questo satellite (vedere “ipotesi della rarità della Terra”).

  11. @n.b.,
    hai perfettamente ragione. Come avevo già scritto in un articoletto di qualche tempo fa, il fatto di avere un grande satellite e quindi delle maree importanti ha sicuramente “sveltito” e stimolato la vita nelle zone di confine terra-mare. Potrebbe essere un requisito più fondamentale di quanto si pensi …