Triangolazione

I viaggi nel tempo sono sempre stati un sogno irrealizzato. Forse però si potrebbe usare uno stratagemma diverso, una specie di triangolazione o qualcosa del genere. L’idea di questo racconto di pura fantascienza mi è stata data dal nostro lettore Fabrizio Manca, che ringrazio di vero cuore!


La soluzione gli fu fornita quasi per caso da un amico poeta (anche Luigi scriveva spesso poesie e libri di racconti diventati bestseller). In una sera limpida e stellata, l’amico si lasciò andare a un commento filosofico e suggestivo: “E’ il corpo che ci blocca in questo mondo limitato nello spazio e nel tempo. Quando guardo il cielo, la mia mente riesce a volare e s’illude di raggiungere qualsiasi meraviglia dell’Universo”. Saltarelli rimase di stucco. Ma si! Non doveva spostare il suo corpo, troppo ingombrante: doveva viaggiare solo con la mente. Essa non occupava spazio e quindi non era legata al tempo. Inoltre, non avrebbe avuto problemi con le molecole vagabonde della materia. Lasciò in sospeso tutti i suoi progetti e si lanciò anima e corpo in quella nuova sfida. Esistevano le onde elettromagnetiche e le onde gravitazionali? Sì, certamente. Perché allora non potevano esistere anche le onde mentali, di puro pensiero? Non avevano massa e quindi per loro la luce non poteva rappresentare un limite invalicabile.

Luigi era proprio un genio e nel giro di meno di un anno trovò le formule giuste (oltre che medico era anche un validissimo neurologo) per esprimere semplicemente una nuova forza della natura: la forza del pensiero! E trovò anche il modo di utilizzarla per viaggiare nello spazio fisico senza alcun legame temporale. Non poteva invece fare il contrario (in teoria più comodo e facile): viaggiare nel tempo e rimanere fermo nello spazio. La famosa legge di Lubor Tchykonich rimaneva purtroppo valida e insormontabile. Comunque, meglio che niente!

L’apparecchiatura, estremamente compatta, che Luigi aveva segretamente preparato nel suo studio privato, fu pronta in una serata di un caldo maggio italiano. Prima di far compiere il “salto” spaziale alla propria mente, lo studioso avrebbe dovuto controllare esattamente dove sarebbe finita. Anche se la mente era incorporea, non avrebbe gradito molto trovarsi nel bel mezzo di una stella in piena attività. Doveva trovare un pianeta con una temperatura accettabile che fosse a una distanza tale da poter osservare direttamente ciò che stava capitando sulla Terra 4800 anni prima, proprio nel momento della costruzione della piramide di Cheope. Aveva deciso quella data, ma poi si sarebbe facilmente potuto spostare un po’ avanti e un po’ indietro. Dopo qualche ricerca, trovò il posto giusto e spinse la piccola leva argentea che avrebbe scagliato la sua mente nello spazio. Il tempo di completare la semplice manovra ed eccolo sul roccioso suolo di BD +23 3122 IV. Un pianeta brullo e lugubre, ma alla distanza giusta.

Il pensiero puro non aveva certo bisogno di telescopi e la mente di Luigi poteva comportarsi come il più fantastico di essi. Cercò l’Egitto e quella che sarebbe stata la necropoli di Giza. Accidenti, che fortuna: la piramide non c’era ancora, ma solo un grande movimento di persone tutt’attorno. Luigi aumentò gli “ingrandimenti” e vide che si stava proprio discutendo della costruzione di un’enorme tomba per il faraone. Riconobbe anche quello che doveva essere sicuramente l’architetto capo. Aveva in mano un papiro e mostrava agli altri un disegno veramente assurdo e sconclusionato. Una forma sgraziata e sicuramente instabile. Com’era possibile? Luigi sarebbe voluto intervenire ed ebbe l’idea. Ma si! Era banale.

Guardandosi intorno vide che con la forza del pensiero avrebbe potuto estrarre e lavorare i minerali presenti in superficie in modo da costruire un’apparecchiatura simile a quella che aveva sulla Terra. L’interazione tra onde gravitazionali e onde mentali poteva riuscire a manipolare la materia. Almeno così dicevano le sue formule. E, in effetti, ci riuscì nel giro di pochi giorni. Perfetto! Adesso sarebbe potuto andare direttamente in quel lontano pianeta, che conosceva molto bene, nel momento giusto, agognato per tanti anni. Spinse la solita leva e si trovò a Giza, di fianco all’architetto con quelle strambe idee nella testa. Ritentò un paio di volte e alla fine ci riuscì.

Era entrato nella mente del personaggio egizio. Gli ci volle poco a cambiare i disegni tra lo stupore dei presenti. Quello nuovo era molto più bello, elegante e sicuramente stabile. La sua forma piramidale era di geniale semplicità. Venne subito approvata dai notabili che dovevano prendere la decisione definitiva. Adesso doveva solo cambiare pianeta e visitare i Maya, gli Inca, I Babilonesi, gli Assiri, la Grecia di Fidia (ma sì, poteva lasciargli quel nome…), la Firenze del Rinascimento, ecc., ecc.

Luigi Saltarelli era contento e fiero di se stesso: avrebbe avuto molto da fare nei prossimi anni!

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7 Commenti

  1. racconto simpatico ed affascinante. tante volte ho immaginato anche io triangolazioni simili, che ci permettessero magari con una tecnologia del prossimo futuro di spostarci agevolmente nello spazio e recarci a debita distanza in maniera di osservare il nostro pianeta come virtualmente appariva x anni fa….

  2. Il protagonista del nostro racconto ha costruito un marchingegno per riuscire a far viaggiare la sua mente nello spazio, ma davvero sarebbe così assurdo riuscire a potenziare le nostre capacità extrasensoriali per far volare il nostro pensiero ovunque? Quella levetta d’ argento ci deve essere da qualche parte nel nostro cervello, o nel nestro cuore, o in tutte le nostre cellule…è che non sappiamo dove cercarla, nè come è fatta, nè come usarla. E sono sicura che qualche illustre personaggio ci sia riuscito.

  3. cara Barbara,
    forse hai ragione…. Alcuni grandi del passato, sia artisti immensi che pensatori forse ci sono riusciti…. 😯

  4. forse qualche alieno ce l’ha la levetta d’argento e l’ha usata come avrebbe voluto fare il nostro Luigi.

  5. Bel racconto!
    un viaggio nelle menti a ritroso..per capire anche meglio il futuro..
    se qualche alieno avesse la levetta, gli chiederei se i viaggi sono fatti di Scienza o di Co.Scienza :mrgreen: ….chiaramente preferirei il binomio Co.Scienza…
    rachiude più senno. 😉

  6. o forse Ra.Chiude è stato un lapsus freudiano…visto che il racconto parla di egizi e visto che parlare di Sole sta bene anche con l’astronomia? 🙄 😆
    ..chiedo perdono per la battuta.. :mrgreen: