
Il giorno della festa si avvicinava e i bambini non riuscivano a mantenere la calma. Continuavano ad andare a scuola, ma il loro pensiero era ormai indirizzato solo verso la data fatidica. Era così ogni anno e gli adulti erano contenti della gioia e della tensione dei più piccoli. Molti dei regali erano già stati comprati e aspettavano ben nascosti nei ripostigli più segreti delle case. Forse qualcuno dei bimbi intuiva la verità, ma era troppo bello credere che sarebbe stato quel vecchietto arzillo con il suo strano mezzo di locomozione a donare un momento di gioia ai ricchi e ai poveri.
Tutti i bambini erano euforici e aspettavano il momento più importante dell’anno contando i giorni, le ore e i minuti. I più grandicelli, di notte, guardavano verso il cielo cercando di scorgere un segno dell’arrivo imminente del dispensatore di doni. Le speranze erano però ben poche, nessuno era mai riuscito a vederlo. Ogni tanto una stella cadente solcava il cielo e dava un colpo al cuore ai bambini. Poi si spegneva insieme alle loro illusioni. Anche quel biondo ricciolino pieno di lentiggini stava soffrendo un sacco in attesa del momento più bello dell’anno. Aveva chiesto un bellissimo gioco pieno di ruote e di ingranaggi che lo avrebbe sicuramente affascinato per mesi e mesi.
Sarebbe arrivato? Sapeva che era sempre stato esaudito, ma temeva di aver chiesto troppo. I genitori con un lieve sorriso cercavano di tranquillizzarlo, ma la tensione del piccolo era tangibile. Gioia e sofferenza, paura e speranza: i soliti sentimenti di quei giorni così importanti. E venne il momento tanto atteso. Era arrivata la notte fatidica. La mattina dopo avrebbe trovato il suo regalo al solito posto. Oppure no? Non voleva nemmeno pensarci.
Com’era difficile, però, prendere sonno. A nulla era valsa la favola che la mamma gli aveva raccontato. Gli occhi rimanevano aperti e le orecchie pronte a udire il minimo rumore sconosciuto. Niente da fare. Il sonno non voleva venire. Aveva chiesto troppo, ne era quasi sicuro. Ci mise parecchio tempo a udire quel sibilo quasi impercettibile che si faceva sempre più forte. Forse era il frigorifero o il vento. Impossibile. Li conosceva troppo bene. Poi si accorse che riusciva a scorgere il quadro appeso alla parete di fronte al letto. Assurdo. Non riusciva mai a vederlo di notte, con le luci della casa spente. Eppure non era la sua fantasia, erano proprio quei tre simpatici animaletti dipinti che lo guardavano da lontano. Si rese conto che una luce violetta, estremamente debole, filtrava dalla finestra alla sua destra e illuminava il quadro.
Non ce la fece più e si alzò tutto tremante. La curiosità ebbe la meglio sulla paura; si avvicinò alla finestra e l’aprì. Eccolo lì, davanti a lui, con la sua lunga barba bianca e le celebre tuta rossa. Era a bordo di uno strano velivolo che mai si sarebbe immaginato di vedere. Che emozione! Non doveva farsi notare per non rovinare tutto. Così gli avevano sempre detto. Fu molto bravo a non muovere nemmeno un muscolo e a nascondersi di lato, sbirciando attraverso la persiana. Il vecchio stava armeggiando con una strana macchinetta piena di ingranaggi e di luci. Era il suo regalo. Ne era certo, ormai. Che emozione! Trattenne addirittura il respiro fino a diventare tutto rosso. Riuscì a non tossire quasi per miracolo.
Poi vide che il signore vestito di rosso e con la barba bianca aveva poggiato l’oggetto dei suoi desideri sul davanzale. Fu questione di un attimo: si risentì il sibilo, la luce scomparve e con lei il vecchio tanto buono e tanto desiderato da ogni bambino. Era riuscito a vederlo! Lo avrebbe detto a quello spilungone sciocco della casa di fronte che continuava a dire che non esisteva assolutamente e che erano i genitori a portare i regali. Che figura avrebbe fatto! O magari no. Non ci avrebbe mai creduto. Meglio tenere per sé il segreto.
Con il suo dono tra le mani riuscì a prendere sonno subito a causa della tensione accumulata in quella lunghissima notte. L’indomani si svegliò prima di tutti e iniziò a giocare. Che meraviglia! Poteva scorgere immagini incredibili, meravigliose, con colori stupendi, mai visti prima. Non si sarebbe mai stancato di quel regalo. Era ancora più bello di quello che aveva chiesto. I genitori restarono sorpresi e finsero attenzione quando il figlio raccontò della visita notturna. I bambini sono tutti uguali: si divertono con niente. Probabilmente aveva raccolto quell’aggeggio davanti a casa e poi si era costruito un sogno in cui credere. Poco male. Avrebbero tenuto per un’altra occasione il regalo che gli avevano comprato. Non ci pensarono più e iniziarono a preparare il pranzo per il giorno di festa.
Nello stesso momento, a parecchi milioni di chilometri di distanza, il capitano John Denison era felice di poter tornare finalmente a casa, magari in tempo per festeggiare il Santo Natale con la sua famiglia. Sistemò il lettino anatomico e azionò il motore iperionico che gli avrebbe fatto deformare lo spazio-tempo e raggiungere il Sistema Solare e la Terra. Aveva deciso: quello sarebbe stato il suo ultimo viaggio prima della pensione. Gli anni si stavano facendo sentire. Si levò la tuta rossa e rimandò, a dopo il risveglio, il taglio della lunghissima barba bianca.
Si addormentò pensando agli interrogativi e ai pensieri che il suo “dono” avrebbe sollevato in quella razza aliena. In modo anonimo e segreto, aveva lasciato a quel popolo sicuramente intelligente il suo messaggio tridimensionale multilingue di titanio quantico. Gli avrebbe dato tutto il tempo per conoscere con calma gli amici del Cosmo attraverso la storia e le immagini del loro mondo lontano. Era il modo migliore per non scatenare il panico. Vedeva già i notabili e gli scienziati in attenta lettura dei miliardi di dati e immagini, ipercompressi in quella piccola scatoletta.
ahahah Bellissima storia Enzo!
Devo dire che gli astronomi hanno decisamente una gran bella fantasia. Saranno stimolati dai loro studi sui misteri del cosmo? 😉
Storia veramente originale e scritta anche con uno stile molto buono. Complimenti!
P.S. ah, dimenticavo: ovviamente Buon Natale a tutti!
Buon Natale anche a te Michela! E che il 2011 ci porti finalmente chiarezza sul nostro clima futuro! 😉 😉 😉
grande Enzo!
Hai colpito ancora una volta il segno con questo tuo raccontino, veramente simpatico!
Non sono però d’accordo sulla frase dell’introduzione “(…) ma in questo mondo senza valori (…)” : i valori ci sono e sono ben radicati.
Ad ognuno di noi sta trovarli, ritrovarli, scoprirli, riscoprirli, goderne e gioirne.
Buon Natale! 😉
caro pierluigi,
sono d’accordo con te che i valori ci sono, ma il “mondo” inteso come insieme di persone che vivono sulla Terra sembra che fatichi molto a trovarli e i media fanno di tutto per non aiutarlo… Quali sono i valori che ci mostrano oggi in Italia: ricchezza, truffa, evasione fiscale, donne veline, uomini calciatori, politici…beh lasciamo perdere… e via dicendo… O sbaglio? 👿
Gli amici sono come le stelle, non sempre li puoi vedere, ma sai che ci sono.
Buon Natale a tutti gli astrofili che amano ancora sognare le meraviglie dell’universo!!
Buongiorno, rubo un pochino di spazio per augurare un felice Natale a tutto lo staff di astronomia.com e a tutti gli amici astrofili! Grazie anche per il lavoro che svolgete durante tutto l’arco dell’anno, per condividere ed alimentare la passione comune a tutti noi nel sito!
Con i più sinceri auguri…
Vincenzo G.M. 😉
@ stefano adesso vi faccio pubblicità su Twitter… perchè non metti un pulsantino?
@ enzo Bellissima storia , come sempre non ti smentisci mai. Il tuo senso di ironia è veramente toccante ed esilarante.
Riguardo i valori credo che in qua e là ci siano ancora, ma a quanto pare fa più colpo la materialità più gretta e volgare. Credo che la gente lo sappia che ricchezza, truffa, evasione fiscale, donne veline, uomini calciatori, politici… non sono valori però intanto si parla sempre di queste cose e comunque sembra che sia ” l’avere i soldi” che conta veramente nella vita.Se hai soldi puoi fare quello che vuoi e come vuoi, sei sempre giustificato. Troverai sempre qualcuno che si inchinerà di fronte a te. E forse potrai comprarti pure l’immortalità.
Rubo un pò di spazio ma spero che mi perdonerete visto che ormai mi faccio viva così raramente.
Ho un bel pensiero di A.Einstein al riguardo: “Gli ideali che hanno illuminato la mia strada e mi hanno dato costantemente un coraggio gagliardo sono stati il bene, la bellezza e la verità….Fin dai miei anni giovanili ho sempre considerato spregevoli le mete volgari alle quali l’umanità indirizza i suoi sforzi: il possesso di beni, il successo apparente e il lusso.” 🙂
BUON NATALE A TUTTI!
Penso che questo video abbia un pò il sapore del ” paese di babbo Natale” chissà forse di quello del tuo racconto , Enzo.
http://news.discovery.com/space/a-blue-sunset-on-mars.html#mkcpgn=twsci1