Riuscire a stabilire le “ore zero” delle varie fasi evolutive dell’Universo è un punto cardine nella ricerca continua della storia della sua infanzia. Sappiamo che dopo il Big Bang le ore zero sono state moltissime e in rapidissima successione: il primo protone, il primo elettrone, il primo nucleo atomico, il primo atomo di idrogeno. Anche se basata essenzialmente su ipotesi teoriche, la loro comparsa segue una “scaletta” temporale abbastanza ben definita.
Di sicuro sappiamo che a un’età di circa 380 000 anni, l’Universo ha terminato una fase importantissima e ne ha iniziata un’altra, quella definitiva. In quell’ultima ora zero conosciuta, esso è riuscito a mandare la sua luce verso lo spazio non più ultradenso. Nello stesso momento, però, il Cosmo è diventato oscuro perché nuova luce non poteva crearsi. Un lampo di luce, subito smorzato.
All’interno di quella nebbia di idrogeno impenetrabile, ha avuto luogo l’ultima ora zero, forse la più importante per ciò che l’Universo è oggi: la nascita dei grandi attori del Teatro del Cosmo, le stelle e le galassie. Un’ora zero nascosta e che finora restava nel vago: quando e come l’idrogeno è riuscito a condensarsi e a dar luogo alla prima reazione nucleare che ha prodotto la luce necessaria per disperdere la nebbia?
Sicuramente nel giro di un miliardo di anni, un lasso di tempo troppo ampio per essere considerato un’ora zero chiara e netta. In mezzo alla nebbia, gli attori si riuscivano, comunque, a scorgere. Si battevano record: 13, 13.1, 13.2 miliardi di anni fa… Eravamo vicini al momento critico, fondamentale per tutta la storia dell’Universo? Forse sì, ma quegli oggetti restavano ancora misteriosi, esistevano sicuramente, ma non si riuscivano a studiare abbastanza bene per sapere se erano madri o figlie di madri ormai scomparse. La loro carta d’identità era illeggibile… i primi segni chiari della loro composizione chimica si riferivano a oggetti molto più vicini a noi, risalenti a non più di 11 miliardi di anni fa. Ed essi erano chiaramente figli, contenendo i semi trasmessi dai loro genitori: carbonio, ossigeno e altri elementi pesanti.
Al MIT californiano sono riusciti a fare il salto definitivo. Hanno preso “il toro per le corna”. Localizzato il quasar più antico osservato finora, relativo a qualcosa che ha inviato la sua luce verso di noi circa 750 milioni di anni dopo il Big Bang, hanno deciso che dovevano analizzarlo come mai prima si era fatto.
Hanno costruito uno spettrometro infrarosso dedicato e l’hanno piazzato dietro al fantastico telescopio Magellan del Cile.
La carta d’identità del quasar è diventata leggibile, tutti i dati relativi alle varie lunghezze d’onda sono apparse nitide. Non è facile essere sicuri di ciò che si vede, dato che è sempre molto più difficile trovare qualcosa che non c’è piuttosto che confermare qualcosa che c’è. Alla fine, però, la risposta è sembrata unica: nessun elemento, buon elemento! Solo idrogeno, niente carbonio, ossigeno, silicio, ferro e magnesio…
Quel quasar e il gas che lo avvolge è primordiale, non ha avuto genitori. Forse l’ultima ora zero, quella più importante per la formazione di ciò che ci circonda, è stata scoperta! Le prime bolle di sapone formatesi dall’idrogeno primordiale.
Se confermata, attraverso l’analisi di altri quasar pronti a essere investigati da Magellan, l’astrofisica moderna ha valicato uno dei muri più alti che ancora ne vietava la comprensione.
Cuccioli stellari, i primi nati in un mondo sconosciuto e che ancora non sapeva cosa sarebbe diventato. Scusate… ma a me fa molta tenerezza e non posso che commuovermi di fronte a un “vero” piccolo enorme passo della conoscenza umana… Altro che le pietre di Marte, contaminate da noi stessi… Ed è costato sicuramente di meno… Forse è per quello che nessuno ne parlerà in TV…
Boccaccia mia, stammi zitta!!

Entusiasmante!
Sarei curioso di sapere se almeno il rapporto tra H, He e Li è alterato rispetto a quello post big bang....
Wow...riusciamo a guardare in faccia i nostri antenati più antichi, quindi. A pensarci sembra davvero incredibile, é una cosa immensa! Alla facciazza del Tempo che vuole avanzare inesorabile in barba alla nosta voglia di conoscere, tie.
Comunque credo che potremmo organizzare, come comunità, una raccolta fondi per fare un regalo di natale ad Enzo...Un modellino di Curiosity!
Grazie per l'articolo, argomento veramente affascinante.
Comunque è veramente emozionante....
E' veramente fantastico carissimo Enzo, siamo però sicuri che siamo arrivati al fondo? O si potrà trovare altro tra le nebbie del periodo primordiale? Io un pochino ci spero, non tanto ma ancora un pochino. La Scienza deve insistere, andare avanti, è troppo bello.
Vada per il regalo, ragazzi e vada per Curiosity, ma la "curiosity", quella che sempre l'uomo deve avere in queste cose.
in realtà vi è poco da scoprire ancora in quel periodo scuro se non le modalità dei fenomeni. All'inizio vi era sicuramente solo idrogeno, elio e litio. Una galassia fatta solo di quel materiale è un segno chiaro che siamo nella fasi di prima generazione stellare. Non dico che non ci sia da lavorare ancora molto, ma la nebbia si sta veramente diradando...
Sicuramente la riga a 21 cm la cancellerà quasi del tutto...
Dai che abbiamo inserito i fari antinebbia!!!!
Caro Enzo,
una vera dichiarazione d'amore...
Possiamo considerarla una ulteriore conferma della teoria del B.B.?
Faccio una domanda un pò banale...
può essere che lungo il tragitto, le righe spettrali del carbonio, ossigeno, silicio, ferro e magnesio siano state assorbite o riflesse da qualche pianeta e a noi sia arrivato solo quella dell'idrogeno?
Che bello che bello che bello che bello che bello!!!!!
Scusate non ho resistito, troppo bello davvero.