Riuscire a misurare la massa dei buchi neri annidati al centro delle galassie è una delle ricerche di punta dell’attuale astrofisica. Esiste sicuramente un stretto legame tra l’evoluzione dell’intera struttura e il buco nero centrale, in particolare le sue dimensioni. Conoscere bene questa relazione vuol dire poter leggere l’intera vita delle grandi strutture dell’Universo.
Purtroppo, finora era possibile stimare la massa dei motori galattici solo per galassie vicine e quindi la relazione massa buco nero – caratteristiche generali della galassia si basava su pochi dati influenzati da effetti di selezione. All’Università di Hertfordshire è stato ideato un metodo innovativo e applicabile a oggetti a distanza di gran lunga maggiori e quindi anche più antichi. Esso si basa sulle osservazioni del telescopio CARMA (Combined Array for Research in Millimeter-wave Astronomy), capace di ottenere immagini ad altissima risoluzione della zona più centrale della galassie e di misurare la velocità di rotazione del gas che circonda il buco nero. Dalla velocità si può ottenere abbastanza facilmente la massa del gigante.
In particolare, CARMA ha misurato il monossido di carbonio. Le osservazioni ottenute da CARMA sono veramente al limite tecnologico odierno, ma diventeranno quasi di “routine” con il nuoco ALMA in fase di completamento in Cile. La bilancia degli oggetti più massicci dell’Universo è quasi pronta.
ogni giorno l'asticella che divide il confine tra scienza e fantascienza viene spostato in favore della scienza!
estremamente affascinante il poter pensare nel giro di pochi anni quante risposte a domande insolute potremmo ricevere!