Le cellule degli animali hanno la possibilità di muoversi per costruire gli organi necessari alla loro esistenza. Esiste una mappa ben definita che ne indirizza i movimenti, ma sono poi i manovali che si recano al luogo giusto e nel momento giusto. Quelle delle piante sono invece destinate alla immobilità e devono, perciò, predisporre la loro crescita attraverso una mappa che non indica la strada da percorrere, ma la sistemazione delle varie parti.
In altre parole, un animale ha bisogno di operai che si rechino sul posto di lavoro con le istruzioni del caso, mentre le piante si costruiscono seguendo esattamente il disegno originario. Vorrei utilizzare un paragone ancora più ardito. Le cellule degli animali sono come i turisti che si comprano una guida e poi vanno a scoprire le bellezze dei luoghi anche molto distanti. La guida serve per indirizzarle al meglio nei loro movimenti. Le piante, invece, sono come gli arazzi. Vi è uno schema, un disegno che va riempito un po’ alla volta, senza spostamenti. O, se preferite, come un computer che crei direttamente le varie parti senza bisogno di operai.
Quale delle due strategie è veramente più sofisticata? Sarei pronto a dire la prima, ma, in fondo, la seconda è più vicina alla tecnologia moderna. Queste considerazioni non c’entrano niente con l’Universo e sono solo frutto di un articolo recente che mi ha particolarmente colpito. Tuttavia, ho visto una situazione simile anche nel Cosmo. Alcuni oggetti evolvono mediante effettivi spostamenti del loro materiale (seguendo, comunque, un disegno già scritto nelle proprie caratteristiche fisiche), altri, invece, agiscono “in loco” sfruttando solo l’evoluzione fisica e chimica delle varie parti che li compongono.
Questo terribile OT nasce da una recente scoperta fatta su una pianta per niente speciale (l’Arabidopsis), che ha mostrato distintamente, per la prima volta, due tipi di mappe nel proprio germoglio.

Una che costruisce le foglie indirizzando lo sviluppo lungo una linea preferenziale che determina una forma allungata e appuntita. Un’altra che descrive ed agisce in due direzioni in modo da creare organi arrotondati, i petali dei fiori. Ovviamente le foglie seguono un disegno appuntito e lineare per incanalare gli zuccheri formatisi con la fotosintesi verso l’interno della pianta. Un nastro trasportatore o una ferrovia, insomma. I petali devono, invece, essere accoglienti e ospitali oltre che accattivanti, per ospitare gli operai (estranei) dell’impollinazione.

Un locale riposante, con tutti i confort, in cui si possa agire senza pericoli e senza angoli o spigoli pericolosi.
Ancora più sconvolgente una ricerca svolta in Australia: alcune piante crescono meglio se possono chiacchierare con parenti stretti o amici. I semi del peperoncino rosso (Capsicum annuum) sono stati fatti crescere in presenza e in assenza di altri semi di peperoncino e/o basilico (Ocimum basilicum). Nel secondo caso la frequenza di germogliazione è stata estremamente bassa, mentre nel primo caso si è mostrata molto alta.
Si è provato anche a nascondere i semi di peperoncino dalle piantine di basilico attraverso paraventi di plastica nera in modo che non fossero influenzati né dalla luce né da segnali chimici. La crescita è continuata ricca e vigorosa. Lo stimolo doveva quindi nascere in modo diverso e non influenzato da ostacoli di tipo ottico o chimico. Una riprova si è avuta mettendo vicino piante “antipatiche” come il finocchio selvatico. Immediatamente il peperoncino ha smesso di germogliare.

Questi e altri esperimenti hanno portato a una sconvolgente conclusione: le piante comunicano tra loro attraverso onde acustiche generate da oscillazioni nano-meccaniche che partono dall’interno delle singole cellule (articolo originale QUI).
Insomma, se vedete deperire qualche pianta nel giardino o nella vostra abitazione, provate a cambiarle … vicino di casa!
Cari amici, non solo le piante ci guardano ma chissà che cosa pensano e dicono di noi…
mi occupo ormai da 25 anni a livello professionale di piante, nella mia azienda coltivo in autoproduzione circa 100.000 piantine all'anno, e non posso che confermare il tuo articolo Enzo.
anche senza una ricerca mirata, si osservano alcuni tipi di piante che hanno una forte antipatia verso altre, le solanacee, ad esempio, sono le meno "sopportate" dalle "colleghe" data la propria velocità di adattamento in luoghi a loro diversi, e tendono a crescere più velocemente per "rubare" luce/ossigeno/insetti che le renderebbero più forti e più portare alla loro autoriproduzione.
le più caratteriali sono le grassule, le potremmo definire le più caparbie....
addirittura alcune varietà sono in grado di produrre dei particolari specie di funghi il Pynthium che, se a loro stesse risultano innocue, alle loro "vicine" sono semplicemente letali.
negli anni ho imparato ad osservare non solo il cielo ma anche il mondo che mi circonda, e devo dire che la natura non smette mai di insegnarmi qualcosa, basta solo saper osservare e..... per quanto possibile capire....
Interessante.. Essendo un estimatore della natura in generale non posso far altro che apprezzare questi articoli, anche se, come dice Enzo, OT.
)).
Trovo molto azzeccato il concetto di, Animale:Movimento, Vegetale:Staticità. Anche se non dobbiamo dimenticare che la staticità vegetale è solo apparente, ci sono delle alghe, delle quali mi sfugge il nume, in grado di crescere più di 50cm al giorno (Il vegetale con il ritmo di crescita più rapido al mondo), molto più velocemente di certi uffici pubblici, o della sanità.
Certo questo "movimento" non è paragonabile a ciò che noi animanli intendiamo per movimento, ma per il regno vegetale potremmo dire che quest'alga è un eccezione, una vera e propria cultrice del movimento "vegetale" (come l'erba nel mio giardino! 10cm a settimana!!!
Quale dei due progetti è migliore? Nessuno, ogni progetto è creato per essere ciò che serve all'essere che ne sarà sarà l'usufruttore, frutto di centinaia di migliaia di anni di evoluzione.
E che dire dell'antipatia tra piante? è plausibile, a questo punto a quanto leggo, anche scientificamente provato, ma a volte, in "cattività" vengono accoppiate piante che in natura non potrebbero mai essere vicine di casa, e questa cosa accade anche fra animali, se metti un orso polare e un orso bruno a fianco non credo che andrebbero molto d'accordo, quindi, progetto di base a parte, certe cose sono istintive, mi sbilancerei quasi dicendo che forse, nella loro staticità e con i tempi di reazioni di un oggetto apparentemente statico, anche le piante reagiscono istintivamente dopotutto.
non fatevi ingannare.... a volte le piante riescono ad essere veramente ciniche, oserei dire assassine!
si potrebbero portare molti esempi, ma basti pensare alle orchidee o alle piante epifete in generale, che nascono-crescono-e si fortificano a danno della pianta ospitante, o alle dionee o nepenthes che sono comunemente conosciute come piante carnivore che sfruttano colori e odori per attirare a se insetti di cui cibarsi, o senza andare troppo lontano dal giardino di casa e pensare ai rampicanti, alcune specie possono crescere anche di diversi cm al giorno per svilupparsi verso l'alto sfruttando il tronco delle piante già esistenti per rubare luce a quelle sottostanti, mi viene da pensare alle Clematis o ai Parthenocissus (le vite americane per intenderci) o alle Edere o Glicini che sono delle vere e proprie strangolatrici e parassite!
Certo che è una sfortuna terribile: Pensate se non potreste spostarvi e siete stati "piantati" vicino a qualcuno che vi sta antipatico... terribile!!!
Scherzi a parte ottimo articolo...
Anch'io come Alfiere, che tra l'altro vedo essere quasi mio compaesano, vedo molte edere selvatiche soffocare altre piante...
OT. Oltre ad essere quasi compaesani siamo anche omonimi
Osservi molto da Albuzzano o ti sposti?
Dietro casa, campagna a perdita d'occhio e Buio, tanto buio, unico neo, il Sud coperto da casa.
Leggete anche questo, io non lo sapevo:
http://www.lescienze.it/news/2013/02...trico-1526028/