A circa 15000 km a est del Giappone, il Tamu Massif è la più grande struttura dello Shatsky Rise, una catena montuosa sottomarina formatasi tra i 130 e i 145 milioni di anni fa. Finora, si pensava che si fosse creato da un insieme di molte singole eruzioni. Gli ultimi dati, invece, eliminano ogni dubbio e dimostrano che esso è frutto di una singola manifestazione vulcanica.

In altre parole, il Tamu Massif deve essere considerato il vulcano singolo più grande della Terra (almeno fino ad adesso). Esso è del tipo “a scudo” (come quelli della maggiore isola hawaiana, il Mauna Kea e il Mauna Loa, quest’ultimo la montagna più alta del globo, superando dalla base i 9100 metri). Il nuovo arrivato non è molto alto (circa 3000 metri o poco più), ma si estende in modo impressionante raggiungendo i 340 000 chilometri quadrati di superficie, contro i circa 6000 del Mauna Loa. (N.B.: come capita spesso, non andate a controllare su Wikipedia italiano. Danno letteralmente i … numeri).
Niente sulla Terra gli si può avvicinare: per trovare dei validi antagonisti bisogna andare sul pianeta rosso. Ricordiamo che i vulcani a scudo sono solitamente molto estesi e poco ripidi. Lo stesso Mauna Loa sembra quasi una collina se vista dal mare (provare per credere) malgrado i suoi oltre 4100 metri di altezza s.l.m. Se riuscissimo a scendere sul Tamu Massif, non saremmo in grado di capire da che parte sale e da quale scende, talmente è insignificante la pendenza dei suoi pendii.

Permettetemi un’apparentemente assurda e ridicola affermazione: conosciamo meglio la topografia degli altri pianeti rocciosi che non quella della nostra Terra. La colpa è dell’acqua, ma -forse- sarebbe meglio approfondirne la conoscenza (ora i mezzi ci sono) anche per comprendere meglio i movimenti tettonici della nostra casa spaziale, sia nel passato che nel futuro.
L’articolo originale si trova QUI, ma costa ben 30 euro…
di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo