Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…

Non abbiate paura, non è un articolo filosofico o sociale. E’ solo un ridimensionamento riguardo a una notizia data tempo fa e che aveva suscitato una certa scia mediatica. Ne avevamo parlato QUI e la situazione era oltremodo affascinante e quantomeno curiosa. Un pianeta aveva mostrato una percentuale di carbonio maggiore di quella dell’ossigeno e faceva dedurre una superficie composta di grafene e un interno simile a un enorme diamante. Qualcosa di straordinario e che mi aveva fatto pensare alla fantastica Luna a 24 carati in cui si era imbattuto Paperon de’ Paperoni in una mitica storia di Carl Barks.

Richiamiamo brevemente  la famiglia del “diamante”. Il protagonista è uno dei pianeti della stella 55 Cancri, un astro circa uguale al Sole, accompagnato da una nana rossa e da ben 5 pianeti (finora conosciuti). Il più celebre (e anche il più piccolo con una massa di circa 8 volte quella terrestre) è ovviamente 55 Cnc e.

55 Cancri
Una simulazione del passaggio di 55 Cnc e davanti alla sua stella, confrontata con quella del passaggio della Terra e di Giove davanti al Sole. Questa immagine ci mostra ancora una volta quanto sia veramente necessaria una tecnologia fantastica. Fonte: Jason Rowe/NASA Ames e SETI Institute and Jaymie Matthews/UBC.

Come detto, esso sembrava mostrare una straordinaria abbondanza di carbonio rispetto a quella dell’ossigeno e aveva fatto sorgere l’ipotesi quasi fantascientifica. Forse, un po’ troppo mediatica…

Una nuova, attenta, analisi della stella centrale ha gettato acqua sul fuoco, anzi … ossigeno su carbonio. La stella contiene un 25% in più di ossigeno rispetto al carbonio, insomma una via di mezzo tra quanto era stato ipotizzato prima e quello che mostra il nostro Sole. Teoricamente, il pianeta potrebbe continuare a tenersi stretto il suo diamante, ma il fatto che la stella si sia ridimensionata fa pensare che lo stesso capiti per il suo figlio così vicino. Esso infatti rivolve attorno all’astro centrale in solo 18 ore e la sua temperatura raggiunge facilmente i 1500 °C. La nuova visione porterebbe il “diamante”  a un rango di “banale” pianeta roccioso. Bisogna tener conto che questa deduzione si basa sul fatto (confermato essenzialmente solo nel nostro Sistema Solare) che i pianeti seguano la composizione chimica della loro stella. Se, in generale, non fosse così, potremmo anche cambiare nuovamente idea su 55 Cnc e. Insomma, forse sarebbe meglio lasciarlo in pace e non fomentare notizie tipicamente mediatiche e poco scientifiche sia da un lato che dall’altro.

L’articolo originale si può scaricare QUI

di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo

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Di professione informatico, è nato e vive a Roma dove lavora come system engineer presso una grande azienda nel settore IT. E' l'ideatore e sviluppatore di Astronomia.com, portale nato dal connubio tra due delle sue più grandi passioni: "bit" e stelle. Da anni coltiva l’interesse per la progettazione e lo sviluppo di siti web aderenti agli standard e per il posizionamento sui motori di ricerca.