E’ più forte di me… non posso non tentare di inserirvi nell’Universo bambino, quando erano passati solo poche centinaia di milioni di anni dalla sua nascita. Al diavolo la notizia tecnica, ogni tanto bisogna saper “volare” con la mente.
Chi domina sono gli atomi di idrogeno neutri, incapaci di emettere luce. L’Universo è buio, il gas lo pervade come una fitta nebbia. Nell’oscurità, però, qualcosa si sta muovendo. Gli atomi si sentono attratti da altri atomi, si uniscono insieme, e ne attraggono altri. La forza di gravità sta decidendo il futuro del Cosmo. E’ il momento delle prime stelle e/o delle prime galassie. A loro disposizione vi è solo l’idrogeno e un po’ di elio, ma sono già sufficienti per creare nubi enormi in cui grumi ad alta densità scaldano il proprio interno fino a diventare stelle.
Sono i primi segnali luminosi del moderno Universo (dopo il rumore cosmico di fondo, un piccolo assaggio e niente più), la cui luce ha impiegato almeno tredici miliardi di anni per giungere fino a noi, oggi. Luci deboli, in mezzo alla nebbia. Riusciamo a vederne qualcuna? Abbiamo i giusti occhiali? Sì, se ne vedono di tanto in tanto, sono oggetti confusi, batuffoli di cotone, piccole galassie in cerca di compagne per crescere assieme e costruire stelle.
Ma sono proprio le prime? Si devono osservare bene per saperlo, non bastano occhiali potenti, ci vogliono orecchie fantastiche che ne captino il suono emesso nelle onde radio. Niente, ancora niente. Ciò che si osserva è antico, ma non abbastanza. Come facciamo a saperlo? Gli spettri parlano da soli. Insieme a idrogeno ed elio sono già presenti altri elementi più pesanti, che possono essere nati solo dopo la morte delle prime stelle gigantesche. Galassie giovanissime, sì, ma già diventate madri e con i primi figli immolatisi per il futuro dell’Universo.
Vorremmo andare ancora più indietro, a costo di fendere la nebbia con qualcosa di eccezionale, qualcosa come il radiotelescopio ALMA. Dategli soltanto un punto dove guardare, magari sarebbe la volta buona.
Hubble e amici hanno da tempo scoperto una strana galassia che risale a quei tempi così lontani. E’ molto strana, però, e i giapponesi la chiamano Himiko, come una loro leggendaria regina. Sì, è proprio una regina, perché è dieci volte più grande delle sorelle coetanee. Bisogna guardarla meglio. Ci si riesce ed essa mostra la sua vera natura. Non è una sola enorme e anacronistica super galassia, ma tre piccole galassie che si stanno unendo insieme. Meraviglioso!
Sarebbe già un risultato straordinario il poter assistere a un incontro amichevole e costruttivo avvenuto tredici miliardi di anni fa. Ecco, in diretta, il modo con cui le galassie sono diventate grandi come la nostra. Anzi, basta socchiudere gli occhi e si può pensare di vedere proprio la nascita della Via Lattea. Poco importerebbe, in fondo, se le tre piccole galassie portassero in grembo delle vite stellari che hanno già inseminato il gas tutt’attorno di elementi pesanti, come il carbonio, uno dei primi a essere regalato allo spazio. Quell’immagine di tre amici in avvicinamento in mezzo alla nebbia è già un qualcosa di fantastico e commovente. Potrebbe bastare…

Tuttavia, le orecchie di ALMA sono già entrate in azione e stanno “ascoltando” lo spettro luminoso che giunge dal simpatico trio. Che strano… eppure ALMA dovrebbe sentilo. E, invece, niente… solo idrogeno. Il carbonio sembra assente, così come il silicio e l’ossigeno. Non vogliamo ancora crederci, sarebbe troppo bello! Dobbiamo però illuderci e sperare: quei tre fari nella nebbia sembrano proprio formati di gas primordiale. Se hanno figli stellari, essi sono ancora vivi e in attesa di fabbricare gli elementi più pesanti. Magari le tre amiche non hanno ancora messo su famiglia, sono ancora in attesa, in dolce attesa! Che colpo sarebbe! Che sensazionale colpo sarebbe, cari amici.
Assistere in diretta (sono, in fondo, passati solo 13 miliardi di anni, ma sembra che stia capitando adesso…) all’unione di tre galassie primitive, composte da solo idrogeno e un po’ di elio. Senza stelle o con stelle appena nate e non ancora trasformatesi.
Non so a voi… ma questa notizia mi fa venire le lacrime agli occhi, come guardare una foto di quando ero appena nato…
Universo, sei veramente grande!!!!
di Vincenzo Zappalà – tratto da: L’Infinito Teatro del Cosmo