Il TNG italiano scopre il pianeta roccioso più vicino alla Terra!

Gli astronomi scoprono il pianeta roccioso più vicino alla Terra che si sia trovato fin’ora, appena 21 anni luce di distanza nella costellazione Cassiopea. Si tratta di una Superterra, con una dimensione pari a circa 1.6 volte quella della Terra. La scoperta porta il nome italiano grazie all’uso del Telescopio Nazionale Galileo e del migliore spettrografo per la ricerca di pianeti extrasolari che abbiamo a disposizione da terra, HARPS-N, il quale è montato all’interno del TNG.

La costellazione di Cassiopea è chiaramente visibile nel cielo notturno dell’emisfero settentrionale per la durata di quasi tutto l’anno. Può essere riconosciuta dalla sua tipica forma a W data dalle 5 stelle più luminose che la caratterizzano, ma un’altra stella, di luminosità più modesta ma ancora visibile ad occhio nudo, ci ha appena rivelato il suo segreto. Il suo nome è semplicemente una voce di catalogo stellare: HD219134, ma adesso è al centro della nostra attenzione.

Gli astronomi hanno scoperto quel segreto: un pianeta in un’orbita di circa 3 giorni che transita, o passa di fronte alla sua stella, la quale è ad appena 21 anni luce di distanza da noi. “E’ di gran lunga il pianeta più vicino alla Terra che conosciamo ad oggi, il che lo rende un obiettivo ideale per studi futuri sulla sua atmosfera”, spiega Giusi Micela dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Palermo e membro del team internazionale che ha ottenuto questo risultato, adesso in stampa sulla rivista Astronomy & Astrophysics, e condotto da Ati Motalebi, un ricercatore dell’Observatoire de Geneve (Svizzera).

Impressione artistica del sistema planetario HD 219134.
Impressione artistica del sistema planetario HD 219134.

La stella è una nana di tipo K, vale a dire appena più piccola e più fredda del nostro Sole. Ed è estremamente vicina a noi! “Il pianeta è una scoperta realizzata con il nostro telescopio TNG”, il $telescopio$ italiano situato nelle isole Canarie, Spagna, come dichiara Emilio Molinari (direttore TNG), “nel contesto della ricerca di pianeti rocciosi che stiamo conducendo con il migliore ricercatore di pianeti extrasolari da terra, lo spettrografo HARPS-N, montato nel nostro telescopio”. Questo è un risultato davvero entusiasmante, sia per noi ma anche per tutta l’INAF, che ha investito molte risorse nella ricerca di esopianeti.”

Il nuovo pianeta, chiamato HD219134b, è stato appena scoperto utilizzando HARPS-N, uno strumento all’interno del TNG costruito da un consorzio formato da INAF, l’Observatoire de Geneve, alcune università del Regno Unito, e l’Harvard-Smithsonian CfA (USA). Lo strumento è in grado di misurare la velocità radiale della stella, e di tracciare i minuscoli tremolii causati dalla presenza di un pianeta extrasolare tramite la mutua attrazione gravitazionale. Pertanto diventa possibile misurare la massa, in questo caso 4.5 volte quella della Terra, identificando il pianeta in ciò che gli astronomi chiamano Superterra. Non ancora contenti con questo risultato, il team di ricercatori ha proposto e ottenuto osservazioni del transito del pianeta di fronte alla sua stella: questo darebbe il diametro del pianeta, e dal diametro possiamo ottenere il volume, insieme a massa e densità, verificando pertanto se il pianeta è di fatto roccioso come la Terra oppure gassoso come Giove. Il transito è stato osservato utilizzando il $telescopio$ spaziale NASA Spitzer, il quale osserva in luce infrarossa. Il risultato è che HD219134b è appena 1.6 volte più grande della Terra, e con una densità di 6 g/cm3 , che lo conferma come un pianeta roccioso: quindi il nuovo pianeta è una Superterra.

Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) sul sito osservativo Roque de los Muchachos nell'isola di La Palma.
Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) sul sito osservativo Roque de los Muchachos nell’isola di La Palma.

Ma aspettate, c’è ancora dell’altro! Il team ha anche scoperto tre pianeti aggiuntivi presenti nello stesso sistema sempre utilizzando i dati di velocità radiale. Un pianeta che pesa almeno 2.7 volte la Terra orbita intorno alla stella ogni 6.8 giorni. Un pianeta di tipo Nettuniano con 9 volte la massa della Terra gira in un’orbita di 47 giorni. Un’altro pianeta nelle zone esterne, molto più difficile da osservare, orbita intorno alla stella ad una distanza di 2.1 unità astronomiche, in un periodo di circa 1190 giorni, ed ha una massa di ben 62 volte quella terrestre. Ciascuno di questi pianeti potrebbe in futuro transitare a sua volta davanti alla stella, pertanto il team di astronomi pianifica di ricercare transiti aggiuntivi nei mesi a seguire. “La parte più interna di questo sistema extrasolare sta confermando i risultati già ottenuti, stiamo quindi trovando alcune caratteristiche comuni a tutti i sistemi planetari” commenta Alessandro Sozzetti (INAF-OA Torino). “Un risultato senza precedenti! Questo è il pianeta roccioso più vicino alla Terra, molto simile al nostro pianeta. Lo scenario perfetto per un film di fantascienza” pensa Giampaolo Piotto (Università di Padova), anch’egli membro del team che ha fatto la scoperta. Egli aggiunge che “anche se la temperatura alla superficie è ostile alla vita, è adesso chiaro che ci stiamo avvicinando al momento in cui scopriremo un gemello della Terra. Sono sicuro che, in una dozzina di anni, con l’aiuto della prossima missione ESA PLATO, lo troveremo”.

L’articolo originale è reperibile QUI.

Informazioni su Enrico Corsaro 88 Articoli
Nato a Catania nel 1986. Si laurea in Fisica nel 2009 e ottiene il titolo di dottore di ricerca in Fisica nel 2013, lavorando presso l'Università di Catania e di Sydney, in Australia. Dopo il conseguimento del dottorato ha lavorato come ricercatore astrofisico presso l'Università Cattolica di Leuven, in Belgio, e continua ad oggi la sua carriera nel Centro di Energia Atomica e delle energie alternative di Parigi. Appassionato del cosmo e delle stelle fin dall'età di 7 anni, il suo principale campo di competenze riguarda lo studio e l'analisi delle oscillazioni stellari ed i metodi numerici e le applicazioni della statistica di Bayes. Collabora attivamente con i maggiori esponenti mondiali del campo asterosismologico ed è membro del consorzio asterosismico del satellite NASA Kepler. Nonostante il suo campo di ricerca sia rivolto alla fisica stellare, conserva sempre una grande passione per la cosmologia, tematica a cui ha dedicato le tesi di laurea triennale e specialistica in Fisica e a cui rivolge spesso il suo tempo libero con la lettura e il dibattito di articoli sui nuovi sviluppi del settore.

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