Jeff Bezos fa causa alla NASA, anche Blue Origin vuole la Luna

L’ex presidente di Amazon continua a non digerire la decisione della NASA, che qualche mese fa ha scelto Spacex come unico fornitore per i lander lunari del programma Artemis.


L’ex presidente di Amazon continua a non digerire la decisione della NASA, che qualche mese fa ha scelto Spacex come unico fornitore per i lander lunari del programma Artemis. Il 14 aprile l’azienda di Elon Musk ha sbaragliato la concorrenza, costituita da Dynetics e un consorzio, denominato National Team, capeggiato appunto dalla Blue Origin di Jeff Bezos. La decisione è stata motivata dai costi contenuti e dalla validità del progetto, con un giudizio talmente positivo da spingere la NASA a non selezionare anche un secondo fornitore.

Immediato il ricorso presentato dalle aziende escluse, che ha comportato un primo arresto dei lavori in attesa della decisione del Government Accountability Office. Il GAO si è pronunciato il 31 luglio, confermando la decisione della NASA e la congruità delle motivazioni che hanno portato alla selezione del lander di Spacex. Si era rivelata inutile persino la proposta di Jeff Bezos di pagare di tasca propria 2 miliardi di dollari, in modo da abbassare i costi del progetto di Blue Origin e allinearsi con quelli stimati da Musk per la sua Lunar Starship (2.9 miliardi).

E veniamo così ai risvolti più recenti, con il consorzio di Blue Origin che il 13 agosto ha fatto causa alla NASA presso la Court of Federal Claims, un tribunale che si occupa dei ricorsi nei confronti del Governo statunitense. La motivazioni dell’accusa sono state temporaneamente secretate, ma non è un mistero che l’agenzia capeggiata da Bezos ritenga non solo la decisione di selezionare un singolo contractor iniqua, ma persino scriteriata alla luce dei rischi del progetto di Spacex che giudica elevatissimi. A pesare negativamente sarebbero in particolare la necessità di numerosi rifornimenti di carburante in orbita terrestre prima di partire verso la Luna e l’estrema complessità richiesta dal lander, variante della navicella tuttora in fase preliminare di sviluppo.
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Infografica che illustra presunti rischi e complessità del progetto Lunar Starship di Spacex. Crediti: Blue Origin

In attesa che il tribunale federale si pronunci, la NASA ha volontariamente messo in pausa la collaborazione con Spacex per lo sviluppo dello Human Landing System sino al primo novembre, data entro la quale le parti hanno accettato di chiudere il contenzioso.

Tutti questi ritardi si sommano alle difficoltà tecniche causate del vettore di lancio SLS, che ancora non ha effettuato il primo volo di test, e alcuni guasti rilevati nella capsula Orion designata per tale primo volo. La timeline del programma Artemis è serratissima e prevede di riportare l’umanità sulla Luna nel 2024 ma, giunti a questo punto, in molti iniziano a dubitare che le tempistiche saranno rispettate.

Fonti: nasa.gov space.com blueorigin.com

Informazioni su Antonio Piras 72 Articoli
Ingegnere elettronico per lavoro, da sempre appassionato di scienza. Scopro l'osservazione astronomica grazie al telescopio della LIDL (ebbene sì) che mi svela le lune medicee un giorno prima di Galileo...ma 405 anni dopo. Da allora la passione cresce a dismisura e attualmente la coniugo alla fotografia, altro grande hobby.

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