Entro pochi giorni Perseverance, il rover NASA atterrato a febbraio sul pianeta rosso, proverà di nuovo la raccolta di un campione di suolo marziano. Il primo tentativo, svoltosi meno di due settimane fa, era fallito, lasciando ingegneri e tecnici del Jet Propulsion Laboratory con un tubo di raccolta campioni miseramente vuoto e tanti interrogativi.
“L’azione di trivellamento” – spiega Jennifer Trosper, Project Manager della missione – “ha avuto l’effetto di sbriciolare la roccia in polvere e piccoli frammenti, che a causa della loro dimensione non sono stati trattenuti dal tubo di raccolta”.
È stata la prima volta, nonostante oltre 100 perforazioni di prova compiute nei test sulla Terra, che gli apparati di Perseverance hanno sperimentato un problema simile. La ragione di questo è da attribuire al terreno incontrato, inatteso ed evidentemente non adatto al Sampling and Catching System di cui Perseverance è dotato. Il rover rappresenta infatti il primo tassello di una missione decennale che mira allo straordinario obiettivo di riportare sulla Terra dei campioni di suolo marziano.

Il prossimo passo sarà “selezionare una roccia adatta nella regione chiamata Citadelle” – prosegue Trosper. “Inizialmente raschieremo tale roccia e poi con gli strumenti scientifici a bordo analizzeremo preliminarmente la validità del campione” prima di proseguire realmente con campionamento e raccolta. Citadelle si trova verso nord-ovest poco lontano dall’attuale posizione di Perseverance, nell’area denominata South Seítah. Questi terreni sono già stati esplorati dall’elicottero Ingenuity durante uno degli ultimi sorvoli, ed erano stati classificati di notevole interesse scientifico.
Il team che gestisce la missione Mars 2020 ha già pronte anche le prossime contromisure nel caso di ulteriori problemi con la raccolta dei campioni, e a noi affascinati spettatori non resta che attendere e avere fiducia nel loro lavoro.
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