Dall’Università della California, a Riverside, (UCR in breve) giunge la eco della domanda molto intrigante sul perché Giove non abbia anelli così appariscenti come Saturno, se non ancor più giganteschi.
La risposta a questa domanda ce la fornisce Jules Bernstein, l’autrice dell’articolo apparso tra le news del sito della UCR: l’articolo è ovviamente in inglese e come è oramai consuetudine il vostro pignolone vi fornirà una traduzione ragionata (e non da google translator) per favorire chi mastica poco la lingua inglese…
Lasciamo la parola all’autrice e alla sua…
Domanda…
Dal momento che Giove è il più grande, dovrebbe avere un sistema di anelli più grande e spettacolare di quelli di Saturno.
Ma una ricerca da parte della UCR mostra che le lune massicce di Giove impediscono quella visione che illuminerebbe i cieli notturni.
L’astrofisico Stephen Kane della UCR, che ha condotto questa ricerca, si era infatti detto “Mi ha da sempre disturbato il fatto che Giove non possieda un sistema di anelli tali da far vergognare quelli di Saturno”. (ndr: davvero strana questa espressione colorita… Povero Saturno!)
“Se Giove avesse anelli simili, apparirebbero ancora più brillanti, dal momento che il pianeta si trova più vicino di Saturno (ndr: praticamente a metà della distanza di Saturno, circa 5 UA, Unità Astronomiche, rispetto a circa 10 )” aggiunge Kane che si è pure chiesto se Giove avesse avuto in precedenza anelli fantastici che poi ha perduto (strada facendo ), dal momento che è possibile che sistemi di anelli siano temporanei.

Per comprendere meglio il perché Giove ci appare come siamo abituati, Kane ed il suo dottorando Zhexing Li hanno eseguito una simulazione al computer tenendo conto delle orbite dei quattro satelliti principali (Io, Europa, Ganimede e Callisto) e dell’orbita del pianeta stesso insieme all’informazione di quanto tempo impiegano gli anelli a formarsi.
A chi interessa i risultati sono memorizzati come di consueto su arxiv, pronti alla pubblicazione sul Planetary Science Journal.
Differenze tra gli anelli
Gli anelli di Saturno sono principalmente composti di ghiaccio, principalmente proveniente da comete, che infatti sono composte in gran parte di ghiaccio.

Se le lune sono abbastanza massicce, la loro forza di gravità potrebbe lanciare il ghiaccio fuori dall’orbita oppure potrebbe modificare l’orbita del ghiaccio di quel tanto da farlo scontrare con le lune.

Kane dice: “Abbiamo trovato che le lune galileiane di Giove, una della quali (Ganimede ) è la luna più grande del Sistema Solare, potrebbero distruggere rapidamente uno qualunque degli anelli che si potrebbero formare”. Come risultato, è improbabile che Giove abbia avuto grandi anelli nel passato.
E Kane aggiunge “Pianeti massicci formano lune massicce, che prevengono la presenza di anelli ragguardevoli”.
Tutti e quattro i pianeti giganti del Sistema Solare (Giove, Saturno, Urano e Nettuno) possiedono infatti degli anelli, però quelli di Giove e Nettuno sono così deboli da risultare di difficile osservazione con i telescopi tradizionali.
Come splendida coincidenza, tra le prime immagini fornite dal JWST appare anche una bellissima foto

in cui i deboli anelli sono perfettamente visibili, mentre Kane aggiunge che “Non sapevamo dell’esistenza di questi anelli effimeri se non dopo il passaggio della sonda Voyager, proprio perché non li potevamo vedere”.
Il pianeta Urano
Urano ha degli anelli che non sono così grandi come quelli di Saturno, ma sono più consistenti: proprio per questo, Kane prossimamente eseguirà una simulazione relativa ad Urano per cercare di vedere l’aspettativa di vita di tali anelli planetari.

Alcuni astronomi pensano che Urano è inclinato sul proprio lato (ndr: l’inclinazione del suo asse di rotazione è di 98° rispetto al suo piano orbitale, mentre quella della Terra è come noto di 23° ) come risultato di una collisione che il pianeta avrebbe avuto con un altro corpo celeste: i suoi anelli potrebbero essere i resti di quell’impatto.
Gli anelli
Al di là della loro bellezza, gli anelli aiutano gli astronomi a comprendere meglio la storia del pianeta, dal momento che offrono un’evidenza di collisioni con lune e comete che potrebbero essere avvenute in passato.
La forma e l’ampiezza degli anelli, così come la loro composizione, offrono un’indicazione del tipo di eventi che hanno contribuito alla formazione degli anelli stessi.
Kane conclude (ndr: con una frase abbastanza trash, da patito della serie CSI ) dicendo che “Per noi astronomi, gli anelli sono come gli schizzi di sangue nei muri di una scena del crimine. Quando osserviamo gli anelli di pianeti giganti, vediamo le prove che qualcosa di catastrofico è avvenuto ed ha posto tutto quel materiale là attorno”.
Alla prossima traduzione!
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