No, non è un titolo acchiappa-click come se ne vedono tanti in giro in internet : un titolone grande, eclatante ed ingannevole con alla fine un minuscolo punto interrogativo, che quasi non si legge.
In questo caso si tratta di una vera domanda che ci si può porre davanti ad un ennesimo abbassamento della luminosità della splendida stella della costellazione di Orione, che tanto ci ha fatto sperare in epoca di pandemia in un evento catastrofico per la stella, ma assolutamente da non perdere : l’esplosione di una supernova.
La domanda cruciale se la pone Bob King in un recente articolo di Skyandtelescope, che mi accingo a tradurre in modo ragionato e a commentare come sono solito fare per articoli molto interessanti che propongo alla vostra attenzione.
In questo caso la verifica di quanto dice l’autore è assolutamente alla portata di tutti noi appassionati.
Una domanda ed una speranza…
La luminosità di Betelgeuse da gennaio è calata di circa un terzo di magnitudine, che potrebbe sembrare poco data la variabilità della stella, ma è assolutamente da sottolineare che attualmente la stella è al valore più debole di luminosità degli ultimi due anni.
Si potrebbero trattare delle prime avvisaglie di un nuovo evento come quello del 2019, il cosiddetto Great Dimming Event (GDE nel prosieguo) ? Forse lo è senz’altro, anche se a paragone il calo di luminosità in questi giorni è ancora molto modesto.
Gli Astronomi e gli osservatori (ndr: con la “o” stretta ) di stelle variabili sanno da parecchio tempo che la luce di Betelgeuse varia con un periodo primario di 400 giorni, ma da quei giorni tumultuosi del GDE la curva di luce ha perso il suo andamento consueto, che sembra proprio scomparso.

In questo diagramma vediamo l’andamento della luminosità di Betelgeuse nel corso degli anni : il tratteggio indica l’attesa variazione di luminosità con periodo di 400 giorni, ma come si vede l’andamento è stato completamente stravolto dal GDE con un picco (ndr: che senz’altro ci ricorderemo bene! ) per poi proseguire per conto proprio senza più rispettare il periodo primario.
Secondo le migliori ipotesi, suffragate dalle osservazioni principalmente dell’Hubble Space Telescope (HST), Betelgeuse ha eruttato (ndr: l’autore ha eliminato la “e” iniziale…) un’enorme bolla di gas, facendo esplodere di più di 400 miliardi di tonnellate di materiale nello spazio.
I detriti poi si sono successivamente condensati come polvere che ha avvolto parte della stella, prima di dissolversi nello spazio.
Alcuni Astronomi hanno rilevato nella nube in espansione il monossido di silicio, un composto che si trova comunemente nelle stelle grandi e che può provocare un processo di formazione di granelli di polvere.

In questa immagine (tratta da questo articolo) vediamo in alto la fotosfera di Betelgeuse ripresa nell’infrarosso prima durante e dopo il GDE, mentre nella fila inferiore è stato monitorato il monossido di silicio (ndr: occhio che “silicon” in inglese è il silicio, non il silicone!! ).
Le immagini all’infrarosso riprese dallo strumento MATISSE (Multi-AperTure mid-Infrared SpectroScopic Experiment) dell’Università della Costa Azzurra in Francia mostrano che durante il GDE la fotosfera è risultata molto più luminosa dal momento che le polveri brillano nell’infrarosso, mentre appaiono appunto decisamente più scure nella luce visibile, provocando l’abbassamento della luminosità di Betelgeuse.
Nella prima immagine in alto a sinistra si intravvede a malapena un cerchietto che rappresenta in scala l’orbita della Terra intorno al Sole, il quale Sole, a confronto, espelle appena un miliardo di tonnellate di materiale durante le esplosioni di massa coronale, le famose CME.
Dal GDE ai giorni nostri
In questo interessantissimo diagramma vediamo un’estensione di quanto visto in precedenza

La curva di luce dal marzo 2019 fino a marzo 2024 (ndr: e non 2023, come erroneamente riportato nella didascalia originale! ) mostra variazioni abbastanza irregolari nella luminosità e comprendono pure l’abbassamento riscontrato dall’inizio dell’anno.
Il diagramma è stato realizzato dall’AAVSO (American Association of Variable Star Observers) che ci fornirà utili suggerimenti per poter osservare e testimoniare la variazione di luminosità di Betelgeuse.
Betelgeuse ed altre stelle di confronto

In questa immagine ripresa ai primi di marzo da Bob King vediamo l’aspetto del cielo in questo periodo tardo-invernale con Orione al centro dell’immagine, il Cane Maggiore e Minore sulla sinistra ed il Toro sulla destra: non è difficile paragonare la luminosità di Betelgeuse (di magnitudine media +0.45) rispetto a quella di Aldebaran (+0.85), Procione (+0.4), Rigel (+0.15) e Sirio (-1.45). (ndr: i valori di magnitudine li ho tratti da Stellarium )
Nei primi dieci giorni di marzo, l’autore ha stimato la magnitudine di Betelgeuse tra +0.7 e +0.8, molto simile ad Aldebaran e decisamente meno luminosa di Procione : altre osservazioni hanno riportato analoghi valori.
La parola all’AAVSO
Per avere una stima personale della luminosità, gli esperti della AAVSO suggeriscono questo tipo di strategia per confrontare le luminosità delle stelle interessate.
“Fate brevi osservazioni, saltando parecchie volte tra Betelgeuse ed Aldebaran e successivamente tra Betelgeuse e Procione: se la luminosità della stella appare a metà strada tra le altre due, allora al sua magnitudine è di +0.6 . Se è più vicina ad Aldebaran allora arriva a +0.8 e così via.”
Se andate sul sito dell’AAVSO, a metà pagina potete inserire “Betelgeuse” nella casella “Pick a Star” e potrete vedere dei (complessi ma interessantissimi) diagrammi di luminosità della stella in base a tantissime osservazioni effettuate da appassionati e professionisti.
Se il tempo lo consente, approfittiamo dunque di questo ultimo periodo di visibilità serale (fino a metà aprile) di queste magnifiche costellazioni e chissà che dal nostro backyard (ndr: sono proprio davvero fortunati e fissati questi americani, che evidentemente non abitano al terzo o decimo piano di un palazzone tra le luci di una grande città, ma vivono in una bella villa con giardino, il backyard appunto, con vista a 360° del cielo notturno… che invidia!! ) non si possa riscontrare un’ulteriore diminuzione di luminosità di questa splendida stella, che forse ha qualcosa in serbo per noi appassionati…
Probabile, sarà l'ennesima espulsione di massa coronale casualmente in direzione della Terra, che raffreddandosi e opacizzandosi "filtra" la luminosità della stella, vediamo quanto dura.
Penso che bisogna stare a vedere, d'altronde Betelgeuse è classificata come variabile "semiregolare".