Da qualche giorno la NASA ha posto in orbita bassa un nuovo satellite chiamato ACSSS (in breve ACS3, Advanced Composite Solar Sail System) in pratica una vela solare.
Qualche giorno dopo l’immissione in orbita la vela è stata spiegata : dal momento che è particolarmente riflettente è possibile osservare i passaggi del satellite anche ad occhio nudo, con un’ulteriore aggiunta di cui parlerò dopo la traduzione ragionata dell’articolo, apparso recentemente (ed aggiornato) sul sito UniverseToday, a firma di Mark Thompson a cui lascio la parola.
La NASA mette alla prova la sua vela solare
Gli appassionati che seguono l’ACS3 (ndr: grazie alle previsioni fornite dal sito Heavens-Above ) possono aver sentito che i suoi alberi e la vela sono state perfettamente spiegate.
La vela sta ricevendo la pressione della luce da parte del Sole per spingerla durante il suo volo di prova.
Già da prima del deploy della vela, la sonda stava rotolando lentamente lungo la sua orbita ed ora i controllori di volo vedranno se saranno in grado di stabilizzarla una volta che la sonda riceva energia dalla vela.
L’alta riflettività della vela significa che è facilmente osservabile di sera.
Le vele solari
Sono un’ingegnosissima tecnica di propulsione che sfrutta la pressione della luce solare per generare piccoli livelli di spinta : quando i fotoni colpiscono la superfice della vela, trasferiscono il loro momento alla vela stessa e così la sonda risulta accelerata.
La spinta è molto piccola ma se viene attuata per lunghi periodi può permettere un modo molto efficiente di propulsione di piccole sonde.
La prima immissione di una vela solare nello spazio è avvenuta nel (ndr: lontano ) 2010, con la sonda IKAROS (Interplanetary Kite-craft Accelerated by Radiation of the Sun : il nome dice tutto! ) lanciata dalla JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, che qui vediamo in una rappresentazione artistica
La sonda ACS3…
… è stata sviluppata dalla NASA per testare la tecnologia : l’albero che supporta le vele è costruito in materiali leggeri e resistenti nel tempo e la NASA spera che il test dello sviluppo dell’albero e delle vele consenta ulteriori sviluppi.
(ndr: una nota linguistica.
evidentemente l’articolista sfrutta la tecnica di dettare a voce il testo, operazione che il sottoscritto evita, anche perché sono abituato da eoni a picchiettare sulla tastiera.
La lingua inglese prevede sostantivi differenti che hanno la stessa pronuncia ed allora succedono pasticci, anche perché il buon Mark aveva magari così fretta di pubblicare l’articolo che gli sono sfuggiti i “typo”, gli errori di battitura.
Infatti l’ultima frase “By testing the deployment of the booms and efficient sale operation NASA hopes to prove the viability of the technology”, da me liberamente tradotta con l’ultimo capoverso, contiene quel termine “sale“, vendita, che poco c’entra con “sail“, vela!
evviva le traduzioni fatte con la PI, Personal Intelligence, dove gli errori sono umani e non automatici! )
L’ACS3 utilizza materiali molto più leggeri di quelli utilizzati finora e che consentiranno un’esplorazione più efficiente dello spazio profondo, con rendez-vous di asteroidi ed altre missioni che richiedano propulsione con bassa spinta.
La sonda orbita la Terra ad un’altezza tra 500 e 600 km (ndr: un sentito grazie a Mark per non aver espresso la misura in piedi, pollici, cubiti, barbabietole, campi di badminton o altre stranissime unità di misura, decisamente poco adatte nel contesto di argomenti tecnologici, quali i voli delle sonde spaziali… Oppure ha letto i miei articoli e tutte le volte che parlo del SI, Sistema Internazionale di misura, che solo gli americani e gli inglesi ostinatamente disdegnano? ) e subito dopo il lancio, di proposito è stata lasciata senza il controllo di assetto, permettendole di rotolare lentamente nello spazio.
Una volta completata l’analisi, il team tecnico attiverà il controllo di assetto per stabilizzare la sonda (ndr: e nel frattempo… leggete le mie considerazioni finali! ). Successivamente il team testerà le possibilità di gestione del volo e le dinamiche per regolare il volo della vera solare.
Dal momento del deploy, il team sta ricevendo immagini e dati relati al dispiegamento della vela ed alla tecnologia che ne è alla base e così continuerà per le prossime settimane.
All’occhio esperto degli osservatori notturni non sfuggiranno le evoluzioni della sonda quando passa sopra alle loro teste.
La NASA ha creato un’apposita app (ndr: che va cercata, dato che il buon Mark la cita un paio di volte senza indicarne il link! ) in cui vengono fornite le indicazioni su dove trovare la sonda nel cielo notturno : tant’è che la NASA stessa ha invitato “il pubblico” (ndr: “the public”, altre volte indicati come “citizen observers”, cioè noi ) a pubblicare le immagini utilizzando l’hashtag “#SpotTheSail”.
(ndr: nel sito da cui Mark ha preso le informazioni, si parla genericamente di “a new feature in the NASA mobile app”, che al momento mi sfugge : qualche amico che la conosce potrebbe indicarla nei commenti? grazie! )
Conclusioni
Comunque il sito Heavens-Above, come detto, fornisce dati e orari dei passaggi visibili della sonda.
Questo è l’esempio per i prossimi giorni per Roma (con gli orari espressi in ora locale)
dove ho evidenziato in giallo i passaggi più promettenti, quelli verso Sud, laddove la magnitudine 1.9 indicata dovrebbe essere la minima osservabile, mentre durante il rotolamento la magnitudine cresce a livelli spettacolari!
In verde ho evidenziato i passaggi da controllare, un po’ più spostati verso Est, mentre quelli non evidenziati vanno verificati volta per volta : aprendo il sito ed inserendo le vostre coordinate avrete ovviamente orari e dati relativi alla vostra posizione e mi sembra comunque che i passaggi siano molto regolari ed interessano sempre (almeno per ora) la stessa posizione del cielo, con le stelle che ovviamente sera dopo sera si spostano!
Le mie osservazioni
Proprio ieri sera ho provato ad osservare un passaggio da 1.9, nel cielo lattiginoso della capitale : mi sono ricreduto dopo essere riuscito a vedere intanto l’ACS3 alla minima magnitudine e poi per ben due volte l’ho osservata aumentare di luminosità, in corrispondenza dei tratti indicati da me in rosso nella mappa fornita da HA
Ad occhio, la magnitudine raggiunta dalla sonda è stato facilissimo paragonarla a quella di Altair, l’α della costellazione dell’Aquila, proprio per il passaggio ravvicinato che si ripeterà nei prossimi giorni, ma poi il mio palazzo ha impedito ulteriori osservazioni all’altezza di Vega, già troppo alta e situata nel cielo ad un livello preoccupante di torcicollo…
La cosa importante che a differenza dei magnifici Iridium Flare che citavo all’inizio e che apparivano per appena 1-2 secondi al massimo, in questo caso la sonda è molto lenta (direi ad occhio con la stessa velocità della ISS) e lascia il tempo di trovarla, seguirla e soprattutto fotografarla e filmarla!
Non perdiamo queste occasioni serali in orari molto comodi, perché fra un po’ la NASA riaccenderà i controlli di assetto!
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