Le tempeste di Giove come non le avete mai viste!

Un fotografo svedese ha creato un video incredibile combinando migliaia di foto di Giove, mostrando la nascita e l’evoluzione di due grandi tempeste sulla superficie del pianeta


Nel sito SpaceWeather è apparso un post riguardante il capolavoro di un fotografo svedese, un filmato che ha dell’incredibile: ecco la mia traduzione realizzata con l’IP (intelligenza Personale) dell’articolo.

Un astronomo dilettante ha impiegato sette mesi per creare un filmato delle tempeste su Giove…

… ed il risultato è … (ndr : … ho finito gli aggettivi!) … lascio a voi giudicare!

Ad un certo punto si vedrà Giove con tre sonde spaziali in orbita: fra un po’ ne comprenderete il significato…

Cliccando questo link potete vedere lo stesso filmato in formato HD (1280 x 720).

Si chiama Peter Rosén il bravissimo astrofilo e fotografo che ha creato un video assolutamente fantastico: ha passato ben sette mesi a processare, comporre e sovrapporre foto di Giove per il suo progetto personale come scienziato cittadino (ndr: il curioso termine inglese “citizen scientist” contrapposto allo scienziato di professione, una sorta di scienziato dilettante, che indicherò in seguito con la sigla CS). Insieme a tantissimi altri astronomi dilettanti è coinvolto nel progetto Juno della NASA, che enfatizza l’importanza di questi appassionati CS: la NASA infatti fornisce costantemente le immagini di Giove scattate della sonda Juno (ndr: che in genere sono in bianco e nero e possono essere scaricate liberamente e successivamente gestite a proprio piacimento e secondo la propria abilità) e invita gli astronomi dilettanti ad inviare le loro foto di Giove catturate dalla Terra con i loro telescopi, oppure sapientemente rielaborate con i colori.

E Rosén ha utilizzato proprio queste foto per il suo nuovo video, spiegando che “dalla fine del 2024 all’inizio del 2025 ha scaricato migliaia di immagini di Giove, prese da fotografi dilettanti di tutto il mondo, relative ad un periodo di tempo di circa tre mesi”.

Successivamente ha selezionato le foto che si sovrapponevano meglio in una finestra temporale di 100 giorni, rimappandole in proiezione cilindrica, correggendole per avere lo stesso livello di nitidezza, contrasto, luminosità, bilanciamento dei colori ed infine le ha impilate (stacking) e cucite (stitching) in un’unica mappa cilindrica che copre 360°. Tutto questo l’ha fatto senza utilizzare in alcun modo l’IA durante questi processi molto lunghi (ndr: evviva!).

Il tutto è cominciato con l’apparizione di una piccola macchia bianca nella fascia equatoriale meridionale (SEB, South Equatorial Belt) di Giove, che rapidamente è cresciuta in grandezza nelle settimane successive all’11 novembre 2024.

Due mesi dopo è apparsa una nuova macchia nella NTB (North Temperate Belt), la fascia che appare bluastra nelle immagini: si tratta del jet stream più veloce di Giove, con una velocità di 650 km/h (ndr: si vede che l’astronomo è svedese e non americano, dato che usa unità di misura che noi utilizziamo tutti i giorni e non piedi, pollici, bidoni, cubiti, aste, perline, ecc).

Praticamente è come se avesse creato tre sonde virtuali in orbita geostazionaria (ndr: o forse meglio giovostazionaria…) attorno a Giove e così ha potuto monitorare la tempesta utilizzando le immagini catturate dagli amici CS. (ndr: ecco cosa sono le tre sonde che vediamo nel filmato delle meraviglie)

Con un’opera certosina di collezione, sort e di data processing, Rosén ha creato una vista a 360° del pianeta

ed afferma che “queste enormi tempeste su Giove sono abbastanza rare ed è ancora più raro che due di esse si sviluppino in uno stesso breve periodo.

Ho creato le animazioni da immagini vere da parte degli astronomi dilettanti ed in questo modo tutto è scientificamente corretto: in più ho voluto aggiungere un tocco estetico piacevole ed avvincente anche per coloro che non sono addentro all’Astronomia.

Giove è una specie di laboratorio delle tempeste e gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando di conoscere l’origine ed il comportamento di questi fenomeni della Natura, per comprendere meglio i processi alla base degli uragani distruttivi qui sulla Terra”.

“Ma c’è una grande differenza: la Terra è costituita di tante terre emerse, che su Giove non esistono ed è per questo motivo che su questo gigantesco pianeta le tempeste durano per parecchio tempo. Un esempio eclatante è la Grande Macchia Rossa (GRS, Great Red Spot) che è un anticiclone attivo da almeno 200 anni, se non addirittura 300.”

Rosén aggiunge anche che la sonda Juno ha scoperto che le tempeste di Giove originano da jet stream che arrivano sino ad una profondità di migliaia di km, come possiamo vedere in questo filmato della NASA.

In definitiva il progetto di Rosén, offrendo uno sguardo completo alle due recenti tempeste originatesi su Giove, è un esempio eccellente del valore della comunità dei CS.

Rosén afferma pure che “partecipa attivamente a questo progetto Pro-Am (Professional-Amateur), monitorando e animando queste tempeste ed in più scoprendo alcuni pattern intriganti tra queste tempeste, che forse mai nessuno aveva mai visto finora.”

Conclude dunque ringraziando tutti gli esperti fotografi amatoriali di tutto il mondo, che con l’upload delle loro immagini nel sito del progetto Juno hanno permesso la realizzazione di questo tipo di video.

Complimenti davvero!

Conclusioni

Concludo pure io confermando che l’autore del video non ha utilizzato l’IA, ma programmi quali i notissimi WinJUPOS, Photoshop e Starry Night Pro da un lato, FantaMorph, iView MediaPro, QuickTime e iMovie dall’altro.

Infine segnalo che l’immagine in evidenza, quella che accompagna l’articolo nella Home Page del nostro sito, è stata realizzata dall’amico Alby68a, che in questo post del nostro forum spiega come abbia realizzato questa immagine composita

che permette di vedere in 3D le bande equatoriali di Giove.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 554 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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1 Commento    |    Aggiungi un Commento

  1. Un lavoro straordinario, il filmato rende benissimo l'evoluzione della tempesta.
    Articolo molto interessante e mostra come da foto amatoriali sia possibile produrre lavori di natura scientifica.
    Bell'articolo.