La cometa 3I/ATLAS – 11° aggiornamento

Alcune considerazioni sulla produzione di vapore acqueo da parte della cometa a mano a mano che si avvicina al perielio del suo viaggio interstellare


Se per caso qualcuno  non conoscesse la cometa interstellare 3I/ATLAS, suggerisco di leggere dalla prima all’ultima le puntate che ho finora pubblicato su questo oggetto celeste, raccolte a questo indirizzo in un’unica pagina che si aggiorna a mano a mano che le pubblico.

La cometa si sta piano piano (vista la sua distanza dal Sole) avvicinando al centro del Sistema Solare, con una velocità davvero elevata e le analisi effettuate con strumenti vari in tutto il mondo e nello spazio stanno dando quotidianamente nuove informazioni su questo oggetto interstellare.

Prima di passare la parola a Andy Tomaswick ed al suo articolo apparsi su UniverseToday, come sempre vi segnalo che al M.P.C. (Minor Planet Center) continuano ad arrivare i contributi di tantissimi Astronomi professionisti e dilettanti sparsi in tutto il mondo: nell’ultimo bollettino questi contributi erano ben 248! Un interesse davvero notevole, come è lecito aspettarci, per un oggetto ancora molto difficile da osservare con strumenti di elevata potenza vista la sua bassa luminosità.

La cometa 3I/ATLAS sta rilasciando acqua molto attivamente

In una pubblicazione da parte di ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’Auburn University, in Alabama viene discusso un ennesimo aspetto del nuovo visitatore, il suo contenuto di acqua.

Quasi tutte le comete possiedono un certo contenuto d’acqua, una delle sostanze più comuni nell’universo a dispetto del fatto che non sia invece presente in molti mondi del nostro Sistema Solare.

Tipicamente le comete possiedono una chioma di particelle d’acqua alle loro spalle, quando si avvicinano al Sole: queste particelle, riscaldandosi, sublimano nella forma di vapore acqueo che si incanala dietro al nucleo creando la caratteristica coda cometaria.

immagine catturata da Swift – credit : Z.Xing et al.

Ma la 3I/ATLAS si sta comportando in maniera differente dalle altre comete: gli Astronomi dell’Università di Auburn l’hanno osservata a fine luglio con lo strumento UVOT (UltraViolet / Optical Telescope) del Neil Gehrels-Swift Observatory, in orbita terrestre ed in posizione dunque favorevole a osservare tenui linee fotometriche di elementi come l’acqua. Tipicamente gli Astronomi non si aspettano di trovare le emissioni di idrossile (OH), indicatori della presenza di acque, più lontano di 3.5 UA dal Sole, dato che a questa distanza è difficile che avvenga la sublimazione delle particelle di ghiaccio.

Con grande sorpresa, non solo hanno osservato il segnale dell’OH molto forte, ma non hanno trovato alcun segnale relativo al radicale cianogeno (CN), che viceversa si trova tra i primi segnali osservati dalle comete, dato che riesce ad attraversare l’atmosfera terrestre: ma in questo caso la mancanza del segnale del CN potrebbe significare che la 3I/ATLAS è sensibilmente differente dalle altre comete del Sistema Solare.

Altra caratteristica della cometa emersa dopo queste osservazioni dell’acqua è la stima dell’area superficiale attiva della cometa, che indica quale parte della superficie della cometa sia attiva nel produrre acqua. Gli autori hanno calcolato circa 19 km² di superficie e dato che il valore massimo del diametro della cometa è stimato in 2.8km, ciò significa che circa il 20% della superficie della cometa stia generando vapore.

Questo valore è circa 4 volte il valore medio di 3-5% relativo alla popolazione cometaria del nostro Sistema Solare e ciò può essere spiegato dal fatto che quasi sicuramente la cometa stia visitando per la prima volta una stella e così possiede molta acqua da espellere.

Ora vediamo due ipotesi degli autori…

… che potranno essere confermate o smentite quando la cometa raggiungerà il perielio.

Se la produzione di acqua ha il suo picco massimo vicino al perielio, con solamente tracce di elementi volatili ad “alta metallicità” come il CO (Monossido di Carbonio) ed il CN, questo fatto indicherebbe la provenienza della cometa da un sistema sellare a “bassa metallicità“, con presente un grande quantitativo di idrogeno, ma non molti altri elementi.

Invece se la produzione di acqua si riduce drasticamente dopo il passaggio al perielio, rimpiazzato da valori di produzione di altri elementi volatili, ciò potrebbe indicare viceversa la sua provenienza da un sistema “altamente metallico“, presentando perciò parecchie analogie con la cometa 2I/Borisov.

Probabilmente ci saranno altre ipotesi da testare e sicuramente la 3I/ATLAS ingrandirà le nostre conoscenze sulla sua origine, a mano a mano che produrrà elementi volatili.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 574 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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