La cometa 3I/ATLAS – 26° aggiornamento – Passaggio al perielio della cometa

Oggi la cometa interstellare passa al perielio del Sole, il punto di massima vicinanza alla nostra stella, nel corso del suo viaggio nel cosmo


Innanzitutto vi ricordo che tutti i miei articoli sulla cometa interstellare li potete trovare in questa pagina, che si aggiorna automaticamente ogni volta che pubblico una NEWS.

In particolare nella scorsa puntata abbiamo visto che la cometa 3I/ATLAS, a differenza di quanto calcolato al momento della sua scoperta, in questo periodo non sarebbe stata visibile dalla Terra perché la sua orbita l’avrebbe portata a viaggiare prospetticamente al di là del Sole, a più di 2 UA dal nostro pianeta: invece abbiamo visto che, grazie al coronografo a bordo della sonda CCOR-1, la cometa risulta in questo periodo visibile anche dalla Terra, passando a Nord del disco solare occultato dal coronografo.

credit : Worachate Boonplod, NOOA

Ripropongo volentieri questa immagine che la dice lunga sul fatto che la cometa sarà sempre visibile in questo periodo: non con i telescopi terrestri, ma grazie appunto alla sonda CCOR-1 anche se la sua luminosità attuale (intorno alla magnitudine 11) è tutto meno che esaltante e sarebbe alla portata solo di telescopi molto potenti.

Oggi, 29 ottobre, nel corso del suo lunghissimo viaggio nello spazio e nel tempo, la cometa raggiunge il punto di massima vicinanza al Sole (perielio).

Mi accingo a tradurre in modo ragionato e non certo artificiale un interessante articolo apparso su UniverseToday in cui David Dickinson parla delle ultimissime novità sulla cometa, facendo una sorta di riassunto della situazione.

Osserviamo insieme la cometa interstellare 3I/ATLAS in vicinanza del perielio

Come sappiamo, grazie all’immagine di un Astronomo dilettante (ndr: l’immagine vista più in alto), la cometa non si sta certo nascondendo alla vista della Terra ed è scientificamente molto interessante, come d’altronde qualsiasi oggetto celeste, interstellare o meno.

Purtroppo in questo periodo la NASA sta subendo gli effetti dello shutdown da parte dell’amministrazione governativa per cui è a tutti gli effetti chiusa e dunque non pubblica immagini e dati della cometa e di qualunque altro oggetto celeste, comprese le sonde spaziali: questo compito è dunque affidato a bravi e volenterosi Astronomi sparsi per il mondo, che così contribuiscono attivamente e soprattutto scientificamente all’Astronomia.

La cometa, scoperta il 2 luglio dal sistema automatizzato ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), è stata da subito riconosciuta come interstellare, immediatamente catturando l’attenzione della comunità scientifica: si tratta di una cometa comune, tipica, dotata com’è di una chioma e di una coda, ma è pur sempre un oggetto interstellare, il terzo dopo 1I/Oumuamua e 2I/Borisov.

Bryce Bolin, scienziato ricercatore della società Eureka Scientific, ha affermato che “la cometa ha mostrato da subito una chioma condensata, con una protuberanza diretta verso il Sole, ma a partire da fine agosto-settembre la cometa ha iniziato a produrre una coda antisolare: si suppone che lo sviluppo di tale coda sia dovuto a particelle di polvere (di circa 1 mm) che si muovono in direzione anti-solare a causa della pressione di radiazione solare”.

L’anti-coda emergente della cometa – credit : Gemini South

Queste anti-code sono una caratteristica cometaria, riscontrata già in altre situazioni. Inoltre, prosegue Bolin, “la cometa è iniziata ad apparire di colorazione verde, a causa dell’emissione del gas di C2 colpito dalla  radiazione solare: ciò è stato osservato recentemente grazie alle immagini spettroscopiche riprese dal sistema Gemini South.”

La traiettoria

(ndr: come visto nel corso delle puntate precedenti) La traiettoria della cometa ha una bassa inclinazione rispetto all’eclittica (il piano dell’orbita terrestre), fatto che di per sé non è eccezionale, così come non lo è la traiettoria che la porta molto distante dalla Terra e dall’altro lato del Sole, dato che molte altre comete fanno così: l’eccezionalità sarebbe se la cometa interstellare puntasse nelle nostre vicinanze.

Sfruttando il rasoio di Occam, la 3I/ATLAS potrebbe anche essere un oggetto artificiale (ndr: lo sta scrivendo David ed io lo riporto solamente per farci su due risate, però amare) avanguardia dell’invasione di una flotta aliena oppure un grande vaso di petunie secondo quanto dice la “Guida galattica per autostoppisti”: ma non c’è alcuna prova. (ndr: capite bene che questa è pura Fantascienza, se non fanta-scemenza)

L’evidenza è invece data dalla produzione di polveri che fanno della 3I/ATLAS una pura  e semplice cometa, sebbene con un passato avvincente.

credit: Marshall Eubanks

In questa immagine vediamo la luminosità (abbastanza bassa, sotto la magnitudine 10) della cometa riscontrata da varie piattaforme osservative (indicate con vari simboletti), con valori che seguono l’andamento della curva rossa (per le polveri della chioma) e della curva verde tratteggiata (per i gas della chioma) nel corso dei giorni del 2025, dalla data della scoperta fino a gennaio dell’anno prossimo.

Altri contributi

Nel frattempo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) non è in shutdown ed ha pianificato osservazioni della cometa: nei prossimi giorni di novembre la sonda JUICE (Jupiter Icy Moons Orbiter) in viaggio verso Giove, inizierà a monitorare la cometa da circa 0.4 UA.

Altre sonde spaziali (ndr: come accennato in precedenza) stanno seguendo la cometa per mezzo del loro coronografo: si tratta della sonda PUNCH (Polarimeter to Unify the Corona Heliosphere) e della SOHO.

la cometa (il batuffolo al centro dell’immagine a sinistra) ed il percorso visibile dal LASCO C3 della sonda SOHO – credit : NASA/ESA/SOHO/Qicheng Zhang

L’osservazione è molto difficoltosa data la bassa magnitudine (+11) della cometa, quasi al limite di quanto i processi di stacking delle immagini possano ottenere e mostrarci.

In previsione a novembre e dicembre sarà possibile osservare la cometa direttamente dalla Terra, tra le costellazioni della Vergine e del Leone, ma solo con strumenti potenti (ndr: e ci risiamo con i soliti backyard telescopes, quelli nel giardino di casa, che solo in America esistono in grande quantità) . Nel 2026 la cometa proseguirà il suo percorso uscendo dal Sistema Solare in direzione della costellazione dei Gemelli, verso la stella ζ Gem, senza mai interrompere il suo viaggio interstellare.

In conclusione la cometa 3I/ATLAS è solo il terzo esempio di oggetti interstellari, scoperta quando distava 4.5 UA dal sole: ma la situazione senz’altro migliorerà grazie a sistemi come il telescopio Vera Rubin (situato a Cerro Pachón, in Cile), che perlustrerà il cielo alla caccia di oggetti ancora più deboli.

Non rimarrò sorpreso se molto presto scopriremo oggetti interstellari molto più piccoli, nella loro corsa attraverso il Sistema Solare.

Senza addentrarci in congetture esotiche e fantasiose (ndr:  non certo Scientifiche), evoco ancora lo scrittore Douglas Adams, nella sua citazione “non è sufficiente godere della bellezza di un giardino? Che bisogno c’è di credere che sia segretamente abitato dalle fate?”.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 599 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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